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Scritto Sabato 01 settembre 2018 alle 16:55

Pian delle Betulle: le 'storie d'armi' dei sei commilitoni ricordati con altrettante nuove marmette nella chiesetta votiva del Morbegno

L'estate alpina, come da tradizione, si chiuderà con l'ascesa alla Chiesetta Votiva del Glorioso Battaglione Morbegno, al Pian delle Betulle, in alta Valsassina: un appuntamento che le penne nere non hanno nemmeno bisogno di segnare in agenda, ripetendosi di anno in anno ogni prima domenica del mese di settembre. Domani, saranno sei i commilitoni che verranno ricordati, con la posa di altrettante marmette nell'ambito delle celebrazioni per il 59esimo anniversario di consacrazione del piccolo edificio di culto, recentemente riammodernato dagli alpini. Grazie al lavoro di ricerca compiuto dal Nastro Azzurro lecchese, in collaborazione con l'Archivio di Stato di Como, conosciamo le storie di ciascuno di questi combattenti. Eccole:

Artusi Ambrogio, nato il 14 agosto 1920 a Primaluna; chiamato alle armi il 16 marzo 1940, arruolato nel 5° reggimento Alpini Battaglione "Morbegno". Il 19 gennaio 1941 partito con il Battaglione Complementi del 5° reggimento Alpini via aerea da Foggia destinazione Albania. Il 23 marzo 1941 assegnato alla 44° compagnia del Battaglione Morbegno. Dichiarato disperso il 4 aprile 1941, durante l'ultima tragica battaglia del Battaglione Morbegno a quota 2120 sul Monte Guri i Topit.  

Buzzoni Anacleto nato il 23 marzo 1912 a Primaluna, chiamato alle armi il 1° marzo 1933, tale nel 5° Reggimento Alpini, promosso caporale il 10 settembre 1933. Mandato in congedo illimitato il 24 agosto 1934. Richiamato alle armi per esigenze di carattere eccezionale il 29 novembre 1940. Il 28 dicembre  1940 partito via aerea da Foggia, destinazione Tirana. Il 1° gennaio 1941 destinato al Battaglione "Morbegno"; il 4 aprile 1941 partecipa al combattimento sul monte Guri i Topit: ivi decorato di: "Croce di Guerra al Valor Militare", con la seguente motivazione: " Appartenente ad un plotone Arditi del Battaglione, partecipava con il suo reparto ad una rischiosa azione per la riconquista di una fortissima posizione avversaria. Nell'aspra lotta che ne seguiva, incurante del fuoco di armi automatiche, a cui era fatto segno il suo reparto, dimostrava grande ardimento e sprezzo del pericolo nel lancio di bombe a mano per snidare il nemico che trovava ricovero in munite postazioni. Nell'azione stessa rimaneva ferito." Monte Guri i Topit (fronte greco) 4 aprile 1941     
Il 27 giugno 1941 partito per l'Italia e sbarcato a Bari. L'11 ottobre 1941 ricoverato all'ospedale di Torino. In seguito agli eventi dell'8 settembre 1943 ha fatto parte della formazione partigiana, 55ª Brigata Rosselli in territorio metropolitano, assumendo la qualifica di partigiano combattente.  

Combi Mario nato a Moggio, il 19 agosto 1919, chiamato alle armi il 13 marzo 1940, tale  nel 5° Reggimento Alpini Battaglione Valle Intelvi. Il 23 ottobre 1940 destinato al Battaglione "Morbegno". Il 10 novembre del 1940 partito via aerea per l'Albania da Brindisi, destinazione Tirana. Morto in seguito al fatto d'armi nella zona del Monte Guri i Topit (Albania), per ferita penetrante al torace. Sepolto a Sojnik (tomba n°73).
Decorato di:  "Medaglia di Bronzo al Valor Militare" (alla memoria) con la seguente motivazione:" Porta munizioni, durante il violento fuoco d'artiglieria nemico, seguito da attacco, sprezzante del pericolo attraversava ripetutamente terreno battuto per facilitare i rifornimenti alle armi, finche cadeva mortalmente colpito da pallottola." Monte Guri i Topit (fronte greco) 4 aprile 1941.
La salma dell'eroico alpino è rientrata in patria il 7 ottobre 1962 ed è tumulata nel cimitero di Moggio.  

De Bastiani Gino Francesco, nato a Santa Giustina (BL) il 24 settembre 1918; residente a Ronago (CO) alla chiamata alle armi del 29 marzo 1939, destinato al 5° Reggimento Alpini Battaglione "Morbegno" 47ª compagnia. Partecipa alle operazioni di guerra sulla Frontiera Alpina Occidentale. Il 10 novembre 1940 partito via aerea per l'Albania da Brindisi. Il 14 aprile 1941 ricoverato all'ospedale da campo. Il 27 giugno 1941, partito per l'Italia imbarcatosi a Durazzo, destinazione Bari. Il 20 luglio 1942 partito per la Russia col Battaglione "Morbegno". Caduto durante il drammatico ripiegamento il 21 gennaio 1943, in seguito a ferita di scheggia da mortaio, nel fatto d'armi oltre Noowa Charkowka (Russia); dal certificato di morte risulta insepolto.
Il destino crudele, il giorno dopo la morte di Gino, si portò via anche il fratello Aldo, minore di quattro anni: De Bastiani Aldo era nato nel 1922; chiamato alle armi il 3 febbraio 1942, nel 2° Reggimento Art. Alpini Gruppo Valcamonica, promosso caporal maggiore, partecipò alle operazioni di guerra sul fronte russo, ivi dichiarato "disperso" in occasione del combattimento avvenuto il ,22 gennaio 1943 -Battaglia del Don -Scheljakino.
Si racconta che uno dei due, durante la ritirata nella steppa russa, abbia incontrato un alpino di Drezzo e avendo saputo da questi che il fratello era ferito e stava nelle retrovie, sia ritornato indietro sulle tracce del congiunto per aiutarlo a ritornare. Purtroppo, però, nessune dei due ha più fatto ritorno e ancora oggi giacciono in quelle terre lontane.  
Incolmabile lo strazio dei genitori per la perdita degli amatissimi figli. La madre non si riebbe mai dolore e, pochi anni dopo, morì ancora in giovane età.     

Maroni Giuseppe nato a Primaluna, il 13 luglio 1910, chiamato alle armi il 12 aprile 1931, tale nel 5° Reggimento Alpini Battaglione "Morbegno". Congedato il 12 ottobre 1931, richiamato alle armi il 25 novembre 1940 e destinato al Battaglione Complementi del 5° Reggimento Alpini. Partito via aerea per l'Albania da Foggia, il 28 dicembre 1940. Il 31 dicembre 1940 destinato al Battaglione "Morbegno" del 5° Reggimento Alpini. Morto il 4 aprile 1941 nel fatto d'armi del monte Guri i Topit (Albania) per raffiche di mitragliatrice al capo. Non è stato sepolto.
Decorato di 2 "Medaglie di Bronzo al Valor Militare" con le seguenti motivazioni:
"Prima Motivazione: Maroni Giuseppe da Primaluna (Como), alpino 5° Reggimento Alpini. Appartenente ad un reparto di Arditi di Battaglione partecipava volontariamente ad un colpo di mano notturno contro una posizione nemica fortemente presidiata ed armata, assaltando arditamente e con preciso lancio di bombe a mano. Sprezzante del pericolo, aggirava la postazione di un'arma automatica e messo fuori combattimento i serventi, si impadroniva dell'arma. Riusciva poi, con altri camerati, a catturare alcuni prigionieri, armi e materiale vario. Esempio di coraggio e di tenace volontà combattiva." Monte Guri i Topit, quota 2110, (fronte greco), 9 marzo 1941.
Seconda decorazione:" Maroni Giuseppe da Primaluna (Como), alpino 5° Reggimento Alpini (alla memoria). Elemento di un reparto ardito, si lanciava, al seguito del proprio ufficiale, in un contrassalto contro numerosi nemici che erano riusciti ad occupare una nostra posizione e d'inaspro corpo a corpo concorreva validamente a ricacciarli. Per meglio esplicare l'azione di fuoco sugli avversari in ripiegamento, si riponeva con un fucile mitragliatore allo scoperto e mentre stava infliggendo loro gravi perdite, mortalmente colpito al viso cadeva da valoroso." Monte Guri i Topit (fronte greco), 4 aprile 1941.  

Branchini Aniceto, classe 1922, Alpino del Battaglione "Morbegno" 44ª Compagnia, reduce di Russia, "andato avanti" lo scorso anno all'età di 96 anni. Nativo di Forcola (Valtellina) si era trasferito a Cassago Brianza.  Membro attivo dell'UNIRR partecipava alle commemorazioni col suo cappello alpino in ricordo di tutti i Caduti e "dispersi" fra cui il fratello perito durante il tragico ripiegamento nella steppa russa.               



Cenni storici relativi al  5° Reggimento Alpini sul fronte (greco-albanese) -28 ottobre 1940 - 23 aprile 1941-    
Alle 3 di notte del 28 ottobre 1940 l'Italia dichiarò guerra alla Grecia. Alle ore 6.00 del mattino la "Julia" e altre Divisioni già presenti in Albania, da oltre un anno, varcarono i confini. Il 5° Reggimento Alpini, facente parte della "Tridentina", partecipa alla Campagna di Grecia con i suoi 3 Battaglioni: Morbegno, Edolo e Tirano. Quella che doveva essere una vittoriosa guerra lampo, per la valorosa resistenza dei greci determinati a difendere tenacemente la loro terra, si trasformò sin dai primi giorni in un lento massacrante ripiegamento ostacolato anche dalle condizione climatiche avverse: pioggia e neve sulle montagne. Infatti, non solo i durissimi combattimenti decimarono gli Alpini, nella sola notte del 17 dicembre nel Battaglione Morbegno si riscontrarono 330 casi di congelamento su una forza di 550 uomini.  
Il 5° Alpini nel solo mese e mezzo di accaniti combattimenti, dal 15 novembre al 31 dicembre 1940, aveva perso più del 60 per cento dell'organico:1300 fra morti, feriti, dispersi e congelati. Alla fine di dicembre ed ai primi di gennaio 1941, partirono dalla Madre Patria i Battaglioni Complementi per ricostituire i ranghi decimati. Con essi giunse anche il Capitano Adriano Auguadri da Como: valoroso ufficiale di complemento cui sarà affidato il comando della 44ª Compagnia del Battaglione "Morbegno".
Dai fogli matricolari sappiamo che insieme ad Auguadri giunsero anche: Artusi Ambrogio con mio padre il caporal maggiore Nasatti Giacomo, il caporale Buzzoni Anacleto e Maroni Giuseppe.  
L'audacia e il valore del capitano comasco, e dei suoi alpini, sono evidenziate dalle seguenti azioni: La prima è quella compiuta all'alba del 24 gennaio 1941 da un reparto del Battaglione Morbegno comandato dal capitano Auguadri il quale riesce, con un audace colpo di mano, a raggiungere la quota 926 di Squimarit, sorprendendo il nemico catturando prigionieri e armi. A questa azione partecipa anche mio padre Nasatti Giacomo, ivi decorato di M.B.V.M (sul campo). Fra i caduti lecchesi ricordiamo, il caporale Valli Siro e il sergente Fasoli Aldo, entrambi da Mandello.      
In quei giorni a Squimarit gli Alpini del "Morbegno", provati dai combattimenti, nei momenti di tregua fecero il Voto alla Madonna. Il Voto sarà sciolto nel 1959 con la consacrazione della chiesetta del Btg. Morbegno al Pian delle Betulle. Progettata dal reduce arch. Mario Cereghini.     
La seconda azione si svolge la notte fra l'8 e il 9 marzo 1941: il capitano Auguadri al comando di un reparto di Arditi di Battaglione, tutti con tuta bianca da sciatore, attaccano un'importante postazione greca, a quota 2110 del Guri i Topit, catturando prigionieri e armi. Nessun morto o ferito da parte nostra, solamente 10 feriti per la maggior parte lievi. A questa azione notturna partecipano anche tre valorosi arditi lecchesi: Mauro Gandin da Lecco, Maroni Giuseppe da Primaluna e Vassena Giovanni da Maggianico.  

Olocausto del Battaglione Morbegno sul Monte Guri i Topit  
Il giorno 3 aprile alle ore 16.00, il nemico inizia tiri di artiglieria contro le nostre posizioni di quota 2120... All'alba del 4 aprile 1941, verso le ore 6.00, il nemico inizia il violento tiro di artiglieria e mortai contro le nostre posizioni del Guri i Topit, concentrandolo in particolar modo sulla 44ª del Morbegno, che è a difesa della posizione di quota 2120 e mantenendo sotto fuoco la 47ª compagnia che occupa la quota 2042 e la selletta tra questa e quota 2120. Contemporaneamente all'inizio dei tiri nemici, il Comandante del 5° fa aprire il fuoco dalle nostre batterie e dai plotoni mortai da 81 contro la posizione avversaria. Alle 9.00 la valorosa 44ª del "Morbegno" è quasi totalmente annientata. Con la maggior parte dei suoi eroici Alpini, sono caduti, il suo Comandante  Capitano Adriano Auguadri (M.O.V.M.), il tenente Ferruccio Battisti (M.O.V.M.)- nipote di Cesare Battisti-  il tenente Ercole Fezzi, il tenente Italo Borelli, mentre altri due ufficiali sono rimasti feriti. Alle 9.30 la quota 2120 è persa da parte nostra. Altri elementi da quota 2058 procedono verso la posizione della 47ª Compagnia che, nonostante il violento tiro d'artiglieria al quale è sottoposta, si difende strenuamente.  
La durissima giornata di combattimento si chiude verso le ore 20.00 dopo quattordici ore di ripetute, violente azioni.  
A quota 2120 del Guri i Topit è stato costruito un cimitero denominato " Cimitero di Guerra del 5° Reggimento Alpini che in un area di metri 7,50 per 15,00 racchiude 24 salme di Caduti: il primo loculo accoglie la Salma dell'eroico Capitano di complemento Adriano Auguadri"   Quel terribile giorno fra i numerosi Caduti, di entrambi le parti belligeranti, ricordiamo il sacrificio di Artusi Mario, Combi Mario, Maroni Giuseppe e l'eroismo di Buzzoni Anacleto. Grazie al Voto espresso sul fronte greco-albanese la loro "memoria", insieme a quella di De Bastiani Gino e Branchini Aniceto e di tutti i "morbegnini", continuerà a vivere custodita nella "tenda dell'anima"             

Mario Nasatti   
Parte del testo è ricavato da "Tridentina Avanti "di Aldo Rasero e da "L'ultima partita a carte" di Mario Rigoni Stern
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