Confindustria: situazione delicata per le imprese, aumentano i 'segnali di difficoltà'

Plinio Agostoni
Nell’ambito dell’Osservatorio congiunturale rapido sul mese di settembre 2022, lo spaccato riguardante le imprese di Lecco e di Sondrio è in linea generale sovrapponibile al quadro complessivo tracciato dai Centro Studi per le tre province (compresa dunque quella di Como).

“I dati mostrano segni di peggioramento, ma l’evoluzione degli indicatori non ci lascia stupiti: da diversi mesi evidenziamo come la situazione che stiamo vivendo sia particolarmente delicata e come l’equilibrio finora tenuto sia precario, con le sue ricadute sulle imprese e sulle famiglie - evidenzia il Presidente di Confindustria Lecco e Sondrio, Plinio Agostoni -. Dal confronto con i colleghi emergono situazioni eterogenee e in linea generale caratterizzate da ricorrenti segnali di difficoltà, a partire dalla contrazione dei margini che si riscontra anche nel caso di chi ha aumentato produzione e fatturato. Elementi dolenti e cause principali di questa erosione sono ovviamente i prezzi di materie prime ed energia, che volano anche per effetto della speculazione e per le conseguenze del conflitto russo-ucraino e che hanno fatto emergere l’esigenza di una politica energetica nazionale di prospettiva, che punti anche sulla diversificazione”.
“A preoccupare - continua il Presidente Agostoni - è la constatazione che in due casi su cinque le imprese abbiano dovuto ridimensionare o addirittura posticipare gli investimenti aziendali, con il rischio che questa scelta si possa ripercuotere sui processi di sviluppo. Confidiamo che da parte delle Istituzioni arrivino scelte e interventi di ampia portata per imprimere una svolta capace di farci uscire dall’emergenza energetica quanto prima, anche considerando che l’autunno è iniziato e i consumi sono destinati a salire, andando ad incidere ulteriormente su costi aziendali già notevolmente accresciuti”.

“Al momento i livelli occupazionali sono in sostanziale tenuta - evidenzia il Direttore Generale di Confindustria Lecco e Sondrio, Giulio Sirtori -, con indicazioni di aumento maggiormente diffuse rispetto ai segnali di diminuzione. Da monitorare con attenzione è il ricorso agli ammortizzatori sociali, che ha segnato alcuni incrementi in un quadro che comunque non appare critico. Resta invece la nota dolente della mancanza di persone con competenze di ambito tecnico e industriale, sia di base sia avanzate, da inserire in organico: un tessuto imprenditoriale come il nostro, nonostante le difficoltà congiunturali note, è comunque alla ricerca di risorse umane che in molti casi fatica ad individuare. Per questo motivo stiamo intensificando le iniziative, anche di orientamento ma non solo, per favorire l’avvicinamento dei giovani a percorsi di istruzione e formazione che li portino a sviluppare competenze in linea con le esigenze delle imprese e, quindi, ad aprirsi prospettive di crescita personale e professionale nelle aziende delle nostre province”.

CONSEGUENZE DEL CONFLITTO RUSSIA-UCRAINA
Il conflitto russo-ucraino ha pesato anche sull’attività delle imprese lecchesi e sondriesi, come già riscontrato nell’ambito delle precedenti edizioni dell’Osservatorio congiunturale.
Il 24,6% delle aziende ha registrato un’erosione della propria quota di export, sia direttamente nei Paesi coinvolti nello scontro o soggetti a sanzioni, sia per via di rapporti commerciali indiretti riguardanti i clienti.
Inoltre, una realtà su quattro (25%) ha segnalato un ulteriore peggioramento per l’approvvigionamento di alcuni beni legati alle zone interessate dal conflitto.
Le maggiori difficoltà hanno riguardato pressoché tutte le tipologie di beni: metalli di base e lavorati, tessuti, prodotti chimici ed energetici, componentistica elettrica ed elettronica, legnami ed altro.

DOMANDA
La domanda delle imprese di Lecco e Sondrio evidenzia un rallentamento che interessa due realtà su cinque, sia a livello nazionale, sia per quanto riguarda gli ordini oltre confine.
Esaminando nel dettaglio, gli ordini italiani risultano in diminuzione per il 41,6% del campione, si mantengono sui medesimi livelli di luglio per il 41,7% delle aziende ed infine aumentano per il restante 16,7%.
L’export è considerato rallentare dal 40% delle aziende, è stabile per il 38,2% mentre aumenta per il rimanente 21,8%.

PRODUZIONE
L’attività produttiva delle aziende lecchesi e sondriesi registra stabilità, rispetto ai livelli di luglio, per il 52,5% del campione, cresce per l’11,9% ma rallenta per il restante 35,6%.
La capacità produttiva utilizzata in settembre risulta mediamente pari al 77%, poco al di sotto rispetto a quanto esaminato nell’Osservatorio sui primi sei mesi dell’anno (77,9%) ma in calo rispetto al risultato rilevato a marzo (79,7%).   
La situazione riferita al tasso di impiego degli impianti non è omogenea e all’interno del campione sono riscontrabili alcune differenze, sia in relazione al settore di attività, sia alla dimensione aziendale.
Le realtà metalmeccaniche, per le quali si registra un tasso medio del 79,3%, rivelano un maggior impiego rispetto a quanto esaminato per le realtà degli altri settori (75,4%) e a quelle tessili (69,2%). Per le imprese con oltre 50 occupati si registra invece una capacità produttiva pari all’80,7%, superiore al 74,1% mediamente registrato per le realtà più piccole.

FATTURATO
Le vendite delle aziende lecchesi e sondriesi frenano, in settembre, in oltre un terzo dei casi sia a livello italiano, sia per l’export.
Esaminando nello specifico, sul versante domestico si registra stabilità per il 41,9% del campione, una diminuzione per il 35,5% ed infine un aumento per il restante 22,6%.
Per quanto riguarda invece le performance oltre confine, il fatturato risulta in rallentamento per il 38,9% delle imprese, stabile per il 33,3% mentre in crescita per il rimanente 27,8%.

PREVISIONI
Le aziende di Lecco e Sondrio guardano con attenzione agli ultimi mesi dell’anno, le aspettative per l’andamento del business sono infatti di rallentamento per oltre due realtà su cinque (43,3%), stabili per il 46,7% e di aumento per il restante 10% del campione.
Per quanto riguarda la valutazione riguardante la visibilità sugli ordini in portafoglio, il 36,1% delle aziende indica di poter programmare l’attività solo per poche settimane, per il 31,1% il periodo si allarga a qualche mese mentre eccede il trimestre nel 32,8% del campione.

MATERIE PRIME
Le imprese di Lecco e Sondrio hanno continuato ad operare in un contesto di difficoltà caratterizzato da criticità sulle materie prime e dai balzi dei costi di energia elettrica e gas.
A settembre, rispetto a luglio, oltre tre realtà su quattro (76,7%) hanno indicato di aver riscontrato un aumento dei listini dei propri fornitori.
A ciò si sono sommati gli effetti dell’estensione dei tempi per ottenere le merci, segnalata da oltre un’azienda su due (51,7%), la consegna di quantità di materiale inferiori a quelle richieste e necessarie alla produzione per tre realtà su dieci (30%) e la fornitura di merci di qualità meno pregiata per l’11,7%.
Le dinamiche legate al costo delle fonti energetiche e delle materie prime hanno pesato negativamente su nove imprese su dieci (90%) mentre solo nel 10% dei casi non sono stati indicati particolari impatti.
Le conseguenze hanno riguardato diffusamente la contrazione della redditività aziendale (83,3% delle imprese), la necessità di riorganizzare il lavoro e/o l’attività produttiva per intercettare le fasce orarie a minor costo (45%), il ridimensionamento o il posticipo degli investimenti aziendali già programmati (38,3%) nonché la riduzione dell’attività aziendale (30%).
L’interruzione dell’attività è stata segnalata invece solo nell’1,7% dei casi.

RAPPORTI CON GLI ISTITUTI DI CREDITO E LIQUIDITA’
Le aziende lecchesi e sondriesi esprimono giudizi che tracciano, per quanto riguarda il rapporto con gli Istituti di credito in settembre, un quadro in cui aumentano le preoccupazioni.
Valutando le condizioni praticate, il 75,4% delle realtà del campione indica una situazione di mantenimento rispetto a luglio, mentre il restante 24,6% comunica un peggioramento; non si rilevano a tal proposito segnalazioni di miglioramento.
Con riferimento al giudizio espresso sulla propria liquidità, un’azienda su due (50%) definisce la situazione come normale, il 22,6% del campione considera il quadro come migliorabile ed infine il restante 27,4% si ritiene soddisfatto.

OCCUPAZIONE
Nonostante il peggioramento generale degli indicatori, l’occupazione delle imprese lecchesi e sondriesi per il mese di settembre risulta caratterizzata da una prevalenza di giudizi di stabilità. Oltre tre realtà su quattro (77,4%) non rivelano particolari variazioni rispetto ai livelli di luglio, a fronte di una quota pari al 12,9% di aziende che segnalano un aumento e del restante 9,7% del campione che indica invece una contrazione degli organici.
Le ipotesi per l’evoluzione dell’occupazione negli ultimi mesi del 2022 confermano sostanzialmente il quadro rilevato in settembre: il 77,4% delle imprese indica una conservazione degli organici, l’8,1% prevede un aumento mentre il rimanente 14,5% una diminuzione.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.