

Anche all'Adunata del Piave, le penne nere lecchesi hanno risposto "Presente!". Sono stati davvero tantissimi infatti gli alpini "nostrani" che nel primo pomeriggio odierno hanno sfilato per le vie di Treviso, prendendo parte alla novantesima annuale "chiamata a raccolta".

Il gruppo alpini di Verderio
Qualcuno è arrivato in città giusto in tempo per mettere gambe in spalla e prender parte al lunghissimo serpentone, qualcun altro non ha perso l'occasione per organizzare una tre giorni in terra veneta, facendo tappa in luoghi simbolo della tradizione alpina, "campeggiando" in città per assaporare fino in fondo l'atmosfera che si viene a creare ad ogni raduno di "ex commilitoni", ognuno con il suo bagaglio di ricordi, ciascuno animato da spirito di fratellanza e senso di appartenenza al Corpo. 80 mila, nel complesso, le presenze stimate con Treviso letteralmente "conquistata" dagli alpini.
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Preceduti dai cugini comaschi e con i "vicini" monzesi alle spalle, i lecchesi - ordinatamente schierati - hanno sfilato nella consueta formazione: a fare strada il vessillo sezionale, scortato dal presidente Marco Magni e dal direttivo. A seguire i sindaci (o loro delegati) in fascia tricolore, chi in completo giacca e pantaloni come il borgomastro di Merate Andrea Massironi, chi invece, come il primo cittadino di Lecco, in maglietta a mezze maniche: tutti con un gran sorriso sulle labbra nello sfilare sotto il palco delle autorità. Gli alfieri hanno poi marciato sulle note della banda alpina lecchese ma nel corteo non solo mancate altre formazioni musicali come il Coro Grigna, qualche banda di paese e i Picett del Grenta, la cui presenza è stata evidenziata dallo speaker ufficiale dell'Adunata. Del resto non è così usuale vedere penne nere in cammino suonando "i canet".


Un grande striscione - sorretto da alpini di diversi gruppi, con i giovani Ricky e Dino di Brivio ai due estremi - ha inoltre ricordato ai tanti assiepati - da spettatori - lungo il percorso l'importante traguardo tagliato quest'anno dalla sezione di Lecco: il 95esimo di fondazione. Sottolineata poi, sempre dalla voce "narrante", la presenza di un secondo "stendardo", quello arrecante la rappresentazione della chiesetta delle Betulle, "luogo del cuore" dei combattenti del Battaglione Morbegno ricordati nelle marmette incastonate nelle pareti, edificio caro ai lecchesi che, con dedizione, hanno recentemente portato a termine il restauro. Spazio infine ad un tre colore umano e a una marea di camice di tutte le tinte del verde, con gli stemmi di tutti i gruppi da Colico, correndo giù lungo il Lago, fino a Lomagna. Senza dimenticare i lecchesi della Val San Martino che, come sempre, hanno ingrossato le fila della - già numerosissima - sezione di Bergamo.
"Una festa di popolo emozionante e commovente. Qui ritroviamo una comunità grandissima che si riconosce in tutti i grandi valori. Una comunità sempre attiva in tutto ci di cui l'Italia ha bisogno. Abbiamo sempre gli alpini, truppe e Ana dove c' bisogno soprattutto nei momenti più tristi e difficili" ha riconosciuto il ministro della Difesa Roberta Pinotti, presente personalmente a Treviso. E dunque.... W gli alpini!
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