Lecco: Anghileri ricorda Bubacarr in aula, l'opposizione chiede conto su controlli e cartelli

Ha fatto riflettere anche durante il consiglio comunale la morte del 18enne gambiano Bubacarr Darboe, annegato mercoledì scorso nelle acque del lago dopo essersi immerso nei pressi della spiaggetta della Malpensata per rinfrescarsi.
A richiamare l’attenzione sulla tragicità del destino del giovane è stato Alberto Anghileri (Con la sinistra cambia Lecco): “In Gambia, uno dei Paesi più poveri al mondo, vive la famiglia Darboe, padre madre e sei figli, lo stipendio mensile medio è di 50 dollari. Metà della popolazione vive sotto la soglia di povertà. La famiglia Darboe decide di investire sul figlio maggiore, Bubacarr di 18 anni, lo manda in Europa: due mesi di viaggio attraverso il Sahara e il Mediterraneo, un viaggio che comporta molti rischi e che costa tanto. Molti dei compagni di viaggio di Bubacarr muoiono durante la traversata del deserto o nel Mediterraneo, lui è più ‘fortunato’, sbarca a Lampedusa e poi finisce nella nostra città dove poi muore annegato nel nostro lago”.

Bubacarr

Anghileri da un lato ha sottolineato il paradosso: “In un mondo civile, Bubacarr, proprio come hanno fatto e continuano a fare i nostri connazionali, avrebbe preso un biglietto aereo, spendendo un decimo di quanto ha probabilmente speso la sua famiglia e in tre o quattro ore sarebbe sbarcato in Europa, avrebbe richiesto e ottenuto un permesso di soggiorno e avrebbe facilmente trovato un lavoro indispensabile per mantenersi e inviare un aiuto alla famiglia rimasta in Gambia, ma purtroppo il nostro non è un mondo normale”.
Dall’altro ha messo al centro il ruolo dell’Amministrazione comunale e dell’opinione pubblica: “La sua morte in città ha suscitato molte reazioni, da un lato il sindaco che assieme alla giunta e con la fascia tricolore ha portato un mazzo di fiori e un messaggio sul luogo della disgrazia dimostrando così ai compagni di viaggio di Bubacarr la solidarietà e la vicinanza della città. Certamente un piccolo gesto di cui andare orgogliosi, un piccolo gesto coerente con le scelte di accoglienza che la nostra amministrazione assieme al mondo del volontariato opera quotidianamente. Importante anche la presenza dell’assessore al welfare nel centro culturale musulmano per ricordare Bubacarr. C’è però anche una parte di città disumana e indifferente: basterebbe leggere i molti, troppi commenti sui social che trasudano odio e disumanità davvero incomprensibile. Una proposta? La Caritas ha lanciato una sottoscrizione per pagare le spese del rientro in Patria di Bubacarr e dare un contributo alla famiglia, sarebbe bello se decidessimo tutti assieme di versare i gettoni di presenza di questa sera in questo fondo, un altro piccolo ma significativo gesto di solidarietà”.

Una foto scattata il giorno della tragedia

Se nessuno dei consiglieri presenti ha, quanto meno pubblicamente, accolto la proposta, diversi membri dell’opposizione hanno chiesto all’amministrazione che cosa intende fare per impedire nuovi incidenti drammatici: “Il nostro lago deve diventare un luogo sicuro e attrattivo, non basta un cartello in A4 che vieta la balneazione - ha detto Lorella Cesana (Lecco ideale - Lecco Merita di più) - Ieri pomeriggio c’erano 14 ragazzi sulla piattaforma che facevano il bagno con la polizia locale che passava senza intervenire. Un divieto del genere non ha senso”.
Anche il collega Simone Brigatti ha chiesto conto dell’ordinanza di divieto di balneazione, della possibilità effettiva di farla rispettare e delle responsabilità del Comune per auto accaduto.
"Divieti e ordinanze sono un modo superficiale di trattare i problemi ed è anche difficile farli rispettare - ha aggiunto Marco Caterisano (Fratelli d’Italia) - Dobbiamo invece analizzare quali sono problemi e capire come mettere in sicurezza il nostro lago, anche attraverso una cartellonista adeguata”.

La spiaggetta

La vicesindaco Simona Piazza ha assicurato che i pattugliamenti della polizia locale promossi in collaborazione con la Questura hanno portato a numerosi interventi, chiarendo anche la “storia” dell’ordinanza del divieto di balneazione: “Il 5 maggio ATS ha identificato come balneabili quattro zone del Comune di Lecco, Pradello, l’area dei gradoni, Rivabella e la Canottieri. In seguito il Comune ha eseguito dei sopralluoghi che hanno portato a ritenere l’area dei gradoni non balneabile perché non sicura, da qui l’ordinanza di divieto. È in corso la produzione di cartelli più chiari, in diverse lingue e con immagini esplicative. Il nuovo lungolago inoltre prevede l’installazione delle telecamere per monitorare anche queste situazioni”.
Il sindaco Mauro Gattinoni ha aggiunto che il Comune si è fatto carico del trattamento e della conservazione della salma fino all’eventuale rimpatrio.
M.V.
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