Quando qualche mese fa avevamo scritto che su Villa Locatelli sventola la bandiera azzurra in barba ai sondaggi nazionali che vorrebbero una Lega dilagante in parecchi non l'avevano presa proprio bene. Ma a spoglio ultimato (sì, ieri si è votato, per chi non se ne fosse accorto, ma lo hanno fatto solo "gli eletti" e dunque sindaci e consigliere essendo la Provincia ente di secondo livello) le urne ci hanno restituito la prova del 9. Avevamo ragione insomma. Dopo aver "offerto" un proprio uomo quale presidente, riuscendo a farlo eleggere coralmente, in nome del passo indietro della politica per il bene dell'intero territorio, Mauro Piazza e compagni hanno dimostrato, ancora una volta, come se ce ne fosse bisogno, di saperci fare, collettando, con l'affluenza complessiva in calo, voti su voti senza avere, almeno sulla carta, i numeri per riuscire nell'impresa. Hanno così strappato alla Lega, che due anni fa come ieri avrebbe potuto essere parte integrante della lista scegliendo invece di correre da sé, una poltrona, raddoppiando in quattro anni la presenza di Libertà ed Autonomia in assise, lasciando fuori al tempo stesso gli aggregati di Fratelli d'Italia che, anche a questo giro, come già nel 2017 in tandem con il Carroccio, non saranno rappresentati in Aula. Sul come gli strateghi del forzista siano riusciti a centrare l'obiettivo (tra l'altro annunciato senza far scattare la reazione delle truppe verdi), è facile a dirsi: con un lavoro capillare sul territorio ed un presidio militare del seggio, muovendo preferenze fino all'ultimo voto per calare il poker al momento della conta delle carte.

In ordine per riga, da sinistra a destra: Mattia Micheli, Matteo Manzoni, Irene Alfaroli, Fiorenza Albani;
Stefano Simonetti, Elena Zambetti, Bruno Crippa, Giuseppe Scaccabarozzi;
Marco Passoni, Agnese Massaro, Felice Rocca, Paolo Lanfranchi
Mattia Micheli, ormai veterano della formazione, rappresentante di Abbadia Lariana, per i prossimi due anni avrà accanto a sé Irene Alfaroli di Bellano (con il Lago che fa proprio dunque due seggiole su 4), Matteo Manzoni di Crandola (erede designato con l'appoggio anche di Umberto Locatelli del "valsassinocentrico" - a questo giro il termine ce lo deve passare per forza - Antonio Pasquini) e Fiorenza Albani che raccoglie il testimone del compagno di schieramento, tra le file del consiglio comunale di Merate, di Alfredo Casaletto.
La
Lega, di contro, si ferma al rinnovo dei posti di
Stefano Simonetti (Valgreghentino) e
Elena Zambetti (Ello) non ottenendo i numeri per la riconferma di Cinzia Bettega (Lecco), subentrata a tre quarti della legislatura a Claudia Ferrario (Barzanò) prematuramente scomparsa.
Sul fronte del centrosinistra, rimane invariato l'assetto.
Provincia Insieme, con il PD, riconferma il sindaco di Missaglia
Bruno Crippa e il consigliere di Bellano (unico paese ad avere due rappresentanti a Villa Locatelli, in schieramenti diversi come già in Comune)
Giuseppe Scaccabarozzi, sostituendo i non ricandidati Giampietro Tentori (Valmadrera), Luigi Comi (Lecco) e Marinella Maldini (Casatenovo), con le nuove reclute
Felice Rocca (Osnago),
Marco Passoni (Olginate) e
Agnese Massaro (Lecco).
Libertà è Partecipazione, riconquista il seggio che fu di Sergio Brambilla eleggendo
Paolo Lanfranchi, nella speranza - visto anche il nome della lista - che il sindaco di Dolzago sia più costante nel rispondere presente all'appello rispetto al collega (uscente) di Valgreghentino, proseguendo a essere vera opposizione in un consiglio che, dall'elezione condivisa di Usuelli, ha perso frizzantezza, seppur solo di facciata.
© www.leccoonline.com - Il primo network di informazione online della provincia di Lecco