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Scritto Sabato 27 ottobre 2018 alle 13:08

Ma questo Governo sta cambiando davvero i paradigmi? Spero di sì...

Gli avvenimenti governativi succedutisi in questi ultimi tempi non possono non suscitare preoccupate considerazioni in chi, come me cittadino comune ma non suddito, non è mosso da logiche rigide di appartenenza ma dalla valutazione circa il grado di coerenza tra intenzioni dichiarate e scelte adottate.
Anche rifacendomi al mio precedente intervento in tema di possibile ed auspicabile cambio dei paradigmi (vedi altro allegato "Se cambiano i paradigmi") e pur corazzato rispetto al clima parossistico inondato giornalmente e non casualmente dai media su spread ed annessi, non posso ignorare alcuni salienti aspetti di questa ventilata manovra :

A) Rischia di passare una logica "condonista" ( pur minimalista, grazie al doveroso contrasto dei 5 Stelle) nonostante il contratto di governo la escludesse.
B) La cosiddetta Flat Tax leghista (in origine un Robin Hood alla rovescia in favore dei ricchi) sembra diventare ( intuibilmente sempre grazie ad un lavorìo interno alla maggioranza) un quasi condivisibile aiuto ai più piccoli e strapazzati operatori economici (una vera e propria inversione di tendenza)
C) Il "reddito di cittadinanza", nonostante il serratissimo fuoco di fila sprigionato da ogni dove - vorrà dire qualcosa ? - ed addirittura osteggiato incomprensibilmente anche dalla gran parte dalla cosiddetta sinistra, sembrerebbe essere confermato col suo ineludibile bagaglio di maggior equità.

Se l'indicatore di cambiamento reale fosse, come continuo a credere e sperare, la riduzione delle diseguaglianze economiche e sociali (una vera e propria questione "centrale" per qualsiasi convivenza umana degna di tal nome) il saldo parrebbe ancora positivo, salvo verificarlo nel corso dell'iter parlamentare auspicabilmente migliorativo in termini di ulteriore maggior giustizia sociale.
Ma i ben pensanti soloni che sguazzano nei talk show televisivi sembrano occuparsi solo della facciata ragionieristica dei conti in ordine, delle "coperture" di spesa, della reazione dei mercati e dei contrasti con le istituzioni europee : quando si darà realmente voce a chi subisce sulla propria pelle gli effetti di certe manovre penalizzanti ( i meno abbienti) fatte passare per interesse collettivo ma in realtà convenienti allo status quo di pochi "eletti" ?
Per sintetizzare a mio parere le sfide vere di progressivo cambiamento in questo campo sono due, tra di loro interconnesse :

1) Presentarsi a Bruxelles ( con un'alleanza di Stati) chiedendo di cambiare strutturalmente le regole inique poste alla base di questa "Europa dei mercanti" - e non dei cittadini come giustamente ipotizzato alla origini - ( in primis quelle relative alla funzione della BCE e concorrenti alla formazione dei debiti sovrani). Non basta battersi, pur lodevolmente, per recuperare uno 0, di deficit in più .
2) Dire apertamente dove e come si prendono i soldi per risanare la situazione e non solo accapigliarsi, più o meno strumentalmente, sui capitoli di spesa.

Su quest'ultimo specifico punto, se si volesse dare ulteriore reale consistenza alla scelta di campo "per una maggior giustizia

Germano Bosisio
redistributiva" ( il vero investimento anche in termini economici espansivi) mettendo in scena una progressiva azione riequilibratrice, non si può più eludere la necessità, visti i tempi, di una "patrimoniale secca". Peraltro, per chi da importanza ai riflessi sul mercato, un intervento simile non susciterebbe contrarietà sia delle istituzioni europee che dei mercati stessi, perlomeno a detta dei famigerati esperti.
Naturalmente occorrerebbe, visto il "pensiero unico fuorviante" veicolato dalla gran parte dei media ed in primis dalla tv, spiegare bene che i destinatari di questa manovra sarebbero solo i grandi patrimoni (semmai meglio immobiliari che reddituali sempre a rischio di esportazione più o meno clandestina). Mentre i beneficiari sarebbero la gran parte dei cittadini italiani (Si parla di decine di miliardi).
Altro che agitare pretestuosamente lo spauracchio di prelevamenti lineari a tappeto tipo blitz del governo Amato nel 92. Del resto il bravo amministratore, da "buon padre di famiglia", sa che i sacrifici maggiori li si deve pretendere dai "figli" più facoltosi e non dai più deboli, come fatto finora.
Per coloro che vogliano mantenere un approccio non ideologico sul fronte concreto ed immediato di una politica che attenui la pressione speculativa dei cosiddetti investitori internazionali (che peraltro controllano le famigerate agenzie di rating - la volpe che controlla il pollaio ?) rimando a questo istruttivo link i cui contenuti non vedrete mai nei grandi talk show televisivi.

 

Germano Bosisio
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