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Scritto Domenica 01 maggio 2016 alle 17:42

Lecco: in piazza per il 1° maggio la rabbia dei dipendenti della Konig. ''Siamo stati presi in giro, ma non ci arrendiamo''

E' un 1° maggio più che mai amaro, quello vissuto quest'anno dai dipendenti della Konig Spa di Molteno, l'azienda impegnata nella produzione di catene da neve per veicoli rilevata lo scorso settembre dal gruppo austriaco Pewag, che ha inglobato la svedese Thule. E' freschissimo, infatti, l'inaspettato e amarissimo annuncio del nuovo piano di riorganizzazione aziendale che prevederebbe, nel breve periodo, la dislocazione della produzione all'estero per lasciare spazio al solo presidio commerciale e logistico, una decisione che implicherebbe di fatto il licenziamento della quasi totalità della forza lavoro: per dirla con i numeri, si parla di 106 esuberi su 130 lavoratori.


Alla festa dei lavoratori organizzata quest'oggi come da tradizione in centro Lecco, una buona rappresentanza dei dipendenti dell'azienda moltenese non ha voluto mancare, approfittando della risonanza dell'evento per denunciare alla cittadinanza la grave situazione che si sta palesando. A questo proposito, Maurizio Colombo, membro della Konig, è salito sul palco allestito questa mattina in Piazza Cermenati per gridare a nome di tutti i colleghi lo scontento, la preoccupazione e la rabbia che stanno vivendo i lavoratori travolti dagli eventi: "Noi dipendenti della Konig siamo veramente arrabbiati, ci sentiamo presi in giro da anni. Il 2 settembre è stata ufficializzata la vendita della Konig al gruppo austriaco Pewang, e tre mesi dopo abbiamo finalmente ottenuto un incontro con i vertici del gruppo: in quell'occasione ci è stato detto che eravamo un'ottima azienda, e che veniva riconosciuta l'importanza del nostro marchio. Addirittura, ci è stato promesso che per i 50 anni della nostra azienda, che ricorrono quest'anno, si sarebbe organizzata anche una grande festa. Solo la settimana scorsa, tuttavia, Pewang ci ha mostrato la sua idea di festa: ha mandato un delegato amministrativo di Treviso per dirci che la produzione nello stabilimento di Molteno era troppo costosa e che quindi avevano deciso di spostarla in Carinzia e in Repubblica Ceca", ha tuonato il dipendente Konig.

Maurizio Colombo, dipendente della Konig di Molteno

L'intenzione resa nota dalla nuova proprietà, di fatto, sembra infatti contraddire completamente quanto era stato affermato nelle settimane successive all'operazione di acquisizione, ossia la promessa di un rilancio delle attività produttive e di una migliore sinergia con la multinazionale. Senza un'adeguata tutela dal punto di vista normativo cui aggrapparsi, per i dipendenti dell'azienda sembra rimanere ben poco da fare: la decisione assunta dal gruppo austriaco sembrerebbe infatti destinata a divenire operativa nel breve periodo.

Lungi dall'abbassare la testa senza combattere, i lavoratori della sede moltenese hanno però intenzione di vendere cara la pelle: in loro difesa, i sindacati si sono infatti già mossi per portare all'attenzione di Provincia e Regione Lombardia quando ingiustamente sta loro accadendo. "Le RSU, nelle sedi opportune, faranno di tutto per trovare le modalità migliori al fine di ridare dignità a queste persone che hanno lavorato per 20-30 anni in questa azienda contribuendo a creare benessere per tutti", ha informato i presenti Colombo. Sempre quest'ultimo ha poi rivolto un appello ai segretari generali di Cigl Cisl e Uil presenti alla manifestazione affinché si riuniscano con Confindustria e con chi di competenza per "studiare delle regole di tutela adeguate e farle sottoscrivere poi alle multinazionali, cosicché non si verifichino più casi come questi in cui la Pewang di turno possa arrivare e nel giro di sei mesi portar via ai suoi dipendenti un bene enorme come la Konig di Molteno".


Della questione, attualmente, se ne stanno occupando i rappresentanti sindacali Giovanni Gianola, Luigi Panzeri ed Enrico Azzaro, che in seguito all'incontro con i dipendenti dell'azienda hanno iniziato a muoversi per operare in modo efficace attraverso tutti i canali istituzionali e sindacali possibili.

Una notizia fresca su questo fronte, intanto, arriva dal comunicato stampa inviato dal consigliere regionale PD Lombardia, Raffaele Straniero, che ha detto di ritenere necessaria e urgente la convocazione di un'audizione in Commissione attività produttive del Consiglio regionale, la quale possa consentire "non solo di apprendere le ragioni dell'azienda e di ascoltare il parere delle organizzazioni sindacali ma anche di aprire un'interlocuzione utile al riguardo".

Insomma, c'è da credere che non tutto sia ancora andato perduto: fino a quando le acque rimarranno agitate, la speranza dei dipendenti dell'azienda moltenese è destinata a rimanere accesa.

Giulia Achler
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