PAROLE CHE PARLANO/95

Suffragio 

Siamo stati chiamati a fine settembre a esprimere con un voto le nostre preferenze politiche. Esiste una parola per definire questa importante conquista democratica: suffragio. A volte a essa si aggiunge l'aggettivo universale per dichiarare che il voto è consentito a tutti, senza limitazione alcuna se non quella della maggiore età. Ciò non va dato per scontato perché fino a non molto tempo fa (in Italia addirittura fino al 1945) il voto era precluso alle donne. Ricordiamo che agli inizi del Novecento le donne che si battevano per ottenere il diritto di voto venivano definite suffragette, termine contemporaneamente ironico e dispregiativo.
Una simile parola, socialmente così importante, merita un approfondimento che ci permette di scoprire che deriva dal latino suffragium, composto da sub, sotto, e frangere, rompere. Potrebbe sembrare strano se non ci fosse un chiaro riferimento al fatto che per votare i nostri antenati usavano i cocci, cioè frammenti di vasi rotti, un materiale di facile reperibilità, che non costava di certo come i preziosi papiri. Nell'antica Grecia questi frammenti venivano chiamati ostrakon e, probabilmente a partire dal 510 a.C. per volontà di Clistene, furono usati per stabilire se una persona era pericolosa per la città di Atene e quindi dovesse essere mandata in esilio. Anche il termine ostracismo, derivato dalla parola greca, ha avuto l'onore di finire nel nostro vocabolario per definire l'azione di chi usa il proprio potere per escludere o emarginare coloro che siano visti come avversari o che abbiano violano le regole del gruppo.


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Rubrica a cura di Dino Ticli
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