PAROLE CHE PARLANO/50

Scrupolo

Lo scrittore francese Jules Renard affermava che lo scrupolo è un peso leggero che è sufficiente a far pendere una bilancia. Ottimo aforisma che ci permette di analizzare i due significati del termine, di cui uno ormai perso, senza scrupoli, nella notte dei tempi.
In effetti, lo scrupolo per noi è esclusivamente un'incertezza, una remora morale, un'esitazione, un riguardo. Tuttavia, dobbiamo rifarci alla sua etimologia per comprenderne l'altro significato, da cui derivano anche quelli metaforici. Esso è infatti il diminutivo del latino scrupus, roccia, pietra, quindi scrupulus, sassolino, pietruzza. Come tale era considerato una sorta di unità di misura e indicava un peso di 1/24 di oncia o comunque una piccola quantità, il peso, solo apparentemente leggero, di Renard.
Ma questo sassolino è lo stesso piccolo oggetto che può finire in una scarpa e produrre un senso di fastidio, di impiccio, che si risolve solo togliendo il molesto scrupolo dalla nostra scarpa reale o da quella metaforica della nostra mente. Il passaggio al senso figurato diventa così molto più chiaro, definiamo infatti uomo senza scrupoli colui che non viene minimamente scalfito o infastidito da dubbi di natura morale. Proprio il suo utilizzo in senso etico ha fatto nascere proverbi come: Meglio un'occasione mancata che uno scrupolo sulla coscienza.
Tuttavia, anche l'eccesso di scrupoli può diventare negativo e frustrante, ecco perché Filippo Neri, il santo della gioia e del buonumore, usava dire: Non voglio scrupoli, non voglio malinconie. Scrupoli e malinconia, lontani da casa mia.


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Rubrica a cura di Dino Ticli
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