Anche una delegazione lecchese tra i 250 presenti alla scuola di politica di Azione

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Oltre 250 giovani da tutta Italia hanno trascorso il weekend a Brescia, per partecipare alla Scuola di politica di Azione dedicata a Carlo Rosselli, dal titolo “Le radici di ieri, la sfide del domani”. 
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Accanto a serrati momenti di dibattito e confronto, ai quali hanno partecipato relatori di altissimo profilo, tra cui il giornalista Enrico Mentana e l’economista Carlo Cottarelli, l’iniziativa ha avuto il merito di mettere in gioco direttamente i partecipanti nella realizzazione e nell’organizzazione di una campagna elettorale per le europee di un ipotetico candidato, stimolando i giovani - divisi in 20 squadre - ad analizzare i punti di forza e di debolezza del proprio candidato e, da lì, strutturare manifesti e card social, strategie comunicative e calendario degli eventi sul territorio.
Hanno partecipato ai lavori anche tanti big del partito come Mariastella Gelmini, Matteo Richetti, Giulia Pastorella, Ettore Rosato, Elena Bonetti e il commissario regionale Fabrizio Benzoni.
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Presente anche il segretario Carlo Calenda, che nel suo lucidissimo intervento ha smascherato l’inconcludenza della politica italiana che, per anni, ha generato solo tifo da stadio e poche risposte. “La differenza tra votare un partito durante le elezioni e tifare una squadra di calcio è sostanziale” - ha detto Calenda - “Tu elettore di sinistra, hai ottenuto qualcosa in 30 anni? Salari più alti, condizioni di lavoro migliori? E tu, elettore di destra, cosa hai ottenuto? Meno tasse? Meno sbarchi? No. 
Alla luce dell’inconcludenza della politica, nemmeno l’alibi di evitare che salga al potere la “fazione” opposta può reggere. È arrivato allora il momento di toglierci le magliette da tifoso di destra e sinistra, e scegliere con criterio da chi farci governare”.
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Anche la segretaria provinciale lecchese, Eleonora Lavelli, è stata invitata a raccontare la propria esperienza della campagna elettorale per le regionali, svolta in ciascuno degli 84 Comuni della Provincia.  
L’entusiasmo e la passione dei giovani alla scuola di politica non sono affatto mancati. Anzi.
“La scuola politica è stata una piacevole sorpresa che mi ha mostrato quanta passione e quanta dedizione ci sia dietro il fare politica. Ho visto in tutti i partecipanti tanta dedizione ed entusiasmo; i veri ingredienti per una buona partecipazione alla cosa pubblica. Particolarmente interessanti sono stati i momenti di confronto con i compagni di lavoro e gli esponenti del partito che mi hanno permesso di strutturare idee diverse e più complete rispetto alle mie conoscenze pregresse”, scrive Andrea Colazzo, di Merate.
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