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Scritto Martedì 23 aprile 2019 alle 17:09

Omicidio di Sogno: pena alleggerita in Appello per Guzzetti. Il 'conto finale' scende a 22 anni

La pubblica accusa, a Como, all'esito del procedimento di primo grado aveva chiesto l'ergastolo. Il 25 gennaio 2018, dopo una camera di consiglio protrattasi più del prospettato, la Corte d'Assise del Tribunale lariano aveva condannato il lecchese Roberto Guzzetti a 24 anni di reclusione per l'assassinio, a colpi di coltello, della pensionata torrebusina Maria Adeodata Losa, lasciando cadere l'aggravante della crudeltà contestata dal dottor Paolo Del Grosso e concedendo all'imputato le attenuanti generiche. Oggi, in Appello, la sentenza è stata riformata con un'ulteriore riduzione della pena che scende così - in attesa del terzo round in Cassazione - a 22 anni complessivi.

In una foto scattata in tribunale a Como, Roberto Guzzetti in prima fila al fianco dei difensori
avv. Marilena e Patrizia Guglielmana con la collaboratrice Ilaria Guglielmana

"Siamo ancora convinte dell'innocenza del nostro assistito. Teniamo però a sottolineare come, pur essendo l'imputato accusato di essere il responsabile di un delitto efferato, con l'aggravante della minorata difesa, la condanna a suo carico ora si discosta solo leggermente dalla pena base per omicidio, nonostante la richiesta iniziale fosse l'ergastolo" hanno commentato, con soddisfazione, gli avvocati Marilena e Patrizia Guglielmana, legali del 61enne con casa in Viale Turati, detenuto dall'arresto operato nel luglio 2016 dai Carabinieri del Comando provinciale di Lecco all'esito di una meticolosa attività investigativa scattata l'11 giugno, giorno del rinvenimento della salma dell'87enne, nella cucina dell'abitazione condivisa con la sorella Leonilda - immobilizzata nel letto al piano superiore - in via Piave a Sogno di Torre de' Busi.

Maria Adeodata Losa

Rigettata la richiesta di rinnovamento del dibattimento con contestuale istanza per sottoporre Guzzetti ad una nuova perizia psichiatrica per accertare la sua capacità di stare a processo, i giudici della seconda sezione della Corte d'Assise d'Appello di Milano hanno chiesto alle parti una discussione snella, con particolare riferimento alla difesa in considerazione della corposa documentazione già prodotta dagli avvocati Marilena e Patrizia Guglielmana supportate, nella stesura dei motivi e delle eccezioni, dalla collaboratrice Ilaria Guglielmana.
Se la pubblica accusa ha insistito per la conferma della condanna irrogata a Como, i legali dell'imputato si sono battuti per una svolta, evidenziando - tra le altre cose - la mancanza dell'arma del delitto e di un movente nonchè rimarcando come le indagini che hanno portato all'individuazione del 60enne quale unico responsabile dell'omicicidio siano state - a loro giudizio - lacunose.
Nel pomeriggio il verdetto con uno "sconto" di due anni rispetto alla pronuncia di primo grado. Tra 40 giorni il deposito delle motivazione, in attesa dell'ultimo step, in Cassazione.   
A.M.
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