Fallimenti in picchiata nel 2022: soltanto 19 sentenze, venti in meno rispetto al 2021. L'elenco

Diciannove. Solo diciannove nell'arco di un anno. Il numero più piccolo dell'ultimo lustro, in scia ad una tendenza (finalmente) costantemente al ribasso, dopo l'exploit post 2008, con l'andamento però "drogato" evidentemente dai provvedimenti adottati nel periodo più duro della pandemia e, specie per il mondo del mattone, dai "bonus" governativi, con gli effetti della concatenazione covid + guerra in Ucraina + esplosione dei costi, dunque, ancora tutti da ammortizzare a livello di sopravvivenza delle imprese locali. E' tempo di bilanci anche per la sezione fallimentare del Tribunale di Lecco. E come detto, il conto dei "crac" - conteggiando anche quelli dichiarati in proprio - chiude a 19. Venti in meno del 2021, quando, appunto, erano stati 39, in lieve diminuzione sul 2020 quando se ne contavano 41, 9 in meno del 2019 e 15 in meno del 2018 quando, dunque, i fallimenti, registrati sul nostro territorio erano stati ben 66.

Scorrendo il corto elenco, il nome più "grosso" nella lista parrebbe essere Galbiati Group, storica realtà oggionese specializzata in lavorazioni meccaniche operando prevalentemente nei settori siderurgico, energetico, astronomico e trasmissione di potenza. La mancata approvazione del piano concordatario ha portato alla dichiarazione di "estinzione" dell'impresa nel gennaio 2022, non prima però di aver messo al sicuro la continuità aziendale e la forza lavoro, portando al termine altresì due operazioni che hanno permesso di incamerare 16 milioni di euro, pur a fronte di un debito complessivo di circa 40 (QUI l'articolo).

Ed aveva tentato la via del concordato anche la Rinnovo Immobiliare (in liquidazione come altre sei aziende della lista), dichiarata poi fallita a novembre, società già balzata agli onori delle cronache ai tempi dell'Inchiesta Metastasi essendo ritenuto dagli inquirenti - con ricostruzione non condivisa però poi, in sede di sentenza, dall'organo giudicante - "lavatrice" per i soldi movimentati da alcuni supposti appartenenti alla Locale di Lecco (QUI l'articolo). Si occupava di ristrutturazioni edilizie, con immobiliari e ditte di costruzioni ancora pesantemente numerose, nel complesso, tra i nomi in elenco, rappresentativi, invece, a livello geografico, di tutta la Provincia.
Era stata invece "bloccata", nel dicembre 2019, da una interdittiva antimafia a firma dell'allora Prefetto Michele Formiglio, la Cucumber SRLS, in attività, al tempo, in quello che per i lecchesi era il Caffè Cermenati, nell'omonima piazza, ora già riaperto con altra insegna che nulla a che vedere con il passato.

Il prossimo nome inserito al portale fallimenti, fermo da oltre un mese, sarà il numero 1/2023.
Con la speranza  però che quello appena iniziato sia, nonostante i sentori, un buon anno anche per l'economia lecchese.
A.M.
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