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Scritto Giovedì 08 maggio 2014 alle 17:13

Lecco - Merate: scatti e testimonianze della maternità del passato, in mostra in ospedale

Cinque pannelli di testo e fotografie in bianco e nero, per raccontare alcuni degli aspetti legati al mondo della maternità come l’hanno vissuta le donne lecchesi tra la fine dell’Ottocento e gli anni Sessanta e Settanta del Novecento.
È la mostra “Mettere al Mondo” che rimarrà in maniera permanente in un corridoio del reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale Manzoni di Lecco e nella sala d’attesa della struttura “gemella” del Mandic di Merate.

Da sinistra Anna Perucchini (responsabile area dipartimentale), Rinaldo Zanini, Patrizia Monti,
Roberta Dotti (coordinatrice terapia infantile neonatale), Rosa Iacobelli (coordinatrice ostetriche),
Massimo Pirovano, Rosalba Negri, Federico Bonifacio

Quello approdato nei due nosocomi della nostra Provincia è un assaggio della mostra “Mettere al mondo. Pratiche e credenze popolari sulla nascita in Brianza” visitabile fino all’ultima domenica di agosto presso il Museo etnografico dell’Alta Brianza di Galbiate, in pieno Parco Monte Barro.
Essa racchiude testimonianze testuali e uditive, oggetti e immagini legate all’evoluzione della maternità – dal concepimento alla fine del puerperio – nel corso delle prime decadi del Novecento.
Un prezioso patrimonio storico che prende spunto da “Mettere al mondo”, volume a cura di Rosalba Negri che racchiude un lungo lavoro di ricerca storica e culturale.

Rosalba Negri di fronte ai pannelli

Proprio grazie alla collaborazione tra Azienda ospedaliera lecchese e la direzione del museo è nata l’iniziativa dell’esposizione nei due ospedali, nel luogo fisico di unione tra l’area pediatrica e ostetrica delle strutture, creando un congiungimento ideale tra le mamme del passato e quelle di oggi. 
“Questo rappresenta la continuità assistenziale” ha spiegato il dottor Rinaldo Zanini, direttore del Dipartimento Materno Infantile dell’azienda ospedaliera. “Oggi la centralità della donna, l’aspetto umano del parto, deve coniugarsi con la nostra capacità di agire in quelle 4 - 5 nascite su 100 in cui l’intervento medico risulta necessario, se non indispensabile”.

Rinaldo Zanini, Massimo Pirovano, Federico Bonifacio, Patrizia Monti


La mostra fa dell’ospedale non solo un luogo di cura ma anche di cultura, come ha sottolineato il direttore sanitario dottoressa Patrizia Monti. In una realtà in cui il 30 % dell’utenza femminile nei nostri ospedali non è italiana, e la media di figli pro capite è maggiore nelle donne provenienti da altri Paesi e differenti culture, una ricerca storica di questo tipo permette di aprire al confronto con realtà diverse, e differenti modi di vivere la maternità.
Con questa esposizione, hanno sottolineato il presidente del Parco Monte Barro Federico Bonifacio e il direttore del museo Massimo Pirovano, la ricerca di Rosalba Negri valica i confini galbiatesi e arriva con la sua forza a tante mamme che scelgono il Mandic e il Manzoni per dare alla luce i loro figli.

Alcune delle immagini in esposizione in ospedale

“Abbiamo raccolto fotografie e testimonianze di donne della classe popolare nate tra il 1901 e il 1950, effettuando una ricerca ampia nelle Province di Como, Monza e soprattutto Lecco” ha spiegato  Rosalba Negri. “Emergono tanti aspetti legati alla maternità e alla gravidanza, come i tabù che vietavano alla donna gravida di indossare bracciali e collane, o di passare sotto fili tesi. La donna dopo il parto, che prima degli anni Sessanta avveniva in casa, stava per 8 giorni a riposo, ed era la levatrice la figura fondamentale dell’intero processo della venuta al mondo. Solo in caso di reale pericolo per la madre e per il bambino veniva chiamato il medico, anche se capitava che questo venisse fatto troppo tardi. Le donne incinte continuavano a svolgere le mansioni quotidiane, e non erano infrequenti gli aborti a causa dello sforzo. Componente fondamentale della nascita era quella religiosa, con il battesimo fatto il prima possibile per sancire l’entrata del piccolo nella comunità”.

Alcune delle immagini in esposizione in ospedale

Oggi, dopo diversi decenni dalle nascite casalinghe e il passaggio attraverso una ospedalizzazione in cui la componente medica era molto accentuata, si è recuperata la componente fisiologica del parto e l’attenzione all’aspetto umano del processo, che avviene nella maggior parte dei casi con la sola presenza delle ostetriche.
Mamme e visitatori potranno conoscere alcuni degli aspetti legati alla maternità del passato grazie alla mostra allestita al Manzoni e al Mandic.

Sulla sinistra Maria Brivio, levatrice e zia del sindaco Virginio

Per ulteriori informazioni sul Museo etnografico dell’Alta Brianza consultare il sito http://meab.parcobarro.it
R.R.
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