Il giudice alla scorsa udienza sembrava essere stato chiaro: basta rinvii, definiamo la causa. Ed invece l'ennesimo posticipo è stato quest'oggi accordato. Ragioni politiche hanno fatto slittare al prossimo 16 luglio, a elezioni europee archiviate, la trattazione del fascicolo vertente sul crac delle
Trafilerie del Lario - già Trafileria Brambilla - con la parlamentare forzista
Michela Vittoria Brambilla indicata dalla Procura - nelle persona del sostituto
Paolo Del Grosso, rimasto solo dopo il trasferimento del collega
Nicola Preteroti, co-titolare nella fase investigativa - quale supposta amministratrice di fatto dell'impresa di famiglia dichiarata definitivamente fallita solo nel 2017 con la pronuncia della Cassazione, poi nuovamente impugnata dinnanzi alla Corte Europea dell'Uomo, con il ricorso ad oggi ancora pendente.
E sempre da due anni a questa parte si trascina, prima al cospetto del dr.
Massimo Mercaldo poi dinnanzi al dr.
Salvatore Catalano, subentratogli nel ruolo di GUP, l'udienza preliminare a carico non solo della "rossa di Calolzio" ma anche del padre e amministratore di diritto
Vittorio Brambilla, del cugino e amministratore delegato
Alessandro Valsecchi, del cognato e liquidatore
Nicola Vaccani nonché dei tre membri del collegio sindacale, i piemontesi
Francesco Ercole (presidente),
Mario Ercole e Aida Tia, tutti tacciati dalla Procura - a vario titolo - di bancarotta patrimoniale dolosa. Già estinti i supposti reati tributari contestati dai PM, con il versamento da parte dei due Brambilla, di circa 3 milioni di euro e già risarcita - senza alcuna ammissione di responsabilità connessa alla decisione di metter mano al portafogli - la curatela, la strada verso la definizione della causa pareva segnata con almeno un'istanza di patteggiamento già anticipata al giudice. Oggi, dunque, in udienza, ci si aspettava di conoscere le mosse anche dei co-imputati, come sollecitato lo scorso gennaio dal dr. Catalano, rigettando la richiesta di sospensione in attesa della sentenza della CEDU. Ed invece, come suo diritto, la parlamentare, tramite il proprio pool difensivo, ha chiesto e ottenuto un rinvio legato alla propria attività politica e dunque alle imminenti elezioni europee. Si tornerà in Aula prima della paura agostana.
Passo avanti, invece, a Milano, per la seconda causa vertente sul fallimento delle Trafilerie calolziesi, intentata dall'avvocato
Carlo Galli in rappresentanza del curatore al cospetto del Tribunale delle Imprese. Come si ricorderà, tramite il legale lecchese, il dr.
Diego Bolis rivendica 25 milioni di euro in relazione all'aggravio del dissesto della spa ingenerato - secondo la ricostruzione del commercialista - dall'iniezione di liquidità per 15 milioni di euro concessa da 3 istituti di credito a una società già decotta, a fronte, anche, della supposta presentazione di fatture giudicate dagli inquirenti quantomeno sospette.
Quest'oggi il giudice
Daniela Marconi ha dichiarato estinta la causa per quanto attiene le posizioni di Michela Vittoria Brambilla, Vittorio Brambilla e Alessandro Valsecchi - avendo gli stessi risarcito la curatela - con il procedimento che proseguirà dunque a carico soltanto dei tre sindaci (dichiarati tra l'altro contumaci) nonché di Nicola Vaccani e dei tre istituti di credito trascinati in giudizio dall'avvocato Galli ovvero Unicredit, Intesa San Paolo e Banco BPM (con quest'ultima etichetta che racchiude Banca Popolare di Milano e Credito Bergamasco). Proprio in riferimento alla banche è stato suggerito un tentativo di conciliazione, essendo le stesse insinuate anche al passivo delle Trafilerie. La proposta potrebbe dunque essere di una compensazione delle reciproche pretese. Per trovare un accordo è stato concesso tempo fino al 19 novembre, giorno in cui è stata calendarizzata la prossima seduta.
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