Lecco perduta/219: è tornata di moda la bicicletta?

Per i nostri nonni era l’unico mezzo per andare al lavoro, come ha ricordato Vittorio De Sica, nel famoso film del 1948 dal titolo “Ladri di biciclette”. Sembra vero che la bici sia tornata attuale riscoprendo il medesimo ruolo di oltre 70 anni or sono: è semplice e pratico mezzo di trasporto.



Il titolo di un quotidiano

1948: l’anno ciclistico della grande vittoria di Gino Bartali al Tour de France, che scatenò l’entusiasmo dei tifosi, distogliendoli da possibili movimenti insurrezionali di piazza, dopo il grave attentato a Palmiro Togliatti. Anche lo schermo cinematografico si impadronì del mezzo con le due ruote a pedale; ebbe momenti di larga popolarità Silvana Pampini, la terza maggiorata nazionale dopo Gina Lollobrigida e Sofia Loren, con il suo film “Bellezze in bicicletta”. E, a proposito di set cinematografici, c’è da ricordare che negli stessi anni la città di Lecco divenne “teatro di ripresa” di un film sul Giro d’Italia, interpretato, come protagonista in maglia rosa, dal celebre Totò. La regia di Mario Mattioli, aveva annoverato nel cast del film attori già popolari come Isa Barzizza, Walter Chiari e Mario Riva, ma,soprattutto, i più prestigiosi assi del pedale del dopoguerra 1945, da Bartali a Coppi, da Magni all’elvetico Kubler, dal francese Bobet ad Astrua, Cottur, Ortelli ed altri. Nel film, però, gli assi sono gregari di Totò in maglia rosa, vincitore di tutte le tappe.



Cicloturisti lecchesi guidati da Giorgio Mazza

Il film di Totò aveva la sua base operativa all’Hotel Moderno di piazza Diaz, vicino al municipio. Con celebrati campioni di epiche imprese sulle due ruote, furono chiamati sul set dilettanti lecchesi del Moto Velo Club Lecco, presieduto dallo sportivissimo Giovanni Carissimi. Immagini del film vennero girate come arrivo di tappa davanti al Caffè Cavour (oggi chiuso) con il giro della rotonda di piazza della Stazione. La cinepresa fu in azione anche sulla discesa da Ballabio a Lecco, in località Pomedo di Laorca. Nel gruppo dei dilettanti lecchesi convocati, come ricordava Ezio Cazzaniga, c’erano i fratelli Bonacina, Francesco e Casimiro Riva, Sesti, Nando Gilardi, ed altri.



Donne al lavoro in bicicletta

I fratelli Riva sono stati protagonisti di un episodio unico nella storia del ciclismo lecchese, ma anche di altri territori e zone. Una domenica di guerra dell’autunno 1942, nel campionato sociale lecchese, organizzato come gara di fine stagione sulle strade del territorio, i due fratelli si presentarono sul rettilineo d’arrivo dell’attuale corso Martiri stretti ed abbracciati sulla bicicletta. Venne fatto vincere Francesco Riva, il più anziano dei due, classe 1922, che è deceduto nel 1998. Il popolare Cecco Gioia, nativo di via Visconti, era stata una grande speranza del ciclismo lecchese, aveva imparato ad amare la bicicletta con il fratello minore Casimiro, da ragazzino, nel negozio artigianale di papà Riva, che costruiva le biciclette Gioia, con i colori blu e nero. Gioia divenne dilettante scelto, dopo piazzamenti e vittorie in gare di 1^ categoria. La sua carriera agonistica venne bruscamente interrotta dalla guerra, con la chiamata militare in grigioverde.
Per quanto riguarda il film di Totò girato a Lecco è anche occasione per rivedere le maglie storiche del grande ciclismo, con le case produttrici di biciclette, ovvero Legnano, Bianchi, Atala, Benotto, Wilier Triestina, l’Elvetica Tebag, ed altre.
A.B.
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