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Scritto Mercoledì 26 febbraio 2020 alle 14:24

Lavoro: quarto trimestre ''da incubo'' nel Lecchese, calo per il settore industriale. Anche l’occupazione giovanile in crisi

Un andamento altalenante quello del mercato del lavoro nel Lecchese durante il 2019, chiuso con la brusca frenata dell'ultimo trimestre i cui risultati hanno pesato drasticamente sulla crescita della cassa integrazione e non ha certo aiutato l'occupazione a migliorare. Ad alcuni aspetti positivi, come il saldo positivo tra avviamenti e cessazioni al lavoro per donne e stranieri, se ne affiancano parecchi negativi come il netto calo dell'occupazione giovanile, risultato dei tagli alle misure di alternanza scuola-lavoro decise dall'ex governo giallo-verde, e come il saldo ''negativissimo'' degli avviamenti contro le cessazioni nel settore industriale. Dati illustrati ed analizzati nel corso di una conferenza stampa che si è riunita nella mattinata di mercoledì 26 marzo nella sede della Cisl di via Besonda a Lecco durante la quale sono intervenuti Enzo Mesagna, responsabile del dipartimento mercato del lavoro, e il segretario generale Rita Pavan.



Enzo Mesagna, responsabile dipartimento mercato del lavoro per Cisl Monza-Brianza-Lecco,
con il segretario generale Rita Pavan


Avviamenti e cessazioni, in generale
Principale raffronto effettuato dalla Cisl, numeri del 2019 e del 2018 alla mano, è stato quello tra avviamenti e cessazioni al lavoro. In totale, come illustrato da Mesagna, nel lecchese si sono registrate il 5,5% di assunzioni in meno durante l'anno appena trascorso, 35.222 rispetto alle 37.258 del 2018. Di positivo è stato riscontrato che le cessazioni sono state 371 in meno, in totale 34.851 nel 2019 (mentre nel 2018 erano state 35.468). In aumento sono state anche le trasformazioni contrattuali che hanno in un certo senso stabilizzato le posizioni lavorative dei lecchesi (da determinato a indeterminato e da part time a full time) che sono state il 38,1% in più nel 2019 rispetto al 2018. Un dato, come ha sottolineato Mesagna, dovuto all'applicazione del decreto dignità.  

https://youtu.be/XY78rfK-_FA

Male gli uomini, bene donne e stranieri

Saldo negativo tra gli avviamenti e le cessazioni degli uomini, passando ad osservare il dato di genere, con un -8% pari a 22 unità ''perse'' l'anno scorso rispetto al 2018. Al contrario, donne e stranieri sono andati ad occupare più posti di lavoro nel 2019 rispetto a quanto non avevano fatto due anni fa. Le prime hanno un saldo positivo di 393 unità, mentre gli extracomunitari hanno registrato un importante aumento con un saldo positivo nel rapporto avviamenti/cessazioni per un totale di 261 unità.  

Tipologie contrattuali
Una certa difficoltà, secondo quanto illustrato da Mesagna nel corso della conferenza stampa, l'hanno attraversata i centri per l'occupazione e le agenzie interinali. I contratti per somministrazioni sono infatti scesi del 31% nel 2019 rispetto all'anno precedente. A fare da contraltare ci pensano però i contratti a tempo indeterminato, il 6,9% in più nel 2019. Dato negativo, affrontato con particolare attenzione mercoledì mattina dai sindacalisti intervenuti, quello della diminuzione netta dei contratti di apprendistato (-3,5%).  



Rita Pavan

Ripartizione anagrafica del lavoro

Un andamento che registra difficoltà, quello dell'occupazione giovanile, anche osservando i dati riferiti alle suddivisioni per fasce d'età. I lecchesi tra i 15 e i 24 anni nel 2018 avevano occupato 9.177 posti di lavoro, il 7,7% in più rispetto al 2019 durante cui gli avviamenti di questa fascia si sono fermati alle 8.472 unità. In calo anche la fascia successiva, tra i 25 e i 34 anni, con un saldo negativo degli avviamenti di -6,8%. Unico miglioramento segnalato da Mesagna quello degli over 55, che hanno trovato più lavoro rispetto al 2018 con una risalita dell'1,9%.  

I settori
Sebbene sia un territorio tenace ed in grado di resistere, come ha commentato nel corso della conferenza il segretario generale Pavan, nel Lecchese il mercato del lavoro si appoggia soprattutto sul manifatturiero, settore particolarmente colpito dalle brusche frenate nell'ultimo trimestre e da un andamento piuttosto contenuto durante l'intero 2019. Il saldo tra avviamenti e le cessazioni nell'industria è infatti sceso del 22,1%. Uno dei pochi incrementi, ha spiegato Mesagna, lo ha avuto il settore del commercio con un saldo avviamenti/cessazioni del 3%. Un dato che giustifica in parte l'aumento dell'occupazione femminile. Trend positivo, anche se con numeri ancora contenuti, per i settori agricolo ed edile.  

Cassa integrazione
L'ultimo trimestre, si diceva, è ha pesato in modo particolare sulle considerazioni negative che si sono fatte in generale sull'andamento del mercato del lavoro nel 2019. Ad incidere, come ripetuto in un paio di occasioni dal segretario generale Pavan, sono stati soprattutto alcuni elementi di congiuntura del mondo lavorativo globale, con particolare riferimento alle frenate dovute ai dazi, senza considerare ciò che potrebbe accadere con il riflesso sui mercati dovuto all'epidemia del nuovo coronavirus (tema affrontato rapidamente al termine dell'incontro).  Il trend negativo di ottobre, novembre e dicembre è evidenziato soprattutto dall'aumento delle ore di cassa integrazione autorizzate alle aziende lecchesi, il 30% in più rispetto al 2018 (ma la metà, ha spiegato Mesagna, sono arrivate appunto nell'ultimo trimestre). Cassa ordinaria quella più diffusa, mentre il metalmeccanico è il settore più colpito.  



Enzo Mesagna


Occupazione giovanile
Tra gli aspetti su cui si sono più soffermate le analisi di Pavan e Mesagna quello del calo del lavoro tra i giovani. ''Ciò che notiamo è una parziale inadeguatezza del nostro sistema scolastico nei confronti del lavoro'' ha commentato il segretario generale. ''Purtroppo, come se non bastasse, è stato poi di fatto svuotato il sistema dell'alternanza, sul quale abbiamo sempre creduto molto e nel quale il Lecchese si era distinto con progetti anche piuttosto innovativi. E' tuttavia un problema duale, questo con responsabilità da attribuire anche le aziende che spesso cercano apprendisti con esperienza, senza considerare che i giovani devono avere l'opportunità di fare esperienza sul posto di lavoro. Vediamo poi che sempre più spesso ci troviamo di fronte ad una forte disoccupazione intellettuale. Persone con un certo tipo di lauree che non riescono a trovare opportunità e vanno a cercarle altrove. La soluzione è fornire dunque posti di lavoro di qualità''. Accanto al tema dell'occupazione giovanile, secondo Pavan va messo quello della formazione continua. ''Un tema che non abbiamo mai sottovalutato è quello della formazione'' ha proseguito. ''Spesso diciamo che il nostro articolo 18 è che l'importante è essere qualificato in maniera permanente. Faccio riferimento ad una formazione che non riguarda solo i giovani. Non possiamo pensare di avere un'industria 4.0 con dei lavoratori 0.0''.  

Le crisi nel lecchese
Mesagna e Pavan hanno infine riferito alcuni aggiornamenti sulle casi specifici di crisi conclamate nel nostro territorio, parlando della Vismara di Casatenovo, della Norda di Primaluna e dell'Husqvarna di Valmadrera. Rispetto a quest'ultima, il responsabile del mercato del lavoro di Cisl Mesagna ha riferito che si stanno attendendo sviluppi, con i circa 100 dipendenti in cassa integrazione straordinaria. Più complicata ancora la situazione della casatese Vismara, dove non sono state applicate misure che prevedono l'utilizzo di ammortizzatori sociali e il caso si torva anche al Mise, dove costituisce uno dei 150 tavoli di crisi aperti. ''La situazione è gestita attraverso soluzioni organizzative che contrastano il calo del lavoro'' ha spiegato Mesagna. ''La soluzione di questo caso rientra come sappiamo in un percorso che riguarda il concordato preventivo del Gruppo Ferrarini, in mano al Tribunale di Reggio Emilia''. Un tavolo di crisi, è stato poi spiegato, è stato richiesto al Ministero dai sindacati anche per i lavoratori del gruppo AMI (Acque Minerali Italiane), che oltre alla valsassinese Norda gestisce Sangemini e Guadianello, colpito da una grave crisi finanziaria in seguito ad una serie di acquisizioni che in un primo momento avevano fatto decollare il lavoro dell'azienda, ora tuttavia coinvolto in una preoccupante picchiata verso il tracollo.
A.S.
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