PAROLE CHE PARLANO/36

Vacanza

L'etimologia di questo termine non sembra complicata visto che deriva dal latino vacantia, sostantivato di vacans, participio presente del verbo vacare, essere vuoto, libero.
In effetti, definiamo vacante una carica, una cattedra, una sede o un ufficio rimasti vuoti per mancanza di un titolare; così come si può definire vacante un edificio vuoto di persone o funzioni.
Ma soprattutto in questo periodo, la vacanza ci porta a pensare a momenti di rilassamento, completamente svuotati dagli impegni lavorativi o di studio, una sorta di libertà dalla fatica del quotidiano, durante i quali si dovrebbero rallentare i ritmi, dormire di più e dovremmo dedicarci a tutto ciò che abbiamo rimandato per mancanza di tempo. Pensandoci bene, non sempre ciò corrisponde al vero, visto che molti di noi riempiono i giorni di vacanza di impegni e fatiche come lunghe camminate, arrampicate, sport di ogni tipo, visite estenuanti a monumenti e città, sotto il sole cocente o, come nei giorni passati, sotto piogge torrenziali e grandinate. L'importante sembra, quindi, non tanto il riposo, ma proprio l'allontanamento dalle routine degli altri mesi.
Credo che sia proprio la natura straordinaria della vacanza a renderla tanto attesa e amata; in parole povere, è l'ordinario a rendere una meta tanto ambita e straordinarie le nostre vacanze.
Quindi buone vacanze a tutti e arrivederci a settembre.

Rubrica a cura di Dino Ticli
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