Apertura del Ponte Vecchio: decisione tardiva, la situazione non regge e la città è al limite
L'annuncio avvenuto ieri sera in Consiglio Comunale della modifica degli orari di apertura del Ponte Azzone Visconti arriva solo dopo settimane di blocchi e rivoluzioni del traffico. Una scelta che molti ritengono inevitabile, ma che apre una domanda precisa: perché intervenire soltanto adesso, quando i disagi erano evidenti da mesi – se non da anni?
Correggere gli errori è sempre positivo. Da tempo come Lega chiediamo che si intervenga su quel manufatto, ma farlo dopo la “tempesta”, però, racconta di un’amministrazione arrivata al dunque troppo tardi. Il cambio di rotta, per di più temporaneo, arriva sul finire di un mandato di cinque anni, segno evidente di quanto il problema della viabilità sia stato a lungo sottovalutato.
Per cinque anni la città ha segnalato criticità crescenti. La risposta, però, è stata una linea rigida, difesa come verità indiscutibile e ribadita, anche alla stampa, solo poche settimane fa da un capogruppo consiliare della Sinistra cambia Lecco: “il Ponte Vecchio è aperto quando serve — in ingresso da lunedì a venerdì, dalle 6 alle 11, e in uscita tutti i giorni dalle 14 alle 20”. Solo ora, davanti all’esplosione dei disagi, arriva la retromarcia, annunciata per lo più dall’Assessore al Commercio Cattaneo, che di fatto commissaria quello alla Viabilità. Nel frattempo, migliaia di cittadini sono rimasti fermi in coda per ore, anno dopo anno.
La gestione dei cantieri è diventata il simbolo di questa fase. Quattro interventi aperti contemporaneamente, programmazione che fatica a dialogare con la realtà quotidiana, scelte correttive arrivate quando la viabilità era già compromessa, e l’incognita dei cantieri del teleriscaldamento, il cui destino resta ancora incerto.
Nel frattempo restano sul tavolo questioni ben più urgenti:
• 38 milioni di euro persi per finanziamenti non ottenuti a causa della superficialità dell’Amministrazione;
• interventi estetici, come fiori e aiuole, che non incidono sulla mobilità, ma dimostrano come l’attenzione sia rivolta più all’apparenza che ai problemi concreti dei lecchesi.
La sensazione diffusa tra i cittadini è chiara: così non si può andare avanti. Serve una pianificazione diversa, concreta, tempestiva. Serve una svolta, dopo anni in cui troppe decisioni sono arrivate fuori tempo massimo.
La situazione attuale dimostra che la città non può più permettersi ritardi, sperimentazioni improvvisate o risposte tardive ai problemi reali della mobilità.
Noi continueremo a denunciare questo modo di gestire la “cosa pubblica” da parte della Giunta PD del Sindaco Gattinoni. Le elezioni si avvicinano e, per illudere qualcuno, si prova a cambiare le carte in tavola, ma per fare i prestigiatori non basta la faccia di tolla: serve almeno la capacità di ascoltare il pubblico in sala.
Correggere gli errori è sempre positivo. Da tempo come Lega chiediamo che si intervenga su quel manufatto, ma farlo dopo la “tempesta”, però, racconta di un’amministrazione arrivata al dunque troppo tardi. Il cambio di rotta, per di più temporaneo, arriva sul finire di un mandato di cinque anni, segno evidente di quanto il problema della viabilità sia stato a lungo sottovalutato.
Per cinque anni la città ha segnalato criticità crescenti. La risposta, però, è stata una linea rigida, difesa come verità indiscutibile e ribadita, anche alla stampa, solo poche settimane fa da un capogruppo consiliare della Sinistra cambia Lecco: “il Ponte Vecchio è aperto quando serve — in ingresso da lunedì a venerdì, dalle 6 alle 11, e in uscita tutti i giorni dalle 14 alle 20”. Solo ora, davanti all’esplosione dei disagi, arriva la retromarcia, annunciata per lo più dall’Assessore al Commercio Cattaneo, che di fatto commissaria quello alla Viabilità. Nel frattempo, migliaia di cittadini sono rimasti fermi in coda per ore, anno dopo anno.
La gestione dei cantieri è diventata il simbolo di questa fase. Quattro interventi aperti contemporaneamente, programmazione che fatica a dialogare con la realtà quotidiana, scelte correttive arrivate quando la viabilità era già compromessa, e l’incognita dei cantieri del teleriscaldamento, il cui destino resta ancora incerto.
Nel frattempo restano sul tavolo questioni ben più urgenti:
• 38 milioni di euro persi per finanziamenti non ottenuti a causa della superficialità dell’Amministrazione;
• interventi estetici, come fiori e aiuole, che non incidono sulla mobilità, ma dimostrano come l’attenzione sia rivolta più all’apparenza che ai problemi concreti dei lecchesi.
La sensazione diffusa tra i cittadini è chiara: così non si può andare avanti. Serve una pianificazione diversa, concreta, tempestiva. Serve una svolta, dopo anni in cui troppe decisioni sono arrivate fuori tempo massimo.
La situazione attuale dimostra che la città non può più permettersi ritardi, sperimentazioni improvvisate o risposte tardive ai problemi reali della mobilità.
Noi continueremo a denunciare questo modo di gestire la “cosa pubblica” da parte della Giunta PD del Sindaco Gattinoni. Le elezioni si avvicinano e, per illudere qualcuno, si prova a cambiare le carte in tavola, ma per fare i prestigiatori non basta la faccia di tolla: serve almeno la capacità di ascoltare il pubblico in sala.
Carlo Piazza e Cinzia Bettega – Lega Lombarda Lecco














