Scritto Mercoledì 25 gennaio 2017 alle 17:51
Premana: in tribunale scontro tra 2 cognati per danni a un'auto. Depone una grafologa
Una vicenda spiacevole, che muove da accese incomprensioni tra fratelli pur in mancanza - perlomeno all'apparenza - di ragioni precise, quella di cui si è discusso stamani in tribunale a Lecco. Al cospetto del giudice monocratico Nora Lisa Passoni si è presentato infatti Renzo B., pensionato residente ad Arosio, nel comasco, chiamato a rispondere dell'accusa di danneggiamenti nei confronti dell'autovettura del cognato Antonio, con casa nella vicina Giussano. E' stato quest'ultimo, costituitosi parte civile tramite l'avvocato Nicoletta Manca del foro lecchese, a raccontare per primo i fatti dai quali trae origine il procedimento penale.
L'episodio contestato all'imputato risale al luglio 2012, quando l'auto del querelante venne pesantemente danneggiata a Premana, storico luogo di villeggiatura per entrambe le famiglie. Ad aggravare ulteriormente i fatti, il biglietto dai toni pesanti rinvenuto sul parabrezza della vettura: una sorta di firma lasciata dall'autore del vile gesto. Una scrittura che da subito è sembrata famigliare alla moglie del proprietario dell'auto, sorella dell'imputato, che l'ha immediatamente associata a quella del proprio congiunto. ''Appena ho visto quello scritto ho capito tutto: quella calligrafia la conoscevo benissimo. Inizialmente però sono stata zitta'' ha riferito la sorella dell'imputato, nonchè moglie della vittima del danneggiamento. ''Poi guardando in quali condizioni si trovava la nostra macchina mi è venuta una tale rabbia che non ho potuto tacere. Mio fratello veniva a casa nostra quasi tutti i giorni, anche a giocare a carte: la sua scrittura non potevo non riconoscerla. Per non parlare del termine paralitico per riferirsi, nello scritto, a mio marito: una parola che lui utilizzava spesso. A quel punto non ho più avuto dubbi''.
La donna e il marito, rivoltisi ad un legale, hanno poi chiesto una consulenza alla dottoressa Claudia Calderoli, grafologa. Alla professionista hanno portato il biglietto ''incriminato'', oltre ad una scrittura privata che riportava la calligrafia del fratello Renzo e altri documenti con la sua firma. ''Abbiamo chiesto una conferma tecnica perchè non sapevamo cosa fare, nè come muoverci'' ha rposeguito la teste, esternando la propria amarezza rispetto all'accaduto. ''Mi sarei aspettata che mio fratello venisse a chiederci scusa per quello che aveva fatto, o perlomeno a chiarire. Questo non è mai successo. Io sono sicurissima però che è stato lui a fare questa cosa''. Non ha saputo però fornire una motivazione rispetto al gesto del fratello con il quale, ''non c'erano mai stati problemi''. I rapporti tra le due famiglie erano infatti ottimi fino a poco tempo prima del danneggiamento, tanto da trascorrere le serate e le vacanze estive insieme. Con altri due fratelli invece, qualche scontro c'era stato, tanto da ricorrere al tribunale civile per dirimere alcune controversie ''di vicinato''.
Una conferma rispetto a quanto sostenuto dalla teste è giunta dalle parole della grafologa, consulente di parte civile e della pubblica accusa, che ha spiegato il lavoro di comparazione svolto tra i documenti a disposizione. Secondo quanto ha riferito in aula, ci sarebbe una buona probabilità di corrispondenza tra il messaggio anonimo lasciato sull'auto danneggiata e la calligrafia dell'imputato, tenendo conto di inclinazione assiale, dimensioni, larghezza e distanze, parametri utilizzati nella sua analisi. Terminate le deposizioni dei testimoni, il giudice Passoni ha aggiornato il procedimento al prossimo 11 luglio per il prosieguo dell'istruttoria.
G.C.
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