ASST Lecco: l'ozonoterapia per il trattamento del dolore grazie a una donazione di Cancro Primo Aiuto

L'ASST di Lecco punta (anche) sull'ozonoterapia. L'organizzazione di volontariato Cancro Primo Aiuto, attraverso un significativo contributo della Colombo Costruzioni Spa, ha infatti donato all'Azienda socio-sanitaria territoriale un lettino e tutta l'attrezzatura necessaria per sottoporre i pazienti affetti da dolori e infiammazioni di vario tipo a un trattamento medico tanto semplice nella sua esecuzione quanto efficace, che sostanzialmente prevede che il sangue venga prelevato, ozonizzato e poi rimesso in vena, secondo un sistema a circuito chiuso del tutto naturale e utile a rigenerare i tessuti.


Paolo Favini

Se ne è parlato questa mattina nel corso di una conferenza stampa all'Ospedale Manzoni di Lecco, il presidio facente capo all'ASST in cui sarà praticato questo tipo di terapia grazie all'intervento di personale medico specializzato con, in primis, il dottor Paolo Maniglia; la novità però, stando a quanto dichiarato dal direttore generale Paolo Favini, dovrebbe andare poi a interessare anche il Mandic di Merate, dove l'intenzione è quella di concentrarsi in modo particolare sul dolore in età pediatrica.


Flavio Ferrari


Carlo Colombo della Colombo Costruzioni Spa

"Quello intrapreso con Cancro Primo Aiuto è un percorso che va avanti ormai da anni e che sta portando risultati significativi" ha commentato con soddisfazione il dg, lasciando poi la parola all'ad dell'associazione Flavio Ferrari. "L'ospedale di Lecco non è uno di quelli più grandi per dimensioni, ma proprio per questo è gestibile in modo efficace e ha tutte le caratteristiche per mettere al centro il paziente, la persona per quello che è; inoltre qui è possibile creare rapporti umani molto stretti, e di conseguenza condividere progetti che possono poi essere attuati anche nell'arco di breve tempo" ha commentato quest'ultimo. "Quella dell'ozonoterapia è una tecnologia basica e molto semplice, che permette di migliorare la vita dei pazienti affetti da mialgia o altre patologie che causano forte dolore, evitando l'uso di farmaci. Su questo fronte Regione Lombardia è ancora in una fase di sperimentazione, motivo per cui saremo noi di CPA a garantire eventuali pezzi di ricambio per il macchinario, in attesa che venga tutto codificato con i protocolli del caso. Anche a Merate se ne farà uso, soprattutto per i bambini: diventeremo quindi un punto di riferimento importante, un po' come il San Matteo di Pavia".


Il dottor Paolo Maniglia

Molto soddisfatto e riconoscente anche il dottor Paolo Maniglia, che ha già fatto affidamento sull'ozonoterapia nel trattamento di pazienti colpiti dal Covid in maniera seria. "Disporre di una strumentazione come questa ci consente di svolgere un lavoro di alto livello, con qualità e professionalità" ha sostenuto il direttore della SSD Terapia del Dolore. "Si tratta di una metodica importante e a basso costo, perchè in fin dei conti prevede solo l'impiego di una macchina e di una bombola di ossigeno, ancora un po' di nicchia ma comunque utilizzata in molti ambiti e in modo sistemico per diverse problematiche. L'ultimo studio effettuato in Italia ne dimostra l'efficacia in particolare su persone affette da fibromialgia, ma l'ozono è già sfruttato da anni soprattutto per patologie osteomuscolari, sul disco della colonna vertebrale e a livello delle radici del midollo spinale. Questa tecnica non andrà a sostituirne altre, al massimo le affiancherà e potenzierà, soprattutto nei casi di pazienti che non possono assumere farmaci "pesanti" come il cortisone: l'ozono, infatti, toglie l'infiammazione e dà benefici (anche immediati) senza controindicazioni nè complicanze".




Una seduta di terapia può durare anche solo cinque minuti, che diventano venti o trenta nei casi in cui deve essere sistemica (solitamente con tre o quattro sedute alla settimana per la fibromialgia, che poi si diradano nel tempo per un mantenimento). "Ad oggi non si hanno ancora evidenze di benefici totali, il dolore non scompare: sicuramente, però, l'ozono garantisce miglioramenti concreti, in grado di fare la differenza nella qualità di vita di una persona, che magari può tornare per esempio ad alzarsi dal letto e andare in bagno in autonomia".



Per utilizzare la nuova attrezzatura, naturalmente, sono necessari rigore scientifico e diagnosi precise da cui partire, oltre che la competenza di personale adeguatamente formato. A questo proposito, a breve una figura specializzata affiancherà il dottor Maniglia, che ha puntato l'attenzione sull'importanza di preparare allo scopo anche la componente infermieristica, per un vero lavoro di equipe che possa diventare poi multidisciplinare. Il costo dell'attrezzatura e del lettino donati quest'oggi all'ASST di Lecco si aggira intorno ai 20.000 euro.
B.P.
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