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Scritto Martedì 13 dicembre 2016 alle 18:37

L'8 gennaio gli amministratori voteranno il nuovo consiglio provinciale. Ecco cosa ne pensano i primi cittadini lecchesi

A dare fuoco alle polveri è stato il sindaco di Pescate Dante De Capitani.  "Il referendum ha decretato anche la sconfitta della riforma Delrio sulle province che devono tornare ad essere elette dai cittadini e non dagli amministratori locali. E anche i sindaci devono tornare a fare solo i sindaci e non anche i presidenti di provincia" ha detto nel giorno dell'Immacolata, commentando l'esito della chiamata delle urne della domenica precedente.  "Trovo del tutto inutile continuare ad andare a votare un consiglio provinciale che non rappresenta nessuno e che è espressione della vecchia politica di spartizione delle poltrone e non dei territori, per cui io l'8 gennaio non andrò a votare il rinnovo del consiglio provinciale" ha sentenziato, dandoci lo spunto per chiedere ai suoi colleghi lecchesi se si recheranno o meno al seggio per scegliere chi siederà nei prossimi anni a Villa Locatelli e cosa pensano dell'attuale modalità attraverso la quale si nomineranno i nuovi rappresentanti presso l'Ente sovracomunale. Come è noto infatti, il diritto di voto è riconosciuto non più a tutti i cittadini maggiorenni ma ai soli amministratori (borgomastro+consiglieri di tutti gli 88 comuni lecchesi). Gli stessi potranno far parte delle liste (da 6 a 12 componenti) che entro pochi giorni dovranno essere presentate. Poi scadrà il termine ultimo e quindi ... o dentro o fuori.

Flavio Polano, sindaco di Malgrate e attuale presidente della Provincia:
Attualmente in merito alle modalità di voto per il rinnovo del consiglio provinciale non si può fare diversamente, si tratta di un ente di secondo livello. In prospettiva è necessario comprendere in che direzione vorrà muoversi il nuovo Governo, credo sia indispensabile andare a modificare la legge Delrio. Il vero problema infatti, al di là del rinnovo delle cariche, è quello del futuro che attende la nostra Provincia. Da qui al 31 dicembre é indispensabile che venga emanato un decreto per poter operare, perché in queste condizioni non ci è possibile farlo. Lo ha evidenziato anche il presidente Upi (Unione Province d'Italia) Achille Variati, sottolineando in una lettera inviata a noi e al Presidente della Repubblica come in Senato sia stata posta la questione di fiducia sul testo del ddl di bilancio 2017, che ha impedito di esaminare e valutare gli emendamenti proposti.
La questione vera è: come intendiamo il futuro della Provincia? Torneranno ad essere ciò che erano prima della riforma Delrio o avranno un ruolo più "leggero" dal punto di vista delle funzioni? In ogni caso serve un riordino degli enti intermedi, tra cui rientrano anche le Comunità montane, Plis, Autorità di Bacino per citarne alcuni. Altrimenti rimarrà una "riforma a pezzi".
L'obiettivo deve rimanere quello di semplificare, a vantaggio delle istituzioni e dei cittadini.

Virginio Brivio, sindaco di Lecco:
Ritengo queste elezioni un'opportunità importante, personalmente non farò parte di alcuna lista ma candideremo almeno un consigliere all'interno della nostra maggioranza. Un'elezione come quella che si prospetta l'8 gennaio, di secondo livello, non mi spaventa. Nell'ambito del Referendum l'aspetto del futuro delle Province era in secondo piano rispetto ad altre questioni, non credo che i cittadini abbiano espresso attraverso questo voto il proprio parere in merito. Quello che è importante ora, e prioritario, è fare chiarezza sulle competenze delle Province ma soprattutto la dotazione finanziaria che consentirà loro di operare. Spiace che a gennaio si sia persa l'occasione di pensare ad un ente non legato alle appartenenze politiche ma alle funzioni. Si ragiona in termini di liste e orientamenti politici, e non come di una pluralità che sia diretta espressione dei singoli territori.

Riccardo Fasoli, sindaco di Mandello:
Anche alla luce dell'esito del referendum costituzionale, le province esistono ancora e continuano a rappresentare un ente importante per il territorio, nonostante la perpetua mancanza di fondi che non consente loro di esercitare al meglio le funzioni di loro competenza. L'8 gennaio, quindi, anche io mi recherò alle urne per esprimere la mia opinione per il rinnovo del consiglio provinciale: il voto è un diritto e un dovere, e in questo siamo noi amministratori locali a dover dare il buon esempio ai nostri concittadini.

Cristina Bartesaghi, sindaco di Abbadia:
L'8 gennaio mi recherò sicuramente a votare per il rinnovo del consiglio provinciale, e inviterò tutti i miei consiglieri a fare altrettanto: ritengo fondamentale la presenza di noi amministratori locali in tutti gli "spazi" istituzionali che abbiamo ancora a disposizione, e per di più - a mio parere - negli ultimi due anni la Provincia è riuscita a dare vita a un positivo confronto anche con i sindaci del territorio, nonostante tutte le difficoltà, soprattutto in ambito economico. Siamo evidentemente in un periodo di grande incertezza, in attesa di vedere che cosa succederà a questi enti: le province, però, sono ancora responsabili di servizi indispensabili per l'intera cittadinanza, dalla viabilità alla manutenzione delle strade a quella degli edifici scolastici, che devono continuare ad essere garantiti, in un modo o nell'altro. A maggior ragione, quindi, credo che la partecipazione degli amministratori locali agli equilibri provinciali sia davvero fondamentale, soprattutto in un periodo così delicato.

Donatella Crippa, sindaco di Valmadrera:
Non vedo nulla di problematico nelle modalità con cui verrà rinnovato il consiglio provinciale, e personalmente non farò parte di alcuna lista. La vera criticità da superare riguarda il ruolo dell'ente sovra comunale, che ha ancora dei doveri ma non è adeguatamente supportato dal punto di vista economico. Gli stessi consiglieri ricoprono tale incarico a titolo gratuito, accettando di assumersi ulteriori responsabilità rispetto a quelle che già hanno.


Baldassare Mauri, sindaco di Civate:
Mi candiderò con lo schieramento di "Libertà e Autonomia" in vista del rinnovo del consiglio provinciale, ma credo che l'ente in quanto tale debba essere oggetto di una rivalutazione. In futuro dovranno essere i cittadini ad eleggerne i rappresentanti attraverso il voto. Se la Provincia tornerà ad avere il ruolo di ente intermedio, di "collegamento" con i Comuni, è necessario che venga messa nelle condizioni di operare, mentre ad oggi le difficoltà di gestione e finanziamento sono evidenti.

Bruno Polti, sindaco di Oliveto Lario:
Personalmente andrò ad esprimere la mia preferenza per il rinnovo del consiglio provinciale, credo che l’ente sovra comunale debba rimanere, così come ha decretato il voto del referendum costituzionale, ma non nelle modalità in cui opera attualmente. Così infatti non ha alcun senso, Stato e Regione devono garantire il sostegno economico necessario perché possa offrire servizi sul territorio. Personalmente non entrerò a far parte di una lista, e auspico che in futuro gli amministratori possano essere eletti dai cittadini, presidente compreso. Non credo che questo ruolo in particolare debba essere occupato da un primo cittadino come avviene ora, che deve rimanere concentrato sui problemi del proprio territorio. Ad ogni modo ritengo doveroso votare, poichè oggi tale possibilità spetta a noi amministratori. I problemi dell'ente e del territorio sono comuni a tutti, e rifiutarsi di partecipare non ha senso.

Marco
Passoni, sindaco di Olginate:
L'8 gennaio andrò a votare per il rinnovo del consiglio provinciale: la normativa è questa e va rispettata, anche se non penso che questo ente potrà tornare quello di un tempo. Il problema reale, in questa situazione di grande incertezza, è la totale assenza di risorse economiche: andare avanti così non ha senso, le province non dispongono dei fondi necessari allo svolgimento delle attività di propria competenza, e in questo modo non sono in grado di portare alcun beneficio ai cittadini del territorio.

Giuseppe Conti, sindaco di Garlate:
La votazione per il rinnovo del consiglio provinciale si svolgerà secondo le regole in vigore in questo momento, allo stesso modo ci si esprime per altri enti di secondo livello come le Comunità montane. Questa è la situazione attuale. Il voto del Referendum ha decretato che una certa riforma non è stata accettata, ma non significa che va tutto bene. La condizione odierna è il frutto di un lungo dibattuto sulla necessità di ridurre i costi e gli sprechi della politica, dobbiamo però chiederci se la Provincia sia oggetto di quel problema o non sia opportuno riformare le competenze a livello più ampio, ad esempio in merito alle Regioni, che appaiono distanti dalla gente. Ci sono regole discutibili accettate in virtù di un orientamento al risparmio. Ora la redistribuzione delle funzioni è il problema vero, le Province rimangono come ente intermedio dopo la vittoria del "no", ma cosa questo significhi è un quesito di non facile soluzione.

Benedetto Negri, sindaco di Galbiate
Andrò a votare per il rinnovo del consiglio provinciale, con le modalità che erano state stabilite da un decreto governativo. Bisogna vedere ora cosa succederà, mantenere le Province così come sono ora non ha molto senso: si tratta di enti che sono stati profondamente ristrutturati, a partire dal personale (ridotto) fino alle risorse (al minimo). Non si può fare una riforma a metà, se si stabilisce che rimangano come enti intermedi devono poter avere la possibilità (e i fondi) per poter operare al meglio. Così come sono ora, in difficoltà anche a chiudere i bilanci, servono a ben poco.

Sergio Brambilla, sindaco di Valgreghentino:
Al di là della mia possibile - e non ancora certa - candidatura quale componente del consiglio provinciale, in tutto questo caos vorrei esprimere due considerazioni. La prima riguarda la "famosa" riforma Del Rio, di cui il referendum ha decretato la sconfitta: a questo punto, ritengo assolutamente necessario tornare ad un'elezione diretta dei membri del consiglio provinciale da parte dei cittadini, e non dagli amministratori locali. In secondo luogo, è evidente che le province, in quanto enti, esistono ancora: per poter continuare ad essere effettivamente operative e funzionali sul territorio, però, hanno urgente bisogno di fondi, di risorse economiche immediatamente spendibili a favore dei cittadini. 

Cesare Valsecchi, sindaco di Calolzio:
Rispetto all'ultima chiamata alle urne, risalente a due anni fa, non è cambiato nulla per quanto riguarda l'ordinamento provinciale, pertanto il voto dell'8 gennaio per il rinnovo del consiglio non sarà di certo inutile. A mio parere non assisteremo a particolari cambiamenti nemmeno nel prossimo biennio: in caso contrario vedremo come comportarci a seconda dell'entità delle modifiche, soltanto il futuro potrà darci risposte più certe.


Carlo Greppi, sindaco di Vercurago:
Mi sembra inutile fare discorsi in merito alle province come "enti di secondo livello": al momento posso limitarmi a dire che parteciperò - in qualità di amministratore locale - alle elezioni per il rinnovo del consiglio provinciale del prossimo 8 gennaio.



Luca Pigazzini, sindaco di Carenno:
Il voto dell'8 gennaio per il rinnovo del consiglio provinciale non sarà di certo inutile, ma indubbiamente le province stanno attraversando un momento di grande difficoltà: pur esistendo ancora "sulla carta", è evidente che non dispongono delle risorse necessarie per funzionare correttamente e per risolvere - o quantomeno affrontare - i numerosi problemi legati, ad esempio, alla manutenzione stradale. Servono fondi, che però sono stati interamente "drenati" dai bilanci statali. Questi enti, dunque, hanno un urgente bisogno di un riconoscimento di effettiva esistenza, e l'auspicio è che il nuovo governo in fase di definizione sia in grado di rovesciare questa situazione di caos e di incertezza. Personalmente, non sono mai stato favorevole all'abolizione delle province, ma d'altro canto ritengo che quello dell'elezione del consiglio - delegata agli amministratori locali e non, come vorrebbero alcuni, agli stessi cittadini - sia un "falso" problema, che ne nasconde molti altri, in primis, appunto, quello dell'assenza di risorse economiche. 

Paola Colombo, sindaco di Monte Marenzo:
L'8 gennaio mi recherò alle urne per il rinnovo del consiglio provinciale, il voto è un diritto e un dovere, soprattutto per noi amministratori locali: non nascondo, però, di avere ancora grandi incertezze, soprattutto alla luce del risultato del referendum costituzionale, che ha "rimescolato" nuovamente le carte. Le province, del resto, non sono state abolite, ma allo stesso tempo non sono nemmeno state investite da significativi cambiamenti: c'è un grande "vuoto", che deve essere colmato al più presto con maggiori certezze, probabilmente bisognerà fare marcia indietro su molti aspetti, ed è necessario un serio confronto che ponga in luce le effettive priorità di un simile ente. Personalmente faccio molta fatica ad immaginare quello che accadrà: sarà possibile risolvere questa situazione di incertezza? Che cosa rappresenterà effettivamente il consiglio che andremo ad eleggere il prossimo 8 gennaio?

Eleonora Ninkovic, sindaco di Torre de' Busi:
La provincia non è di certo un ente inutile, ma per poter esercitare al meglio le sue funzioni deve avere le risorse necessarie, soprattutto per garantire alla collettività servizi fondamentali quali i trasporti, l'efficienza degli edifici scolastici e il sostegno alle fasce deboli: siamo noi amministratori locali - e non i politici di Roma - a conoscere le effettive esigenze dei cittadini, i quali, come hanno dimostrato scegliendo di bocciare la riforma costituzionale con un 'NO' convinto, sono stanchi di un Governo centrale che continua a consumare le risorse economiche a disposizione dei singoli territori. I servizi di competenza delle province - che peraltro paghiamo noi - sono fondamentali, e sono necessari sul territorio, non "a distanza" o in un mondo "virtuale", sul web, che alcune fasce della popolazione, come ad esempio gli anziani, non sono in grado di raggiungere. L'8 gennaio, quindi, mi recherò a votare per il rinnovo del consiglio provinciale, con l'auspicio di assistere presto a qualche cambiamento in positivo.

Giancarlo Valsecchi, sindaco di Erve:

L'8 gennaio andrò a votare per il rinnovo del consiglio provinciale: le province, del resto, esistono ancora, le regole e gli equilibri territoriali non sono cambiati. A questo punto, però, si dovrà lavorare seriamente affinché tali enti possano disporre delle risorse necessarie allo svolgimento delle attività di loro competenza, in primo luogo la manutenzione di strade ed edifici scolastici.


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