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Scritto Martedì 02 luglio 2019 alle 22:34

Omicidio di Sogno: per i giudici Guzzetti agì d'impeto, la difesa prepara il ricorso per Cassazione

Maria Adeodata Losa
Già alla lettura della pronuncia d'Appello non avevano nascosto la propria soddisfazione per la riduzione della pena da 24 a 22 anni di reclusione nei confronti del loro assistito, Roberto Guzzetti, condannato per l'assassinio della pensionata di Torre de' Busi Maria Adeodata Losa.
A due mesi di distanza gli avvocati difensori Marilena e Patrizia Guglielmana hanno annunciato l'imminente ricorso per Cassazione, sempre più convinte dell'innocenza del 61enne, detenuto dall'arresto operato nel luglio 2016 dai carabinieri del Comando provinciale di Lecco all'esito di una meticolosa attività investigativa scattata l'11 giugno, giorno del rinvenimento della salma dell'87enne.
Un delitto consumato nella cucina dell'abitazione condivisa da Maria Adeodata Losa con la sorella Leonilda, in via Piave, nella frazione di Sogno.
Se a Como, all'esito del procedimento di primo grado, la pubblica accusa aveva chiesto l'ergastolo, la Corte d'Assise del tribunale lariano aveva condannato Guzzetti a 24 anni di reclusione, sentenza poi riformata con un'ulteriore riduzione. E ora si attende il terzo e ultimo step: la Cassazione appunto.
''In entrambi i gradi è stato ribadito che non c'è movente. Non è stata rinvenuta l'arma, i vestiti del nostro assistito sono risultati puliti così come l'auto: perfetta, senza tracce di sangue'' ha riferito l'avvocato Marilena Guglielmana, evidenziando altresì come l'unica altra persona presente sul luogo del delitto, ovvero l'ultranovantenne Leonilda, in Aula - comparsa a Como proprio su richiesta della difesa - non abbia riconosciuto il Guzzetti. Un dettaglio non irrilevante secondo i legali dell'uomo, pur nella consapevolezza delle precarie condizioni dell'anziana, poi spirata a breve distanza.
Per la Corte d'Assise d'Appello l'omicidio di Maria Adeodata Losa sarebbe stato un ''dolo d'impeto'' da parte di Roberto Guzzetti che in questi anni ha sempre continuato a proclamarsi innocente.
Non si arrende dunque il pool difensivo, con gli avvocati Marilena e Patrizia Guglielmanta che da sempre rimarcano come le indagini che hanno portato all'individuazione del 61enne quale unico responsabile dell'omicicidio siano state, a loro avviso, state lacunose, come indicato anche nel ricorso presentato in Appello, nel quale avevano chiesto lo stralcio della parte civile (rappresentata dalla nipote Cristina Bonacina), già formulato in primo grado. ''Quella di non ricorrere a riti alternativi non è stata una strategia difensiva ma una scelta precisa del nostro assistito'' ha concluso l'avvocato Guglielmana, sottolineando ancora una volta come in secondo grado la condanna sia stata ridotta a 22 anni di reclusione, quasi il minimo della pena prevista in caso di rito abbreviato.
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