Lecco: approvato l'aumento dell'Irpef con l'impegno a rivederlo il prossimo anno

Emilio Minuzzo
Dopo settimane di dibattito è stata approvata dal consiglio comunale lecchese con 19 voti a favore, 12 contrari e due astenuti, la nuova addizionale comunale Irpef che nel 2023 porterà l’aliquota allo 0,80 per cento, con un’unica fascia per tutti i contribuenti, innalzando le esenzione per i redditi fino a 16mila euro. Approvato contestualmente, e questo all’unanimità, anche uno dei tre ordini del giorno legati presentati da Lecco Merita di più, non senza un lungo lavoro di mediazione.

Andiamo con ordine. A ribadire le motivazioni che hanno portato l’amministrazione ad alzare questa tassa è stato l’assessore al Bilancio Roberto Pietrobelli: “In questi anni post Covid si è manifestato un sensibile aumento dei costi per singolo servizio offerto, al quale si sono aggiunti i costi per le materie prime acquistate e quelli sui contratti. Per offrire gli stessi servizi erogati negli anni precedenti il Comune deve sopportare un costo complessivo che travalica una ragionevole proiezione di entrate determinando un disequilibrio che necessita di un intervento sostanziale. Quindi, per assicurare una razionalità del sistema tributario e la salvaguardia degli equilibri di bilancio mantenendo invariata la qualità di tutti i servizi erogati, riformuliamo e rimoduliamo le aliquote Irpef comunali. Una scelta impopolare, sulla quale abbiamo pensato a lungo perché non è mai il momento di aumentare le tasse, ma se lo si fa è perché si giudicano le alternative più dannose ed inique del provvedimento stesso. Del resto, così devono aver pensato tutti i comuni capoluogo della nostra regione quando negli anni precedenti hanno portato l’addizionale allo 0,80 per cento e lo stesso avrà pensato l’amministrazione di centrodestra che l’ha introdotta nel 2009 nel nostro Comune. Sono sicuro che anche allora non c’erano alternative. Ci siamo prodigati a cercare tra i capitoli di spesa quelli che potevano essere razionalizzati senza penalizzare i servizi, abbiamo ridotto da 68 a 64 milioni di euro le richieste di spese di prima formulazione, ma oltre quel livello di riduzione avremmo intaccato pesantemente diverse filiere di servizi e l’unica opzione che rimaneva era un adeguato aumento delle entrate, considerando come buona prassi quello che hanno fatto altri comuni”.

Nella difficoltà di presentare emendamenti alla manovra, dovute in parte al regolamento e in parte alla complessità della materia, i gruppi di minoranza di sono attivati con degli ordini del giorno: uno presentato dai consiglieri di Fratelli d’Italia, Lecco Ideale e dall’ex candidato sindaco Peppino Ciresa e gli altri da Lecco Merita di più-Forza Italia.
Nel primo documento, illustrato da Giacomo Zamperini, sono state evidenziate alcune circostanze: “Questo aumento va a penalizzare chi prende un reddito di 1.300 euro al mese, famiglie non benestanti che saranno penalizzate da aumenti non proporzionali. Se la bolletta dovesse tornare a essere meno cara, come sembra, vi chiediamo di abbassare di nuovo nel 2024 le aliquote e chiediamo un impegno ulteriore a rivedere in senso proporzionale questo aumento in particolare per le famiglie numerose. Non è vincolante ma chiediamo un impegno in tal senso da parte della amministrazione”.
Condividendo le stesse premesse l’ordine del giorno presentato da Simone Brigatti impegnava il Comune a rivedere le soglie di esenzione per salvaguardare le famiglie con redditi inferiori, già messe in difficoltà da questa crisi. Le opzioni presentate dal forzista erano di alzare la soglia di esenzione a 25mila euro, con un introito per il Comune di 230mila euro in meno, oppure di 20mila euro, con un introito inferiore per 530mila euro. Il documento presentato infine da Emilio Minuzzo chiedeva alla giunta di impegnarsi a rivedere questo provvedimento per il 2024, considerando di tornare alle aliquote in vigore fino ad oggi pur mantenendo l’esenzione fino ai 16mila euro di reddito, e di relazionare i consiglieri comunali durante l’anno sull’andamento dei costi.

Dalle prime battute del dibattito non sembrava che la maggioranza fosse disposta ad accogliere le proposte presentate: “Ci vogliono mesi per lavorare al bilancio e trovare gli equilibri necessari. Non potete arrivare in consiglio comunale con una mozione scritta a mano e chiederci stasera di modificare tutto” ha tagliato corto il capogruppo dem Pietro Regazzoni. Una posizione condivisa, almeno inizialmente anche dagli altri gruppi: “Se le tasse le pagassero tutte forse non saremmo in questa condizione - ha sottolineato Alberto Anghileri (Con la sinistra cambia Lecco) - A noi sarebbe piaciuto fare un’operazione diversa agendo sugli scaglioni delle aliquote ma per legge non si può. Gli aumenti ci sono, come ci sono gli imprevisti e le cose che non conosciamo. Le tasse sono un dato di civiltà e se devo pagare 70 euro all’anno in più per garantire i servizi ai più deboli lo faccio volentieri”. Stessa linea di Fattore Lecco: “Abbiamo una situazione economica che ha colpito le famiglie e non ha risparmiato neanche il Comune. Di fronte a questa situazione si è lavorato in maniera logica e coerente al progetto di maggioranza - ha chiarito Matteo Ripamonti - Noi abbiamo scelto per linea politica di non ridurre alcune righe di bilancio perché il reddito delle persone è fatto anche dai servizi di cui possono usufruire. Non siamo qui per prendere gli applausi ma per portare avanti le soluzioni che ci sembrano migliori”.

Secca la reazione dell’opposizione, a partire da Corrado Valsecchi di Appello per Lecco: “Uno scostamento di bilancio di questo genere non si era mai visto e non capisco dove sta lo scandalo di dire che se si chiedono dei sacrifici oggi ai cittadini per sanare una situazione provvisoria, si può rivedere la situazione alla luce di un nuovo scenario nel 2024. Qua si butta tutto in politica ma c’è anche il buon senso, se cambia lo scenario cambia il mio modo di operare, non è che i rincari e le bollette i cittadini non le pagano”.  Anche Minuzzo, Brigatti e Zamperini hanno ribadito la richiesta di un impegno a rivalutare la situazione alla luce del nuovo scenario il prossimo anno, “richieste di buon senso che non vi impegnano a cambiare nulla oggi”.

A riaprire il dialogo l’intervento di Giovanni Tagliaferri, fuoriuscito dal Pd per il gruppo misto: “È una situazione di emergenza per le famiglie e per i comuni. Proprio perché è una situazione di emergenza, questi interventi significano per le famiglie una busta paga più leggera di 100, 150 o 200 euro all’anno. Mi sento di sollecitare l’impegno a lavorare insieme perché dobbiamo necessariamente farlo anche mettendo in discussione dinamiche politiche e anche se questo vuol dire rivedere il programma”. Alessio Dossi, capogruppo di Ambientalmente, pur difendendo il provvedimento ricordando che la stessa direzione è stata presa molto prima dagli altri comuni capoluogo, ha ammesso che seppur troppo specifici, gli ordini del giorno presentati erano di buon senso. È così che limando qualche parola e lasciando più indeterminate alcune affermazioni, l’ordine del giorno di Lecco Merita di più-Forza Italia presentato da Minuzzo è stato ripreso, modificato e condiviso anche dai capigruppo della maggioranza e approvato all’unanimità.
M.V.
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