I presidi senza pretesti

Cara Leccoonline

Stasera c'è l'ennesimo Presidio silenzioso contro la guerra - ieri era per l'Ucraina oggi si chiede la fine delle ostilità tra Israele e Palestina.

- Pare, anche questa volta, esserci però un buco di realtà. Le ostilità che già è paradossale chiamarle tali ma così recita il volantino, non sono iniziate il 7 ottobre e il cessate il fuoco che è sempre cosa buona e giusta e salva vite o le ammazza più lentamente, è solo il minimo indispensabile. È pure un poco ipocrita.
I civili palestinesi muoiono e morivano come mosche anche prima, del 7 ottobre. 
Solo che lo facevano silenziosamente

- Siccome chiedere non costa niente e nessuno di chi ha potere ascolta, non potendo ripiegare sulle preghiere in Basilica per chiedere a un altro potere più in alto di ascoltare e ascoltarci, resto della convinzione che sia cosa buona chiedere sempre quello che è giusto.
Che non è fate silenziosamente.

- Il Diritto alla difesa è diventato il diritto a trucidare innocenti e se non di bombe o proiettili moriranno e continueranno a morire di stenti
Hamas non può essere il paravento per non chiedere giustizia. Finalmente, inderogabilmente, senza se e senza ma.
Anche se nessuno ascolta e ascolterà.

Bisogna scendere in piazza con la kefiah palestinese semplicemente anche solo per una questione di logica.
La Pace altrimenti non vuol dire nulla.
Cos'è
- un cessate il fuoco?
- un torniamo a prima della violenza di Hamas?

Si può prendere posizione su cosa c'era prima di un mese fa?
Sulla violenza quotidiana che non fa titolo di Israele in Palestina?
Sui coloni e le occupazioni?
Sulle risoluzioni non rispettate?
Sui muri alzati, i check point infiniti?
Sul lager a cielo aperto che è Gaza?
Sui campi profughi che han cinquant'anni?
Che l'acqua, la luce, le porte aperte o chiuse sono, pur se in Palestina, in mano agli umori del Governo di Israele?

I presidi non devono avere solo dei pretesti
Paolo Trezzi
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