Calolzio, Lega: col candidato unico vince la linea governativa. Ma tanti i mal di pancia per l’assenza di dibattito congressuale

Debora Piazza, Daniele Butti, Eugenio Zoffili e Eleonora Rigamonti


L'esito è scontato per il Lecchese. Ma il solo fatto che si sia riunito non lo è. Il soggetto è il Congresso provinciale della Lega per Salvini Premier, partito nato nel 2017 dalla costola della Lega Nord per avviare il percorso "nazionalista" del leader allora indiscusso e soprattutto per togliersi dal groppone i 49 milioni sequestrati per la nota vicenda di Bossi e Belsito. In via anomala rispetto alla tradizione della storia dei partiti, la LSp non è sorta sulla base di un congresso fondativo ed è stata di fatto fin da subito commissariata, dall'apice (il Consiglio federale) fino ai livelli locali (le sezioni). E ancora non è noto il meccanismo con il quale si affronterà il congresso nazionale.

 

Daniele Butti

 

Militanti e struttura si sono trasferiti nel nuovo partito a sfondo blu, lasciando per strada o creando grossi mal di pancia ai fedeli del colore verde, quello delle valli padane e delle origini del movimento. L'assenza dei congressi è diventata una forte insofferenza per i militanti. Anche al congresso provinciale i vari interventi dei tesserati hanno espresso questo malcontento, che ha ridotto per anni lo spazio del dibattito, del confronto e dell'assunzione di decisioni in modo democratico. A Lecco l'ultimo segretario eletto è stato Flavio Nogara, che nel 2018 ha dovuto cedere il posto al commissariamento per una questione di incompatibilità tra questo ruolo nel partito e la funzione svolta da consigliere regionale.

Nella vicina Bergamo ha vinto la linea del "nordista" Fabrizio Sala. A Brescia è passata la stessa linea con Roberta Sisti. A Lecco invece è stato scelto lo stampo dell'establishment, con la riconferma del commissario Daniele Butti. Il risultato è scontato in quanto è stato - per la prima volta nella storia del Carroccio lecchese - il candidato unico alla guida del coordinamento provinciale.

 

Flavio Nogara

 

La sede prescelta è stato il Monastero di Santa Maria del Lavello a Calolziocorte, Comune che andrà al voto tra una settimana. Il clima era quello dell'orgoglio leghista, ma non di festa. Di bandiere non se ne sono viste. Del resto la quasi totalità degli interventi degli iscritti ha evidenziato che l'ultimo congresso risale a nove anni fa. Troppi. La figura di Butti non è stata messa in discussione da nessuno. Gli è stata riconosciuta pazienza, capacità di ascolto e, da parte di Mauro Piazza, l'inclinazione a saper accogliere e a svolgere un lavoro di cucitura.

 

In molti hanno fatto respirare il sentimento federalista. Molto netto in questo senso Giovanni Pasquini che trova nella riforma per l'autonomia un'anticamera del sogno federalista. L'obiettivo locale che più preme a molti degli iscritti e dei volti storici è la conquista del capoluogo di Provincia. Dal Comune di Lecco passano scelte importanti, si scelgono i vertici delle società partecipate, ha sottolineato Flavio Nogara. Più in generale l'ambizione è di essere la spina dorsale del centro-destra. Un modo anche per rivendicare la propria aderenza sul territorio, a differenza di Fratelli d'Italia che sta raccogliendo consensi ma non è ancora strutturata da un punto di vista organizzativo.

 

Franco Lana

 

 

L'intervento più critico è stato Franco Lana, segretario della Lega di Merate. Del resto la seconda città della Provincia esce sconfitta da questo congresso. Non ha un suo rappresentante nel Direttivo. Lo stesso Butti si è scusato per non essere riuscito a passare in queste settimane al circolo meratese, sovraccaricato dai tanti altri appuntamenti sul territorio per definire la rosa del direttivo e far volgere nel segno dell'unità l'atteso congresso. Lana è stato anche quello che si è concesso più minuti degli altri. Ha ricordato anche lui dei 9 anni senza congresso, ma è sembrato volesse mettere il dito nella piaga, ribadendo quanti episodi sono nel frattempo accaduti, dal Covid, alle due elezioni di Fontana, all'elezione di tre governi alla raccolta firme sulla riforma della Giustizia. La giornata del 7 maggio è quindi una data storica "da cogliere positivamente anche se i tempi e le modalità non hanno reso possibile quel confronto indispensabile tra i militanti della sezione". Si è poi domandato retoricamente: "Che differenza avrebbe fatto un mese in più per stabilire un dibattito?". Lana ha parlato di una scelta per certi versi obbligata e ha auspicato che si agirà per il bene della comunità. "Non si riesce a capire il senso di questa scelta, quasi a derubricare il congresso ad atto dovuto, una mera formalità burocratico" ha ancora tuonato Franco Lana tra le facce tese degli astanti.

 

Giovanni Colombo

 

Un secondo momento di tensione si è registrato con lo storico esponente della Lega Giovanni Colombo, vicinissimo a Roberto Castelli. Colombo era in lizza per essere membro del direttivo, ma alle 10.55 ha comunicato di rinunciare. Quando ha preso la parola ha dato come motivazione questioni personali e di salute. Tra le parole utilizzate "coerenza" e "competenza" come tratti distintivi della Lega, ritenendo che non possa diventare un pullman dove far entrare molti. Una peculiarità del movimento in cui nessuno si mette davanti. Poi però una informazione che ha deciso di rendere pubblica. Ha comunicato ai presenti che, in seguito a delle sue affermazioni rilasciate alla stampa dopo le elezioni comunali di Lecco, ormai nel 2020, in cui imputava parte della sconfitta al modo in cui era stata gestita la partita, ha ricevuto una denuncia da Carlo Piazza, che fa riferimento a Mauro Piazza. Colombo ha quindi tentato di porre fine alla vicenda: "Questa era una famiglia, io vorrei finirla con questa storia qui. Io vorrei costruire e non distruggerle. C'era un'armonia che era completamente diversa". Dopo il suo intervento, il consigliere regionale Mauro Piazza, che era fino a quel momento in prima fila si è alzato per non farsi vedere più. L'intervento è stato molto applaudito.

 

Eugenio Zoffili

 

Dopo una serie di altri interventi, tra cui un breve collegamento telefonico con Matteo Salvini, ha parlato Daniele Butti. Ha richiamato i successi della Lega, rivendicando anche l'esito delle Regionali, terzo partito in Provincia, che ha consentito di avere un proprio iscritto tra i banchi della Regione, Piazza appunto. Tra gli obiettivi che si è posto è di mantenere coeso il movimento ascoltando le diverse anime. Ha richiamato l'impegno per l'autonomia. Ha ventilato l'ipotesi di creare tre circoscrizioni anziché due. E poi la battaglia per far passare la città di Lecco a guida centro-destra, promettendo il massimo sforzo della Lega per portare a casa questo risultato.

Il nuovo direttivo resterà in carica per cinque anni.

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M.P.
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