Confindustria, filiere produttive e crisi energetica: le imprese giurano fedeltà al territorio ma così non si va avanti

Ci sono aziende che già pensano di sostituire il gas metano con il gpl. Perché se chi regola il mercato non agisce tempestivamente, ogni impresa farà scelte anche temerarie per potere garantirsi la sopravvivenza. E in questo caso non sono le persone serie ad andare avanti ma i banditi. Altro che allarme, quello uscito dall’incontro degli imprenditori con l’assessore regionale allo sviluppo economico Guido Guidesi tenutosi ieri nella sede lecchese di Confindustria Lecco e Sondrio, prima tappa di un ciclo itinerante di confronti coi vertici regionali promosso con il nome di “roadshow” per discutere di “cinquanta traguardi per la Lombardia”.

L’appuntamento lecchese che coinvolgeva anche Como verteva sul tema “Le filiere produttive di fronte alla crisi energetica”, tema di pregnante attualità stante il drammatico rincaro delle tariffe del gas, per via della guerra in Ucraina ma anche di manovre speculative, che spesso rischia di far lavorare in perdita le imprese.

Dario Voltattorni

Basti un dato, quello fornito dal segretario generale dell’associazione imprenditoriale lombarda Dario Voltattorni che ha rilevato come nel 2019 in tutta la regione la bolletta complessiva del gas per le imprese è stata di 5 miliardi e 800 milioni di euro, mentre le proiezioni per l’anno in corso parlano di 25 miliardi.
A rappresentare le esigenze delle aziende sono stati la lecchese Elena Maria Carla Torri della Icma di Mandello (carta per confezioni di lusso), il sondriese Giuseppe Ghelfi della Ghelfi Ondulati (carta e cartone per imballaggi) e Gianluca Brenna della Stamperia di Lipomo (seta, alta moda).

Plinio Agostoni

L’incontro è stato aperto dal saluto del padrone di casa, il presidente di Lecco-Sondrio Plinio Agostoni che ha ricordato come già un anno fa fosse stato lanciato l’allarme su energia e materie prime quando il problema era rappresentato dalla sola pandemia di covid e ancora la guerra della Russia contro l’Ucraina era un conflitto di basso profilo che non si immaginava degenerasse com’è degenerato nel febbraio di quest’anno.

Al centro del tavolo Gianluca Brenna

Agostoni ha lamentato l’inerzia da parte dell’Europa pur riconoscendo che «al di fuori del livello europeo è difficile trovare una soluzione» per quanto Brenna abbia poi fatto rilevare come altri Stati (la Spagna, la Turchia, il Portogallo) sono intervenuti ponendo dei tetti al prezzo del gas e se l’Italia non lo ha fatto poi non ci si può lamentare. E’ stato proprio Brenna, tra l’altro a gettare sul tavolo il problema dei “banditi” in un paesaggio fatto di aziende decise a muoversi da sé per garantirsi approvvigionamenti di combustibili che ne consentano la sopravvivenza, magari ricorrendo appunto al gpl il cui stoccaggio presenta rischi elevatissimi.
«Non capisco – le parole di Brenna – perché per la pandemia è stata dichiarata l’emergenza nazionale e oggi che siamo in una vera emergenza non lo dichiariamo, non prendiamo provvedimenti da stato di guerra.

Giuseppe Ghelfi

Che le aziende si stiano organizzando autonomamente lo ha detto anche il valtellinese Ghelfi che, riallacciandosi ad Agostoni, ha detto che «ci vorrebbe un’Europa che fa l’Europa, perché da parte loro le aziende si stanno già preparando al blocco del gas».

Elena Maria Carla Torri

La lecchese Torri ha invece indicato la strada da imboccare per il futuro nelle comunità energetiche, associazioni di imprese che condividono tra loro l’energia rinnovabile prodotta direttamente e a questo proposito la Icma sta raggiungendo il 60% del proprio fabbisogno. Anche perché – come ha osservato Ghelfi – un tempo si diceva che piccolo è bello, ma il piccolo ormai è morto e c’è la necessità di mettersi assieme, di condividere dati, di creare imprese “allargate”.
Del resto, di là dai problemi contingenti, l’invito di Agostoni è stato quello di guardare oltre perché dalla situazione attuale verremo fuori «ma bisogna esserne convinti», ma una volta usciti ci sarà un futuro tutto da costruire che passa attraverso digitalizzazione, formazione professionale, innovazione, sostenibilità come hanno concordato tutti gli imprenditori intervenuti.

Guido Guidesi

Da parte sua, l’assessore Guidesi si è espresso in sintonia con gli imprenditori rimarcando come «il lavoro si sostiene se si supportano i generatori di lavoro», le imprese appunto. Nel contempo ha ricordato gli interventi concreti messi in campo dalla Regione («Il 98% delle risorse preventivate per lo sviluppo è stato utilizzato»), lamentando le disparità che si verificano all’interno dell’Europa (la quale Europa «dovrebbe stabilire regole affinché tutte le imprese possano avere gli stessi blocchi di partenza» senza avvantaggiare l’una e l’altra economia nazionale), i conflitti con il governo nazionale (proprio a proposito di comunità energetiche per le quali la Regione è stata stoppata da Roma «e abbiamo corso il rischio di arrivare allo scontro istituzionale»), la mancanza di un’autonomia fiscale (che non è una questione ideologica o culturale ma una partita economica» e che farebbe la differenza come l’esperienza bavarese insegna). Inoltre, parlando del futuro governo, quale che sia, ha detto che suggerirebbe al nuovo ministro dello sviluppo economico (glissando sull’attuale, che peraltro è il leghista Giancarlo Giorgetti come leghista è lo stesso Guidesi) suggerirebbe di ascoltare i territori produttivi che sono diversi l’uno dall’altro e hanno esigenze diverse e pertanto la necessità di muoversi in autonomia, svincolate da rigide normative centrali perché il rischio è che quando il governo nazionale arriva a normare una materia economica, le imprese di una certa area già si sono spinte molto oltre e la legge non sarebbe altro che una frenata se non addirittura una marcia indietro.

A moderare l’incontro era la giornalista di Sky Tg24 Chiara Piotto che tra le altre cose ha chiesto agli imprenditori se vista la congiuntura italiana ed europea non pensino di trasferire capannoni e macchinari altrove. La risposta comune è stata «che le nostre aziende sono imbullonate sul territorio» e del territorio sono parte integrante.
Dario Cercek
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