Torna il dossier "Comuni Ricicloni" elaborato da Legambiente a gettare luce sulla gestione rifiuti all'interno del panorama nazionale. I dati, collezionati, rielaborati e messi a disposizione da Arpa Lombardia, ci restituiscono un quadro da guardare con un certo consenso, considerato il costante e progressivo miglioramento di cui il Paese si è fatto artefice negli anni ma tuttavia non ancora adatto a competere con le realtà europee più virtuose nel far fronte all'emergenza ambientale collegata allo smaltimento dei rifiuti urbani.

Due, in sostanza, i parametri che hanno orientato la ricerca di Legambiente: il primo, volto a segnalare le amministrazioni che superano il 65% di raccolta differenziata finalizzata al riciclaggio, - i cosiddetti "Comuni Riciloni" - e il secondo, quello che incorona "Comuni Rifiuti Free" le amministrazioni che contengono la produzione pro capite di secco residuo al di sotto di 75 Kg/anno/abitante.
Vediamo, quindi, quanto emerso relativamente la situazione della Lombardia, dapprima, per poi passare più nel dettaglio alla realtà della provincia lecchese.
Per quanto concerne la nostra Regione (che agguanta nel 2016 il quarto posto nella classifica nazionale con un buon 58,7%, alle spalle di Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia) sono settantaquattro, in totale, i comuni che si sono conquistati lo scettro dei "Ricicloni": si tratta di realtà da emulare, esempio di una gestione dei rifiuti intelligente e sostenibile ma ancora troppo sporadiche sulla totalità. Tra queste realtà, a fare da maestra è senza dubbio la provincia di Mantova, vincitrice indiscussa sia per quanto riguarda il numero di comuni "Rifiuti Free", ossia quelli che hanno ridotto la produzione di rifiuti ben oltre la quantità prevista dal quadro normativo europeo, sia per la raccolta differenziata: in particolare ha il merito di aver portato 39 comuni su 69 totali a conquistare il titolo di "Ricicloni". Nella top five delle provincie lombarde più meritevoli in materia di riciclo troviamo a seguire anche Cremona (66,3%), Varese (65,8%), Monza e Brianza (62,9%) e quinto posto proprio per Lecco (61,9%). Dopo di noi Bergamo (61,3%), Lodi (58,9%), Brescia (57,5%), Como (57,3%), Milano (56,7%), Sondrio (47,0%) e fanalino di coda Pavia (39,9%).

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Passando ad esaminare la situazione del lecchese, il dato più negativo è quello che segnala la totale assenza di "Comuni Rifiuti Free" in provincia: tradotto, non ci sono attualmente municipalità la cui produzione annuale pro capite di secco residuo sia inferiore a 75 Kg/anno/abitante. Sono 30, invece, i comuni della nostra provincia che vantano un tasso di raccolta differenziata superiore al 65%: tra queste spiccano con più del 75 % di differenziata Lierna (78,5%), Monte Marenzo (77,2%), Ello (76,7%) e Dorio (76,2%). Non molto al di sotto di questi risultati Montevecchia, Airuno, Monticello Brianza, Cremella, Bulciago, Olgiate Molgora, Viganò e Lomagna... A seguire, scendendo sino a toccare il 65%, realtà come Sirone, Castello di Brianza e Cernusco Lombardone. Tra i 30 comuni lecchesi segnalati per la raccolta differenziata sopra il 65%, infine, sono Dorio, Dervio e Bellano quelli a toccare le percentuali più alte di produzione annuale pro capite di secco, rispettivamente 208%, 200% e 181%, mentre dall'altro capo della classifica locale, in positivo, la piccola Erve (105% di Residuo Secco pro capite annuale) e a pari merito Castello di Brianza e Verderio (entrambi 108%). E' chiaro, tuttavia, che si tratta di percentuali ancora troppo distanti da quelle cui mirare per conquistare il podio delle realtà più virtuose. Con tutto ciò che ne consegue sia dal punto di vista dei costi, sia dal punto di vista dei problemi ambientali e salutistici.
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