Villa Monastero, 'una perla che si sta rinnovando'. Viaggio fotografico a cantieri quasi conclusi

Oggi è difficile anche solo immaginarlo. Ma un tempo, lì c'erano solo ulivi. Partendo da tale assunto, il team di professionisti - guidati dall'architetto Valerio Cozzi - che ha curato i lavori, è riuscito a individuare all'interno del compendio tre esemplari a dimora, probabilmente, dal 1700. Si sentiranno "meno soli", non appena prenderanno forza e si svilupperanno le cinque nuove piante - della stessa varietà, tre di origine ligure, una dalla Toscana, acquistate in uno specifico vivaio che ne garantisse la "certificazione" - inserire ex novo, proprio con la volontà di far da richiamo alla storia della Villa.
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E' una delle chicche legate al riassesto del parco di Villa Monastero, in corso ormai dall'inizio dello scorso anno, con i lavori- mostrati quest'oggi in anteprima alla stampa - pronti ormai a volgere al termine, mentre è in dirittura d'arrivo anche il "cantiere" che ha interessato la Casa Museo, su progetto dell'architetto Marco Cristiano Valsecchi, trovatosi a coordinare un'altra equipe di professionisti del mestiere che ha gestito interventi per un milione e 250mila euro (coperti da fondi ministeriali, regionali e provinciali).
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Già usciti così dalla to do list, il rifacimento della copertura (eliminando il sotto coppo d'amianto e mettendo mano al contempo anche ai numerosi comignoli) e il restauro delle facciate della Villa, concedendo - per la prima volta dall'apertura al pubblico - anche l'accesso alla "glorietta", lo spettacolare balcone sul lago, collegato con un arco alla camera da letto del primo piano. "Ora stiamo lavorando all'apparato ligneo" ha aggiunto Valsecchi, con gli oscuranti delle persiane mandati in laboratorio per un intervento di ripristino che interesserà anche i portoni.
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Come la Villa, per mutuare le parole della presidente della Provincia Alessandra Hofmann, orgogliosa di quanto portato avanti con la preziosissima collaborazione anche del personale dell'Ente - anche il suo Giardino si sta rinnovando. Un milione 780mila euro - dal PNRR - il valore, del tesoretto che ha permesso di tornare, dopo anni di interventi spot, ad arricchire in maniera compiuta il patrimonio botanico, razionalizzando al contempo la parte impiantistica (cosa non semplice, per complessità e vetustà) e - essenziale - implementando gli standard di sicurezza, a tutela dei visitatori, il cui numero - come noto - è in costante, tumultuosa, crescita da anni.
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Il tutto operando in un contesto non semplice, tra lago e montagna sovrastante, in una zona dunque non solo assoggettata ai vincoli della Soprintendenza - la quale, ha sottolineato ancora la presidente, si è dimostrata quasi un "partner" - ma anche idrogeologicamente difficile, con la necessità di contenere dunque le spinte erosive dell'acqua.
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Rimossi alcuni alberi - per lo più esemplari "infestanti" - si è proceduto poi, per quanto attiene la parte arborea, per addizione, introducendo per esempio palme, agavi, yucche e aloe, con quest'ultima specie, un tempo, propria del Monastero, riferimento per l'approvvigionamento. E sempre per richiamare la storia, l'architetto Cozzi ha voluto anche l'Orto delle Monache, mettendo a dimora piante officinali e altre varietà che, nei prossimi mesi, inizieranno a svilupparsi. E ci vorrà tempo - quello della Natura, chiaramente - anche per arrivare a quella "pienezza" auspicata, giocando con i volumi.
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Mentre alcuni "ritocchi", come quelli sui muretti, per esempio, sono stati realizzati così coerentemente con il contesto da risultare invisibili, come da effetto sperato. Questione differente, per le statue disseminate nel Giardino. Quelle "dimenticate" più a lungo, sono state fatte oggetto di un intervento di pulizia, volutamente non aggressivo, che ora fa notare però la differenza rispetto a quelle - al momento - lasciate indietro. In corso di completamento, infine, opere analoghe anche su parte delle balaustre.
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"Entrando qui, secondo me, ci si dove dimenticare di dove sì è, immergendosi completamente", il pensiero dell'architetto Cozzi, determinato però nel ricordare ai visitatori l'educazione. Troppe le piante danneggiate con incisioni di nomi e simboli, soprattutto dai turisti stranieri. Una brutta usanza, da interrompere.

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A.M.
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