Confindustria Lecco-Sondrio: assemblea con Como nel nome della 'sostenibilità'

Sostenibilità, la parola d’ordine. Che va per la maggiore ma la cui declinazione ha forme diverse sulle quali la discussione è ancora tutta aperta. Come ha dimostrato l’assemblea generale riunita delle sedi territoriali di Confindustria Como e Lecco-Sondrio tenutasi a Erba nella struttura espositiva di Lariofiere: luci soffuse in sala, tanto blu, tutti in piedi per gli inni nazionale ed europeo, una celebrazione dell’orgoglio industriale più che un convegno all’insegna di “People. Le persone al centro per un futuro sostenibile”. Ospiti d’eccezione, il presidente nazionale di Confindustria Carlo Bonomi e il regista polacco Krzystof Zanussi (i loro interventi negli articoli a seguire).
I lavori, moderati dalla giornalista Monica Maggioni (direttrice del Tg1 Rai), sono stati aperti con un confronto tra i due presidenti della associazioni territoriali: Aram Manoukian per Como e Plinio Agostoni per Lecco-Sondrio.

Aram Manoukian

«Noi – si è chiesto Manoukian – cosa possiamo fare? La sostenibilità non è solo ambientale, ma anche altro: è la “governance”, la cultura internazionale, il passaggio generazionale, le crescita dimensionale».
Senza dimenticare naturalmente l’emergenza del momento (la pandemia, la guerra, i costi dell’energia), l’Europa, «tutto è interdipendente – ha proseguito il presidente comasco – ma piuttosto che allarmarci e puntare il dito lontano, dobbiamo ripartire dai territori, dobbiamo ripartire da noi perché anche così si fa un’Europa unita».

Plinio Agostoni

Da parte sua, Agostoni ha parlato dell’uomo «che è il punto in cui la natura prende coscienza di sé. Dove c’è l’uomo non c’è niente di inevitabile. L’uomo crea e può ribaltare il male in bene e se stiamo distruggendo il mondo occorre fermarsi e cercare di invertire il modo di pensare quello che c’è dietro la sostenibilità, smetterla di parlare di “carbon” e dell’impresa che fa danni, parlare invece di “clean”, misurare l’impronta buona che lasciano le imprese. Pensare dunque a ciò che di buono possiamo fare ancora».
E poi la scuola «che in Italia ha dei problemi, è ingessata, non forma ragazzi competenti e capaci di fare sacrifici. Bisogna partire dalle esigenze di chi della scuola si avvale e non di chi la fa, perché la scuola non è in grado di autoriformarsi e allora Confindustria deve fare sentire il suo peso politico. La soluzione? Autonomia e libertà».
In quanto all’Europa «oggi non è coesa: sulla questione, per esempio, dei migranti prevale la logica dello scaricabarile, su quella dell’auto elettrica ci penalizza e così questa Europa la viviamo più come una gabbia che come un valore. E i valori del resto sono diventati ideologie».

Sia Agostoni che Manoukian hanno anche parlato, a proposito delle proprie associazioni,  di un “riavvicinamento” tra Como e Lecco, di una collaborazione che deve continuare anche in futuro. Perché è necessario mettere in comune iniziative – è stato detto – e già molto si fa: «Le nostre associazioni si devono irrobustire e bisogna riprendere uno sguardo prospettico a dieci, a quindici anni. Perché il nostro territorio è pieno di eccellenze e se il mondo si è aperto offre anche molte opportunità ma anche situazioni complicate e le imprese debbono essere preparate. Bisogna sollecitare questa preparazione delle imprese. E tanto si può fare perché la complessità diventi un elemento positivo».

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Una collaborazione quella tra le sedi confindustriali dei due rami del lago che non significa comunque per quanto riguarda Lecco un mutamento degli orientamenti geografici. Il predecessore di Agostoni alla testa dell’associazione, Lorenzo Riva, aveva infatti avviato un processo di fusione con Bergamo che, un attimo prima di arrivare in porto, si è fermato per le non poche resistenze di parte degli associati. A margine del convegno, rispondendo a una nostra domanda diretta, Agostoni ha spiegato che «la collaborazione con Como c’è sempre stata anche in passato sono state organizzate iniziative comuni che si sono interrotte durante la fase della pandemia. E ora riprendono. Ciò non significa accantonare altri progetti intrapresi. Semplicemente, facciamo un passo per volta».

E poi seguita una tavola rotonda alla quale hanno partecipato Sonia Bonfiglioli (presidente del Gruppo Bonfiglioli che produce componentistica per motori elettrici), Gregorio De Felice dell’ufficio studi di Intesa-Sanpaolo e, in collegamento video da Bruxelles, Pietro Benassi, ambasciatore italiano all’Unione Europea. Con l’occhio rivolto ai problemi del mondo.
De Felice ha preventivato un 2023 a due facce: andremo una recessione inevitabile «ma ci sono gli elementi per una riduzione della crescita forsennata dell’inflazione» che nel primo scorcio dell’anno raggiungerà l’11% per poi ridiscendere, confidando anche nella capacità del nostro sistema industriale che è competitivo come dimostra l’esportazione che in dieci anni, dal 2010 al 2020, è passata dal 36 al 49%. Così che l’Italia oggi è al secondo posto in Europa e al quinto nel mondo.
Bonfiglioli ha parlato della propria esperienza personale, delle riflessioni in occasione di una fiera visitata dopo la pandemia «e mi sono trovata di fronte un futuro ravvicinato».

A proposito di pandemia, Benassi ha ricordato come si sia rischiato di mettere in discussione il mercato interno europeo che resta fondamentale: «Si dice che siamo in un periodo di grandi sfide, ma forse siamo in un nuovo periodo, ci troviamo di fronte a una nuova epoca e la sfida è quella delle trasformazioni digitale ed ecologica» e su questo fronte, compito nel nostro Paese è assorbire virtuosamente le risorse del Pnrr, il piano nazionale di ripresa e resilienza.

Le premiazioni dei due studenti

Nel corso dell’assemblea sono stati inoltre premiati due studenti: Marco Scala (classe II A del liceo delle scienze applicate dell’istituto Badoni di Lecco), vincitore delle prove individuali alle Olimpiadi italiane di Statitistica per il biennio e Sebastano Baronio (classe V M1 dell’istutuo Paolo Carcano del Setificio di Como), vincitore della gara nazionale di Sistema Moda Italia.
Dario Cercek
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