PM 10: meratese maglia nera. Migliore il quadro lecchese

Il repentino cambio climatico e la contestuale accensione di tutti gli impianti di riscaldamento – che dovrebbero rispettare i 19° per case, uffici e negozi – hanno riportato le polveri sottili su tutto il territorio meratese, storicamente più inquinato rispetto al capoluogo e al lago. Il valore limite massimo consentito, calcolato sulle 24 ore, è di 50 microgrammi per metro cubo. Negli ultimi giorni i superamenti sono stati costanti, almeno quelli rilevati dalla centralina Arpa di Merate. Meno critica la situazione altrove. Vediamo qualche dato:

MERATE: ormai da una settimana i valori sono oltre il limite, il giorno 19 era di 58, il 20 di 74, il 21 di 62, il 22 di 70, il 23 di 62, il 24 di 72 e il 25 Natale di 59 microgrammi per metro cubo. Il dato preoccupante è che quasi sempre il valore rilevato a Merate è stato superiore a quelli rilevati nel resto dell’agglomerato di Milano che comprende le province di Monza Brianza, Varese e Como.

LECCO: i primi superamenti si registrano il giorno 21 con via Amendola e via Sora a 60. Poi la situazione è rientrata fino al 24 quando via Amendola ha fatto segnare 51 mentre via Sora è rimasta sotto la soglia (46).

VALMADRERA: il 20 dicembre la centralina ha rilevato un valore di 64 microgrammi per metro cubo, poi saliti a 65 il 21. Il 24 altro superamento a quota 61. Quadro sicuramente migliore di quello meratese.

A Moggio il valore del PM 10 non ha mai superato livello 4 microgrammi per metro cubo.
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