Il dubbio è quella condizione psicologica infantile che permette l’esplorazione, la conoscenza e la curiosità


A Gerusalemme, in questi giorni di tormento, di lunghe estenuanti marce per estirpare un sentimento latente di autoritarismo, per difendere la democrazia, la voce di uno scrittore come Amos Oz risuona e s’infrange sulle mura che dividono la città: terra di sangue e di morte.  In tempi moderni, subito dalla nascita, con la dichiarazione di indipendenza, del 14 maggio 1948, Israele, è in guerra dentro e fuori il proprio territorio. Subito il giorno dopo la dichiarazione di indipendenza è attaccato dagli eserciti regolari di Egitto, Giordania, Siria, Libano e Iraq. D’allora persiste uno stato permanente di guerra, guerriglia, attentati: c’è un clima di terrore e di instabilità estenuante. Ci sono generazioni che dal quarant’otto vivono e si rigenerano dentro questo clima di pace sospesa. L’ultimo attentato, con un’autobomba, ha ucciso anche un giovane avvocato italiano andato per godere dei riti pasquali. Non c’è pace.

Oz, nel romanzo, “Giuda”, ambientato nella Gerusalemme del 1959/60, narra la storia del giovane studente Shemuel Asch, che sta scrivendo la tesi su “Gesù visto dagli ebrei” e costruisce un affresco impressionistico, metaforico delle contraddizioni dell’origine dello Stato d’Israele. Shemuel Asch, non terminerà mai la sua tesi.

La sua tesi ruota attorno ad un quesito complesso e interessante tratto dai Vangeli gnostici in cui si dibatte sul tradimento di Giuda. Secondo Shemuel Asch:  "Ma Gesù era molto incerto se seguire il consiglio di Giuda e salire a Gerusalemme. Nel profondo del suo cuore di bambino, da sempre il dubbio lo rodeva: sono proprio io l'uomo?  Sono davvero io l'uomo?  O forse sono troppo mediocre? E se le voci mi fanno andare spoglio? E se il padre mio ch'è nei cieli mi sta mettendo alla prova? Si sta prendendo gioco di me? Mi usa per uno scopo il cui segreto mi è occulto?... Gesù stesso forse non faceva altro che aspettare una prova inequivocabile da lassù, una qualche rivelazione o illuminazione, una risposta divina ai suoi dubbi: sono proprio io, l'uomo?...

"Giuda non si arrese: sei tu l'uomo. Tu sei il Salvatore. Tu sei figlio di Dio, tu sei Dio. Tu sei destinato a salvare l'umanità. Dal cielo ti è stato ordinato di andare a Gerusalemme e compiervi i tuoi miracoli, tu farai a Gerusalemme il miracolo più grande di tutti, scenderai vivo e vegeto dalla croce, e tutta Gerusalemme cadrà ai tuoi piedi.  Roma stessa cadrà ai tuoi piedi. Il giorno della tua crocifissione sarà il giorno della redenzione universale. È l'ultima prova cui tuo padre che è nei cieli ti sottopone, tu la affronterai perché sei il nostro Salvatore. Dopo questa prova comincerà l'era del riscatto dell'umanità. Quel giorno stesso arriverà il Regno dei Cieli…"

Quante sono le prove che l’umanità deve sostenere per combattere il male?

Giuda tradisce Gesù per costringerlo a compiere l’atto iscritto nelle cose per fare in modo che si realizzi quella condizione irreversibile della promessa. Secondo Giuda, Gesù non puo’ e non deve tradire la sua missione; il suo sacrificio è indispensabile per poter raggiungere il realizzarsi del Regno dei cieli. Lo scrittore israeliano Oz, evidenziando il dubbio permanente e costante della condizione umana, attraverso la rappresentazione narrativa di un Gesù bambino avvolto e catturato dai dubbi,  mette in risalto la fragilità dello Stato d’Israele e dell’inutilità dei sacrifici dentro e fuori le mura.

Il dubbio è quella condizione psicologica infantile che permette l’esplorazione, la conoscenza e la curiosità. Non servono croci, sacrifici per realizzare un contesto di convivialità tra le parti disuguali e differenti e camminare sulle acque dei mari e navigare sui prati appena in fiore.
Dr. Enrico Magni, Psicologo - psicoterapeuta
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