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“Pa’ ma ti rendi conto che è già Settembre?!?” Così, senza nemmeno accorgercene, è arrivato Settembre. I due mesi ai Caraibi sono volati via come il palloncino colorato di un bambino che ha lasciato la presa. Settembre per me è sempre stato un po’ come l’inizio dell’anno. Credo che questa cosa mi sia rimasta da quando ero bambina e questo mese voleva dire un nuovo diario, dei nuovi quaderni e l’inizio della scuola. Così ogni anno, quando agosto finisce, inizio a pensare a dei buoni propositi per il “nuovo anno”, a dei progetti da portare a termine, proprio come si fa a Gennaio. Fare più sport e mangiare sano, sono sempre stati al primo posto della lista, salvo poi dimenticarmene o posticipare sempre l’inizio alla settimana successiva. Questa volta però, è stato un po’ diverso. Il nuovo obiettivo di questo settembre è diventato trovare un modo per riprendere a viaggiare.
E così è iniziata la ricerca di tutte le opzioni possibili e immaginabili, di quelle fattibili, di quelle desiderate, delle meno peggio. Prima di questa pandemia mondiale, per noi programmare le tappe successive del viaggio era semplice. Analizzavamo soprattutto tre fattori: 1. Serve un visto per entrare e quanto possiamo starci? 2. Quale è il costo medio? 3. Ci piacerebbe andarci? Domande piuttosto semplici a cui rispondevamo dopo al massimo un paio d’ore di ricerca su Google. Questa volta, invece, decidere è stato decisamente più complesso e laborioso. Ai tre punti sopra abbiamo dovuto aggiungerne altri che venivano fuori man mano che ci addentravamo nella ricerca della nostra futura meta: 4. Il Paese è aperto per chi ha passaporto italiano? 5. Richiedono un test o dobbiamo fare la quarantena all’arrivo? 6. Come è la situazione in generale? Carta e penna alla mano e seguendo un rigoroso ordine alfabetico, abbiamo provato a capire quali fossero le varie opzioni. Dalla ricerca ne sono uscite novità interessanti. Ho scoperto, ad esempio, che Antigua e Barbuda è un unico Paese e che le Barbados dal Messico non sono poi così lontane. Ho iniziato a sognare di andare in Giamaica o magari a Cuba, per poi accantonare l’idea all’ennesimo cavillo.
Dopo centinaia di foglietti e ricerche, siamo giunti a una conclusione: è un casino! Alcuni Paesi hanno deciso che probabilmente non riapriranno mai più i confini. Parlano di gennaio o aprile 2021, e se vanno avanti così, la gente farà prima ad andare su Marte che in Malesia o Indonesia. Poi ci sono i Paesi che amano tenerti sulle spine fino all’ultimo. Da mesi dicono che riapriranno il primo settembre, ma poi la notte del 31 agosto fanno lo scherzetto e decidono di rimandare di almeno altri trenta giorni. Sì Colombia, parlo proprio di te! Ci sono i Paesi che, oltre a tutti i test possibili e immaginabili, alla quarantena da fare in strutture a cinque stelle da loro designate, a un’assicurazione sanitaria costosissima, ti chiedono anche di attraversare la frontiera camminando a testa in giù mentre canti “Lasciatemi cantare, con la chitarra in mano, sono un italiano, un italiano vero”. E, infine, ci sono i Paesi “aperti” dove si può entrare senza particolari restrizioni. A guidare la classifica di questa ultima categoria c’è ovviamente il nostro caro Messico che non ha mai chiuso i suoi confini. Nessun test richiesto, nessuna quarantena da fare, solo l’invito a rispettare le norme di igiene che ormai tutti conosciamo: mascherina, gel mani e distanza.
Un bel caos questo settembre che, a tratti, mi ha fatto rimpiangere quei periodi della mia vita in cui dovevo solo decidere tra iniziare un corso di yoga o uno di pilates. Sono state giornate intense che abbiamo passato a scrivere mail alle ambasciate, a spulciare siti ufficiali, blog di viaggi, l’oroscopo di Paolo Fox. In alcuni momenti io e Paolo eravamo talmente presi nelle ricerche, da dimenticarci di essere nella stessa stanza. La buona notizia è che ne siamo usciti. Ed è successo quando ci siamo resi conto che, ora, la situazione perfetta non esiste. Abbiamo deciso di buttarci e abbiamo comprato un volo per l’ultimo posto dove avremmo mai immaginato di andare. Da quello sono poi nate tantissime idee e ne verrà fuori un’avventura unica che cambierà il nostro modo di viaggiare. Qualcuno penserà che siamo pazzi a voler riprendere ora il viaggio, ma dopo sei mesi di stop, ne sentiamo il bisogno. Lo faremo con tutte le precauzioni e l’attenzione del caso, ma ci proveremo! Mancano ancora un po’ di giorni al volo e nel frattempo visiteremo altre zone del Messico. Dove andremo poi? Per scaramanzia non diciamo nulla, almeno finché non saremo atterrati.