Malgrate: provo vergogna per la sala concessa per 'Il Testimone'. Si proietti '20 giorni a Mariupol'

Buongiorno, 
dopo aver vissuto per moltissimi anni a Malgrate ho provato un profondo senso di tristezza e di vergogna nell'apprendere che anche una delle sale della "mia" parrocchia è stata concessa per la proiezione di questa pellicola, riconosciuta a livello internazionale come uno strumento di propaganda del regime russo. La mia non è una presa di posizione dettata da ideologia, politica o semplice voglia di creare polemica, ma faccio riferimento a evidenze condivise da varie organizzazioni internazionali e da organi che si occupano proprio di arginare la diffusione di notizie false. 
Tuttavia, non mi meraviglia tanto la capacità di penetrazione della propaganda russa, quanto la "giustificazione" data da chi ha concesso l'uso della sala "a un gruppo di persone che vuole vedere questo film". 
Spero mi sia consentito esprimere il mio più profondo sdegno nel momento in cui apprendo che uno spazio privato venga concesso senza preoccuparsi di verificare l'utilizzo che ne viene fatto. 
Certo, la proiezione del film non è (ancora) stata vietata, alcuni dei "responsabili" dei contenuti non sono ancora stati portati davanti al tribunale dell'Aia nè condannati, ma occorre un po' di cautela in più soprattutto nel rispetto dell'immenso dolore che l'aggressione russa sta provocando in Ucraina. 
Chiudo con un suggerimento direttamente a Don Andrea, e se mi è consentito al Prevosto che come noto è molto appassionato e competente in ambito cinematografico: organizzare la proiezione di un docufilm, vincitore tra i tanti anche del premio oscar, che racconta la verità di quanto accaduto (e che sta accadendo) in Ucraina. S'intitola "20 giorni a Mariupol", lascio un link informativo da cui si può richiedere l'autorizzazione a proiettare la pellicola. Sarebbe un'occasione utile per diffondere un po' di verità storica, per rendere un minimo di giustizia e di rispetto verso le vittime innocenti di questa assurda guerra e non da ultimo un segno concreto per dare un senso a quella parola che sembra sempre sulle labbra degli aggressori, degli invasori e di chi l'ha negata a tanti civili innocenti: pace. Grazie per aver letto.
Beppe
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