I presenti all'evento di Brivio
Agli organizzatori va comunque il merito di aver almeno tentato di accendere i riflettori su un tema sempre di stringente attualità ovvero il “paesaggio visto come rapporto tra uomo e natura”, per usare un’espressione condivisa dai due relatori, il primo lanciatosi in un excursus dall’invenzione del motore a scoppio ai giorni nostri passando per gli anni ’80 con la legge che ha dato vita ai parchi per volere comune della Dc e del Partito comunista ed il secondo “sconfinato” poi, pur rimanendo in ambito ambientale nel terreno scivoloso del riassetto delle autonomie locali e dunque anche del confronto – tutto ancora aperto – relativo alle dimensioni ottimali che un comune dovrebbe avere per “governare”.Agostino Agostinelli e Vittore Soldo
Al centro della riflessione di entrambi, guidati inizialmente dal contributo di Giuliano Paleari e con “chiosa” affidata all’onorevole Veronica Tentori, il così detto “consumo del suolo” che “deve essere inteso come un fenomeno associato alla perdita di una risorsa ambientale fondamentale , dovuta all’occupazione di superficie originaria mente agricola, naturale o semi naturale. Il fenomeno si riferisce, quindi, a un incremento della copertura artificiale di terreno, legato alle dinamiche insediative. Un processo prevalentemente dovuto alla costruzione di nuovi edifici, capannoni e insediamenti, all’espansione delle città, alla densificazione o alla conversione di terreno entro un’area urbana, all’infrastrutturazione del territorio. Il concetto di consumo di suolo deve, quindi, essere definito come una variazione da una copertura non artificiale (suolo non consumato) a una copertura artificiale del suolo (suolo consumato)” come si legge nel rapporto 2015 dell’ISPRA (l’Istituto superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) dal quale abbiamo estrapolato tutti i dati proposti a seguire.La panoramica dei comuni della provincia di Lecco (Dal Rapporto 2015, su dati del 2013)
Scendendo ulteriormente nel dettaglio, Molteno è il comune lecchese a svettare nell’infelice lista delle municipalità più “edificate” con il 39,6% di superfice utilizzata, seguito poi da Vigano (36,5%) e Dolzago (32,1%). Un podio dunque tutto riservato al casatese-oggionese, dopo si concentrano anche quasi tutti gli altri comuni che superano quota 30% ovvero Barzago, Bulciago e Cassago per poi giungere nel meratese con Lomagna (30,8%) e Merate (30,1%). A primeggiare nel distretto di Lecco è invece Calolziocorte (28,4%) mentre il capoluogo si ferma al 15,8% con una superficie, in termini assoluti, di 715 ettari (dati aggiornati al 2013). Numeri in crescita ma comunque – fortunatamente – lontanissimi da quelli fatti registrare dalle municipalità inserire nella “top 20”nazionale, situate quasi tutte in provincia di Napoli e Caserta ad eccezione di Lissone (sesta a livello nazionale con il 64%), Lallio (Bergamo, con il 59,1%), Fiera di Primerano (Trento, con il 57,9%), Torino (57,6%) e Sesto San Giovanni (Milano, ventesima con il 56,8%). La medaglia nera assoluta va a Casavatore (Napoli) con l’85,4%. Sul podio poi Arzano (Napoli) con il 78,9% e Melito di Napoli con il 76% di suolo comunale consumato. Da capogiro.