Manzoni: ogni intervento produce 8.4 kg di plastica, solo a Lecco se ne fanno 1.400 l'anno. Studio per una chirurgia più 'green'

Ogni intervento chirurgico impatta mediamente sull'ambiente come un viaggio in auto da Lecco a Rovaniemi, il paese di Babbo Natale. Libera infatti, direttamente e indirettamente, 814 kg di CO₂, la stessa, per avere un altro termine di paragone, di 99.000 cicli di ricarica di uno smartphone. Ogni operazione, poi, produce qualcosa come 8.4 kg di plastic trash, la quantità che ciascuno di noi accumula in un mese e mezzo. Al Manzoni, in un anno, solo la struttura diretta dal dottor Mauro Zago, ne effettua all'incirca 1.400. Facile comprendere dunque come il tema della sostenibilità ambientale, in sanità, sia assolutamente di difficile gestione.
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"L'interventistica genera una quantità di rifiuti inimmaginabile" argomenta il primario della Chirurgia dell'ospedale cittadino, struttura che si è prestata a collaborare con il Politecnico di Milano e il CNR per provare quantomeno a mappare il tipo di pattume prodotto in sala operatoria, per avere una base di partenza, poi, per tentare, nel suo piccolo, di mettere in pratica una migliore differenziazione, alleggerendo l'impatto sull'ambiente e, perché no, contribuendo a ridurre i costi di smaltimento. In teoria, infatti, è stimato - a livello generale - che il 72% del materiale monouso utilizzato, sulla carta, è riciclabile, un 25% circa irrecuperabile e solo una percentuale residuale pari al 2-3% effettivamente "infetto" e dunque pericoloso. Nella realtà, spiega il direttore, dal 50 al 70% di ciò che entra in camera operatoria, viene poi avviato, prudenzialmente, all'incenerimento come "a rischio".
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"Coinvolgendo anche Univel Lecco, qui è stato condotto, con il Politecnico e il CNR un lavoro di ricerca per capire che tipo di materiale c'è negli involucri di ciò che viene utilizzato fino alla preparazione del paziente", in ambiente dunque ancora "pulito". I risultati sono stati presentati nelle scorse settimane al 36° National Congress dell’American College of Surgeons Italy Chapter dal titolo “Advanced Technology & Basics. Keeping together Knowledge, Vision, Wisdom and Daily Toil” organizzato proprio dal dottor Zago a Lecco, nonché esposti in due tesi di laurea di Ingegneria gestionale. Le plastiche - con tutte le loro specifiche categorie, dal PET al PVC, al poliestere - cubano qualcosa come il 60-70%.
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"Al congresso hanno partecipato colleghi da Padova e Trieste che hanno portato la loro esperienza, che nel primo caso si è fermata e nel secondo invece prosegue. Al Manzoni l'obiettivo potrebbe essere quello di implementare un percorso che, per fasi, ci aiuti quantomeno a differenziare. Un'azienda lecchese - quindi proprio del nostro territorio - ci ha anche proposto di testare un suo macchinario che seleziona, tritura, sterilizza e prepara al riciclo la plastica. Potrebbe essere un modo per iniziare a generare economie circolari...".
E se le sale operatorie green sono in qualche modo un obiettivo per un futuro meno gravoso a livello di impatto ambientale, il presente, al Manzoni, anche in Chirurgia, è nel segno del miglioramento. "Un ambito in cui, nel 2023, siamo cresciuti in qualità - sia per numerosità che per percorsi - è quello della chirurgia del fegato. Abbiamo fatto una cinquantina di interventi resettivi e introdotto anche la chirurgia laparoscopia del fegato" commenta il primario, che parla poi di medicina e di chirurgia "precisa" per quanto attiene invece la patologia oncologica dello stomaco, altro ramo di sviluppo anche a livello tecnico, tra chirurgia laparoscopica mininvasiva e robotica. "A livello di personale siamo leggermente sottodimensionati, ma 40 partecipanti all'ultimo concorso attestano che c'è interesse per il nostro reparto. L'equipe' è abbastanza medio-giovane, con nuovi ingressi motivati. L'obiettivo è quello di costruire una Chirurgia con caratterizzazioni di punta per rispondere alle esigenze del bacino d'utenza della provincia di Lecco (e oltre)".
Il tutto nella convinzione che una chirurgia d'elezione di livello sia palestra per tenere altrettanto alto lo standard delle prestazioni erogate, al bisogno, in urgenza.
A.M.
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