Sono 9 i comuni che hanno detto no a Lario Reti e al progetto del Pd di affidare l'acqua pubblica ad una società che semplicemente non è in possesso dei requisiti previsti dalla normativa nazionale e europea: Cernusco, Merate, Oggiono, Ello, Santa Maria, Ballabio, Torre de Busi, Sueglio e Barzio, facendo risuonare tra le poltrone rosse della sala Ticozzi la loro contrarietà ad un progetto che giudicano sbagliato, illegittimo e pericoloso.

Alessandra Consonni sindaco di Ballabio e Andrea Ferrari sindaco di Barzio
"Ho voluto esprimere convintamente il mio voto contrario alla proposta di deliberazione del Cda, su mandato unanime di tutto il mio Consiglio Comunale" ha esordito il sindaco di Oggiono Roberto Ferrari.
"In conferenza ho sentito il sindaco di Malgrate Flavio Polano invocare concretezza: ma la concretezza in questa vicenda è ormai andata a farsi benedire da tempo. Questa stessa assemblea si sarebbe dovuta svolgere esattamente un anno fa ed approvare il progetto di fuoriuscita di Idroservice da Lario Reti, come era stato deliberato dagli stessi sindaci e dal consiglio provinciale con la delibera 69/2013. Oggi invece non solo stiamo percorrendo una strada diversa da quella indicata: stiamo andando nella direzione esattamente opposta: al posto di far uscire Idroservice la stiamo inglobando nella holding"."Ma non è tutto: c'era un percorso alternativo che avrebbe garantito il possesso di tutti i requisiti richiesti dalla legge - ha continuato Ferrari -
e invece abbiamo scelto una soluzione su cui pende una doppia spada di Damocle: quella della prevalenza economica e quello dell'affidamento differito a Lario Reti che oggi non è a norma. E questo nonostante ci sia una sentenza della Corte dei Conti che dice chiaramente che tutti i requisiti devono essere rispettati già al momento dell'affidamento".Duro anche l'intervento del sindaco di Ello - e consigliere provinciale - Elena Zambetti:
"La storia dell'affidamento del SII lecchese ha dimostrato che questo consesso non ha fatto il bene comune, forse per seguire logiche di partito: noi pretendiamo invece trasparenza e legalità, e che vengano abbandonati percorsi opachi e non legittimi. La storia del SII dal 2010 ad oggi è stata nulla sotto il profilo degli investimenti, pesante per gli aumenti tariffari di un territorio ricco di acqua; ci ha fatto conoscere un'umiliante diffida da parte della Corte dei Conti; ed è stata anche caratterizzata da delibere la cui attuazione era data per certa e che invece sono state disattese" è stato il suo affondo.
"Rimane poi la questione della vocazione commerciale di Lario Reti, di cui Acel è un braccio operativo non autonomo. E vorrei anche sapere come si pensa verranno liquidati i soci che chiederanno il recesso: con risorse prese dai bilanci dei comuni o dalle bollette dei cittadini?"Non poteva mancare la secca contrarietà del Comune di Merate, da tempo in prima linea per un'acqua che sia pubblica e rimanga nelle mani dei cittadini, che ha già visto la sua proposta di affidare il Servizio a Idroservice non essere di fatto nemmeno presa in considerazione dall'Ato di Lecco.
"La nostra proposta era assolutamente meritevole di più considerazione e poteva essere sottoposta al vaglio e all'approvazione di questa assemblea. Ma si è preferito trincerarsi su posizioni contrarie" ha spiegato Alfredo Casaletto.
Ma si sa: il Pd aveva in mente altri piani e ora l'acqua pubblica rischia di impantanarsi nelle sabbie mobili di una decisione giuridicamente fragile:
"Prima di avventurarci in un percorso che sarà indubbiamente farraginoso e non privo di difficoltà, sarebbe stato meglio rivolgersi all'Autorità Garante".Per tutti questi motivi Salvatore Krassoski di Cernusco ha voluto lanciare un ultimo disperato appello, che i sindaci hanno però fatto cadere nel vuoto: bloccare l'affidamento a Lario Reti Holding, che apre la strada a ricorsi e quindi rischia di far naufragare il Servizio Idrico Integrato contro gli scogli della gara che potrebbe consegnarlo in mano ai privati.
"Ho detto no a questa ipotesi a nome di tutto il consiglio comunale di Cernusco: il 3 agosto come si potrà conferire il SII a chi non possiede tutti i requisiti?" ha attaccato Krassoski.
"Ho una certezza: che nessuno dei sindaci che ha votato a favore ha davvero la convinzione che l'affidamento rispetti tutte le prescrizioni della normativa e sia pienamente legittimo, e per questo ho proposto di bloccare tutto: la delibera rischia davvero di passare al vaglio dai tribunali e prima di votare nel merito dovremmo chiedere il parere dell'Agcm".La linea dettata dal Partito Democratico è però risultata maggioritaria: la proposta è stata bocciata ed è stato invece dato il via libera a Lario Reti Holding, che si appresta a diventare il gestore dell'acqua pubblica per i prossimi 20 anni.
Prima fase di quello che sembra essere un progetto ben più ambizioso: quello della grande multi-utility che gestisca tutti i servizi pubblici.
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