Malgrate: pomeriggio vista lago per parlare di economia 'green'. 3 esempi dal territorio

Malgrate si è tinta di "green", nel pomeriggio di ieri, grazie alla presenza dei rappresentanti di tre aziende territoriali legate profondamente alla questione dello sviluppo sostenibile. A introdurre il tema, verso le ore 15, è stata Alessia Carsana, responsabile Ambiente della Federazione provinciale dei Giovani democratici: "oggi siamo qui per fare da mediatori e per mostrare quei progetti e quelle realtà che nel nostro territorio sono indirizzati ad un'etica di sostenibilità" ha spiegato ribadendo l'imprescindibilità del legame che intreccia lo sviluppo al rispetto dell'ambiente e riconoscendo l'importanza di stimolare con l'informazione quei giovani che vorrebbero impegnarvisi in termini professionali.

Al microfono Alessia Carsana

Uno spunto che, subito, è stato incalzato dal primo cittadino malgratese, Flavio Polano: "nella società del benessere, dove abbiamo tutto, siamo portati a pensare, sbagliando, che i beni siano illimitati.  Pensare a come riciclare e rinnovare, invece, è una questione fondamentale e sul nostro territorio operano realtà che da anni hanno deciso di investire in questo".
Tre i nomi degli ospiti presenti che hanno fatto della sostenibilità il loro obiettivo aziendale: Paolo Ronchetti,  Luigi Compagnoni e Roberto Severini. Tra le fila degli ospiti, inoltre, anche l'on. Veronica Tentori, deputata Pd, che ha dato un prezioso contributo alla discussione delucidando i presenti in materia di normative attualmente vigenti.

Flavio Polano

Il primo a portare la testimonianza della propria realtà è stato Paolo Ronchetti, di Equilibrium, azienda olistica riconosciuta come  start-up innovativa nata con l'obiettivo di ripristinare la filiera della canapa in Italia e ridare opportunità di sviluppo al Belpaese. Ronchetti, dopo essersi specializzato nel settore con un master in "Sviluppo sostenibile" in Irlanda, ha optato per un modello di pianificazione  aziendale innovativo e in linea con il rispetto ambientale: "il back casting, o pianificazione a ritroso, è un modello di pianificazione che parte da un disegno futuro legato ad un piano di sostenibilità e poi torna "indietro", all'azienda, per capire come poter raggiungere quell'obiettivo" ha spiegato il General Manager di Equilibrium. Ed è' proprio guardando a questo aspetto di sostenibilità, quindi, che è nata l'idea dell'impiego di un materiale biocomposito, che unisce la solidità della calce alla naturalità della Canapa, con vantaggi numerosi. I settori in cui opera oggi sono la Neoedilizia, la Nutraceutica e la prima trasformazione della canapa, con risultati innovativi:  "attualmente gli involucri per isolare gli edifici non sono traspiranti, e questo è un problema per i lavoratori: la "sindrome da edificio" identifica quei disagi causati da inquinamento indoor che invece, grazie al materiale biocomposito da noi impiegato, è possibile scongiurare". Stesso discorso per la questione della dispersione energetica degli edifici: "Il biocomposito in questione permette all'edificio di divenire estremamente perforante: non c'è bisogno di impianti di riscaldamento o raffreddamento perché in sostanza si autoregola" ha confermato Ronchetti.

Paolo Ronchetti

Dinnanzi agli evidenti vantaggi che un tale impiego porta con sé, quindi, a costituire un freno allo sviluppo di queste realtà rimane il solo mercato, che spinge in direzione opposta. Eppure, come sottolineato durante l'incontro: "anche la crisi, come tutte le cose negative, porta con sé qualche beneficio: i cittadini,  infatti, hanno imparato a farsi promotori del cambiamento semplicemente informandosi, ed è proprio grazie a questo tipo di clientela che il nostro mercato sta crescendo". Da quattro anni, infatti, Equilibrium ha introdotto 150 cantieri in tutta Italia, distribuiti per lo più nella zona del centro-nord, anche se si trova a Bisceglie il complesso in canapa e calce più grande d'Europa. Per quanto riguarda il reperimento della materia prima, però, Equilibrium si affida all'estero: "In Italia oggi la coltivazione di Canapa è limitata, non è in grado oggi di soddisfare in nostro fabbisogno. Per questo motivo reperiamo la canapa dalla Francia,  dove ci sono 10-15.000 ettari di terreno destinati alla sua coltivazione". Questo, per il nostro Paese, rappresenta un limite sul quale è necessario operare per tornare, forse, ai livelli degli anni Venti, quando l'Italia era la numero due al mondo nella coltivazione di canapa industriale. In questa direzione, per fortuna, qualcosa si sta effettivamente muovendo: "In commissione agricoltura, da un paio di settimane, sta girando una nuova proposta di legge volta a ricostruire una solida filiera della canapa" ha annotato l'on. Veronica Tentori. "La proposta punta anche alla valorizzazione degli ambiti produttivi che utilizzano la canapa come materia prima e alla facilitazione della questione normativa in merito". Ad ogni modo, la proposta di legge dovrà passare poi in Senato: staremo quindi a vedere.

Veronica Tentori

Dalla fase di produzione a quella di eliminazione, l'altra questione che si lega allo sviluppo sostenibile è quella dello smaltimento dei rifiuti: ad essere chiamato in causa come "esempio", quindi, è stato Luigi Compagnoni, titolare dell'azienda agricola che porta il suo nome. "La nostra realtà opera nel settore del verde e del recupero letami con l'obiettivo di recuperare tutto ciò che marcisce trasformandolo in terriccio: abbiamo quindi a che fare con l'umido, l'erba, il fogliame, la ramaglia, la segatura il legname e altro ancora" ha spiegato Compagnoni, una firma di garanzia nel campo della lombricoltura e compostaggio. Eh già, perché è proprio il lombrico, infatti, il vero eroe dell'opera di recupero: "E' in costante aumento in tutta Europa l'applicazione del lombrico per la trasformazione e il recupero della frazione organica dei rifiuti solidi urbani e dei fanghi di depurazione delle acque". Tale sistema, infatti, è in grado di recuperare preziose risorse naturali ed opera nel massimo rispetto dell'Ecosistema: "I nostri scarti tornano così, semplicemente, ad essere humus", ha concluso il titolare dell'azienda. Semplice ed efficace, quindi, tanto da rappresentare un'attività che può essere svolta da qualsiasi privato voglia avvicinarsi a questo ambiente: "Si comincia con poco, anche nel proprio giardino, perché richiede un investimento limitato e anche un tempo ridotto, ma l'attività offre oggi possibilità anche a chiunque voglia approcciarvisi con un intento professionale, magari affiancandogli coltivazioni biologiche"promette Compagnoni.

Luigi Compagnoni

Infine, ulteriore testimonianza di come si possa coniugare con efficacia l'attività industriale allo sviluppo sostenibile é arrivata da Roberto Severini, della Cartiera dell'Adda. Situata a Calolziocorte, l'azienda guidata dalla famiglia Cima è impegnata da più di 250 anni nella produzione della carta."In sostanza produciamo cartone proveniente dalla raccolta differenziata: tutto il cartone che recuperiamo lo riutilizziamo per diversi usi: facciamo copertine di libri, interfalde per acqua naturale, carta per tubi, dai rotoli di carta igienica fino agli usi industriali" ha raccontato Severini che, dopo aver spiegato le specifiche modalità di produzione aziendali, ha ribadito il concreto impegno dell'azienda: "Oggi noi investiamo molto nella sostenibilità: continuiamo a supportare la cultura della raccolta differenziata come risorsa, senza utilizzare neppure una pianta per la produzione della carta". Sempre in quest'ottica, l'azienda dedica continue risorse all'abbattimento dell'impatto ambientale: l'impiego delle risorse idriche, ad esempio, è diminuito nel corso degli anni, grazie alla modifica dei cicli produttivi e ora la volontà è quella di installare un termovalorizzatore in grado di produrre energia elettrica e vapore da scarti di legname, dai boschi alla segatura.

Roberto Severini

Anche da Severini, infine, è giunto un richiamo ai più giovani: "Parlo a nome mio, e dico che la Cartiera d'Adda offre molte possibilità di crescita a chi volesse avvicinarsi a questo mondo. Ma la nostra è un'azienda che lavora a tempo pieno, 24 ore su 24, sette giorni su sette, e questo, purtroppo, spesso è un freno per i ragazzi". Un settore aperto alla crescita, quindi, al futuro e ai giovani: una verità confermata anche da  Paolo Ronchetti, in chiusura.

"Dico ai giovani che il futuro ce lo si crea. Non sono i settori a scegliere il vostro futuro, siete voi che dovete scegliere: meglio allora seguire le proprie ambizioni e rischiare piuttosto che trovarsi insoddisfatti a cinquant'anni". Su queste belle parole si è concluso l'incontro vista lago: ai racconti è subentrato così un goloso buffet.
Giulia Achler
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.