Anche all'ASST di Lecco scatta la 'presa in carico totale del paziente oncologico': 1° esame già prenotato alla dimissione

Dal mese di agosto – perché sì, anche in estate quella “macchina da guerra” che è la Breast Unit dell'ASST di Lecco non ha assolutamente tirato il freno a mano – tutte le pazienti operate per un tumore al seno all'ospedale Manzoni come al Mandic di Merate, con la lettera di dimissione hanno ricevuto, contestualmente, l'appuntamento, già fissato, per la prima mammografia di controllo da effettuare ad un anno dall'intervento, con relativa visita specialistica per il commento dell'esito. Si concretizza così la “presa in carico totale e continuità delle cure del paziente oncologico” voluta dal vicepresidente di Regione Lombardia Letizia Moratti. Un nome forse un po' reboante, per un progetto che, come annuncia il direttore del dipartimento oncologico dell'ASST Antonio Ardizzoia, a novembre sarà esteso ai pazienti sottoposti a intervento per tumore al colon (un'ottantina l'anno) e a gennaio 2023 a quelli per cancro ai polmoni (all'incirca quaranta l'anno).

Antonio Ardizzoia e Carla Magni

"In Lombardia ci sono oltre 75.000 pazienti ogni anno operati per un tumore. Per questo, appena la pandemia Covid lo ha permesso, l'impegno chiesto alle strutture è andato nella direzione di aumentare la performance ospedaliera sul rispetto dei tempi massimi di attesa per gli interventi chirurgici oncologici, passando dal 60% di fine 2020 all'80% di oggi. Il passo successivo, da me personalmente voluto, è l'attuazione della 'presa in carico totale' del paziente. In pratica – spiega l'assessore regionale Moratti - garantire che tutte le prestazioni di controllo post-intervento, previste nel percorso clinico di follow up, siano proposte automaticamente dall'ospedale, che provvederà a 'bloccare' le relative date senza scaricare sul paziente o sulla sua famiglia estenuanti ricerche per riuscire a effettuare esami nei tempi indicati".
L'iniziativa, sul nostro territorio, è stata coordinata da ATS Brianza che ha coinvolto oltre alla nostra ASST anche le analoghe strutture di Monza e Brianza nonché il Policlinico e il G.B. Mangioni Hospital.
Circa 1.500 le diagnosi di tumore fatte ogni anno tra il Manzoni e il Mandic, con il 70% dei pazienti sottoposto poi a intervento. 350 di questi sono donne con carcinoma alla mammella. “Per loro – spiega il dottor Ardizzoia – esiste già un percorso, sia terapeutico che gestionale. Da agosto si è aggiunto un tassello in più, con la prenotazione del primo esame strumentale di follow up ad un anno dall'operazione e della visita specialistica la settimana successiva, quando verrà fissato un nuovo appuntamento per il controllo del secondo anno e così via per cinque anni”.
“Nella nostra Breast Unit – la struttura semplice dipartimentale che tratta con un approccio multidisciplinare le neoplasie alla mammella, oltre alla patologia benigna ndr – vengono seguiti tutti i criteri più moderni e all'avanguardia, sia in termini di quantità che di qualità delle cure” aggiunge la dottoressa Carla Magni, sottolineando come “la trasversalità” sia il valore aggiunto della realtà che dirige, in grado di offrire la stessa qualità di assistenza a tutte le pazienti del territorio, sia che si rivolgano all'ospedale di Merate sia che scelgano quello di Lecco, coprendo l'intero fabbisogno provinciale. Le donne vengono dunque già “guidate nel percorso e seguite da tutta l'equipe, prima e dopo l'intervento, con il singolo caso valutato nel corso del settimanale meeting multidisciplinare per offrire il miglior trattamento”. Se fino a un mese fa, la prima mammografia di controllo era indicata come esame da prenotare a distanza di un anno, ora c'è già anche l'appuntamento fissato. Una ulteriore “attenzione” verso il paziente che, come detto, verrà estesa nei prossimi mesi anche a chi sarà operato per tumore al colon e ai polmoni.
A.M.
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