
La comunicazione, datata 11 ottobre, arriva dal Reparto di Virologia dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell'Emilia Romagna con sede in Brescia: effettuati i controlli dovuti, l'Ente preposto a questo genere di accertamenti, ha informato l'Ats di Bergamo, competente per territorio, della positività per la ricerca del virus dell'influenza aviaria tipo A, sottotipo H5, isolato dalla carcassa di un pollo deceduto presso un allevamento di svezzamento con sede a Cisano Bergamasco. Seppur, rassicurano gli esperti, non vi è nessuno pericolo che il virus si trasmetta all'uomo o passi dalla cucina attraverso carni e uova, sono immediatamente scattatati tutte le limitazioni previste dalla normativa con l'adozione di provvedimenti urgenti di Polizia veterinaria al fine di impedire il diffondersi della malattia. Tra questi l'istituzione di una zona di protezione del raggio di 3 km dal focolaio, individuato per l'appunto a Cisano, nonché di una zona di sorveglianza tracciando con il compasso un cerchio di 10 chilometri dal medesimo comune a ridosso del confine tra le provincie di Bergamo e Lecco, con misure "restrittive" dunque da osservare tanto nelle municipalità orobiche tanto in quelle lariane insistenti entro il perimetro individuato.
Nella prima zona, rientrano dunque, oltre Cisano stesso, Caprino, la frazione Odiago di Pontida per quanto attiene l'Ats di Bergamo nonché Brivio, Airuno, Calco, Calolzio, Olginate, Valgreghentino, Torre de' Busi e Monte Marenzo "sotto" l'Ats della Brianza, in terra lecchese. Tutte le aziende avicole commerciali ubicate nella zona saranno censite, con possibilità di accesso dei funzionari del dipartimento veterinario per prelievi a campione, se ritenuto necessario. La medesima struttura coordinerà anche la vigilanza sui movimenti delle persone addette alla manipolazione dei volatili, delle carcasse e delle uova, nonché dei veicoli abiti al trasporto di polli, galline e "derivati". Ogni movimento di pollame e volatili in cattività all'interno di tale zona di protezione dovrà essere preventivamente autorizzato mentre scatta (se non con concessione di apposita deroga) il divieto di uscita anche di pulcini e uova da tale area. Tra i divieti, molto articolati, anche quello di organizzare fiere, mercati e esposizioni di uccelli così come di introdurre in natura volatili per il ripopolamento. Le misure resteranno in vigore per 21 giorni, salvo l'insorgenza di nuovi focolai.

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Nel raggio di 10 km da Cisano e dunque in un'ampia porzione di territorio che arriva a lambire Lecco, Pescate, Galbiate, Oggiono, Sirone, Sirtori, Cernusco e Osnago oltre ovviamente a tutti i comuni più vicini, scattano poi altre imposizioni come l'obbligo da parte degli allevatori di segnalare tempestivamente eventuali aumenti di mortalità o cali significativi del livello di produttività tra i loro animali, il divieto di caccia degli acquatici in appostamento fisso con uso di richiami vivi o di introduzione di selvaggina in natura nonché restrizioni nella movimentazione di pollame e simili salvo autorizzazione.
Il focolaio di Cisano è il secondo riscontrato in pochi giorni in terra orobica: un primo "caso" è emerso a Grone interessando un allevatore che commercializza animali in fiere e mercati. Quest'oggi a tal proposito su disposizione dell'Ats saranno abbattuti 400 volatili tra galline, faraone e tacchini. La Regione, dal canto suo, ha già sospeso esposizione avicole, anche ornamentali, su tutto il territorio, a scopo precauzionale.
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