Anche a Lecco si manifesta contro il disegno di legge depositato il 30 Giugno dal deputato del PD Alessandro Zan sull’omostransfobia ora in discussione in Parlamento. Il sit-in è andato in scena ieri sera, Giovedì 16 Luglio, in centro dove i manifestanti sono scesi in Piazza XX Settembre per esprimere il loro dissenso all’istituzione di un nuovo reato, quello di omotransfobia, che, viene spiegato, "non viene definito dal legislatore, lasciando quindi spazi a interpretazioni e derive liberticide che potrebbero colpire coloro che si esprimono pubblicamente in modo non allineato al pensiero mainstream".
A promuovere l’evento, a Lecco come in altre piazze in giro per il Paese, i gruppi politici e non che credono che l’attuazione della legge non tuteli le persone dalla discriminazione ma bensì limiti la libertà di opinione, espressione, stampa e religione.
Presenti in piazza anche il candidato a Sindaco di Lecco per il centrodestra Peppino Ciresa e Giacomo Zamperini esponente di Fratelli d’Italia.
La manifestazione è cominciata alle 20:30 con la lettura da parte del dottor Paolo Gulisano di una dichiarazione del comitato #RestiamoLiberi: “Una legge ingannevole poiché si presenta come necessaria per punire le violenze contro le persone con attrazione per lo stesso sesso. Ma chiunque sa già che ogni violenza è già punita dal nostro ordinamento giuridico ed esistono aggravanti da applicare dove necessarie. Si tratta quindi di una legge inutile."


"Ma, è anche una legge pericolosa perché mira ad istituire il reato di omostranfobia che non viene definito dal legislatore che lascia enormi spazi di interpretazione. In caso di approvazione del testo sarà possibile per chi gestisce una palestra vietare ai maschi transgender (che si “sentono” donne) l’ingresso nello spogliatoio delle donne? Sarà possibile per un genitore chiedere che il figlio non partecipi ad attività scolastiche inerenti temi sensibili sulla sessualità e la famiglia? Sarà ancora possibile per un sacerdote spiegare la visione cristiana del matrimonio? Sarà possibile dire pubblicamente che la pratica dell’utero in affitto è un abominio o dirsi contrari alla legge sulle unioni civili? Per tutte queste domande c’è una sola risposta, no".


Queste dunque le motivazioni che hanno portato in piazza circa un centinaio di persone. “Il disegno di legge Zan prevede una vera e propria rieducazione del cosiddetto omostrasfobico che deve essere rieducato secondo il pensiero dominante. Nel tempo in cui il potere si accentra nella mani di pochi l’istituzione del reato di opinione è un passo ulteriore verso la censura del dissenso ecco perché oggi siamo qua in piedi”
Il flashmob ha poi previsto il silenzio, contro quella che viene definita una ‘legge-bavaglio’: c’è chi ha letto un libro, chi si è tappato la bocca, nessuno ha proferito parola durante i minuti di protesta. I cartelli “difendiamo la libertà di espressione”, “In piedi per la libertà”, “Restiamo liberi di pensare” in mano ai partecipanti distribuiti a scacchiera nel rispetto della distanza interpersonale di un metro hanno dato voce al dissenso.
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