Lecco: primarie aperte ma voto al chiuso. Gazebi per strada no?

La cosa ridicola, se non imbarazzante, per quanto concerne la proposta delle Primarie del Partito Democratico del 26 febbraio, nel territorio di Lecco, riguarda la proposta organizzativa del voto ai cittadini. Su tutto il territorio non è previsto un gazebo; le sedi del voto nei piccoli comuni sono collocate all’interno di sale civiche; a Lecco si vota nei circoli ricreativi di antica memoria e presso la sede del Pd provinciale posta al terzo piano di via Carlo Alberto. Non tutti i lecchesi sanno dell’esistenza del circolo Figini a Maggianico, del Libero a Laorca, di quello di Germanedo. Per recarsi al seggio bisogna portare il certificato elettorale (??? privacy), carta d’identità e 2 euro e, a questo punto, “essere accompagnati da un tutor Pd”.  E’ un invito a non andare. Andranno soltanto gli ex, gli iscritti che non sono andati a votare, i vicini, i soliti, saranno in pochi. In altri territori le primarie sono aperte a portata di mano: vedi Milano.

Qui è tutto chiuso, si ripresenta la solita claustrofilia, si teme un voto contro, la manipolazione. Se così è, allora è meglio sopprimere le primarie aperte. Bisogna avere maggior coraggio e integrare ai gazebo, ai circoli, il voto online. Non è una questione tecnica, è politica.

Un simpatizzante, se in piazza trova un gazebo, è sollecitato a votare, ma non va a cercare il buco, la sala civica, il Circolo ricreativo. Tutte le scelte organizzative sono sempre politiche. C’è sempre stato un dibattito all’interno del Pd tra conservatori e innovatori, anche per quanto riguarda le primarie.  Non è un caso che, per la scelta del candidato sindaco e non solo a Lecco, non si siano fatte le primarie. L’apertura con l’esterno, con il mondo è sempre soggetta a fibrillazioni a sollecitazioni a modificazioni. L’identità è il prodotto di un processo aperto che mette in movimento energie, concezioni. Le primarie sono uno stimolo al dinamismo, sollecitano un’identità multipla e non statica novecentesca del partito.

Basta analizzare il voto di domenica 19 febbraio degli iscritti per verificare la poca partecipazione attiva. Se questi sono i dati, non c’è molto da festeggiare. E’ impossibile tracciare una mappa del voto dei circoli presenti nel territorio lecchese.

Su 700 iscritti hanno votato 482 (68%), 453 (64%) del Circolo di Lecco, 29 (6,4%) del Circolo di Merate.   Bonaccini ha ottenuto 239 voti (52%), pari al 34% degli iscritti; Schlein  142 (29%), pari al 20% degli iscritti; Cuperlo 46 (9,5), pari al 6,5% degli iscritti; De Micheli  26 (5,3%), pari al 3.7%.

Tanti simpatizzanti, giovani, donne se troveranno in piazza dei gazebo voteranno e saranno contenti di farlo. Per votare ci deve essere un’organizzazione che favorisca la partecipazione e la possibilità di esprimersi liberamente.
Dr. Enrico Magni
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