Solo 4 'fallimenti' nel primo trimestre 2023. Società storica chiede il concordato in bianco

Il Tribunale di Lecco
Non fallisce più nessuno. E non solo perché con l'avvento del nuovo Codice della crisi e dell'insolvenza il termine "fallimento" è stato abolito e sostituito da "liquidazione giudiziale". Il numero di procedure aperte in Tribunale a Lecco nel primo trimestre del 2023 è insolitamente basso. Sono quattro da inizio anno, tutte concentrate nel mese di gennaio, tutte srl, tre delle quali già in liquidazione. Sono nel dettaglio state dichiarate "estinte" la CAR.EL SRL in liquidazione, la BIBIBO' srl in liquidazione, la SVILIPPO ENERGIA 2014 SRL in liquidazione e la Ma-ma srl, rispettivamente con sede legale in Lecco, Santa Maria Hoè, Annone Brianza e Barzanò.
Nel 2022, giusto per dare un termine di paragone, nel medesimo periodo erano già otto, con l'anno chiusosi poi a quota 19, il numero più piccolo dal post crisi del 2008. E se anche in quell'occasione l'effetto devastante sull'economia (anche locale) si era iniziato a riscontrare nelle sezioni fallimentari dei Tribunali circa tre anni dopo, lo tsunami che sembrerebbe essere stato ingenerato dal covid parrebbe essere in leggero ritardo, seppur in qualche modo atteso dagli analisi e dai professionisti del settore, a cominciare appunto dai giudici che quotidianamente si trovano a dover gestire "il problema" e dunque, nel caso specifico di Lecco, in primis, i magistrati Edmondo Tota e Dario Colasanti, con il presidente Ersilio Secchi. "Quello attuale - spiegano - è un momento di stasi, ne' positivo ne' negativo", con la nostra provincia che, in ogni caso, sembrerebbe essere sopra la media nazionale quando a flessione dei fallimenti (-30%).
"Ciò non vuol dire però - precisano - che non ci siano imprese in difficoltà".
A tal proposito la Franci srl di Valmadrera, società avviata nel 1995, specializzata nella produzione di stampi, a inizio marzo ha fatto ricorso all'apertura del così detto "procedimento unitario", chiedendo di fatto quello che era il vecchio concordato preventivo in bianco, ottenendo sessanta giorni di tempo per mettere a punto una procedura per scongiurare poi la liquidazione giudiziale.
A.M.
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