A poco più di un anno da quel 12 giugno 2019 che resterà a lungo, se non per sempre, nella memoria dei cittadini di
Dervio, in una conferenza stampa convocata nella mattinata odierna il sindaco del paese lariano
Stefano Cassinelli ha reso noto le ultime novità sulla diga di Pagnona, tra cui l'avvio dei lavori di abbassamento nel 2021.
Fin dalle ore immediatamente successive all'alluvione, infatti, l'amministrazione comunale si è attivata per cercare di comprendere le cause e trovare soluzioni per evitare il ripetersi in futuro di un avvenimento simile. "Dopo la prima lettera del 19 giugno 2019 - ha spiegato Cassinelli - sono seguite altre lettere, sopralluoghi e incontri in Prefettura, in Regione e con la Procura di Lecco. La questione della diga di Pagnona è stata in quest'anno una priorità assoluta del Comune. Per questo motivo, lo scorso 17 agosto abbiamo scritto un'ulteriore lettera all'Ufficio Dighe del Ministero delle Infrastrutture con cui abbiamo chiesto la demolizione della diga, una lettera dovuta all'esasperazione per non aver ancora ricevuto le risposte che volevamo". Una lettera che ha causato un'immediata reazione da parte dell'Ufficio Dighe, che ha portato a un incontro avvenuto il 18 settembre in Prefettura, dove è stata presentata una relazione di 27 pagine - a firma dell'Ingegnere Vittorio Maugliani - in cui sono state tra l'altro evidenziate tutte le criticità della diga di Pagnona.

Il sindaco Stefano Cassinelli
"La cosa secondo me più grave - ha aggiunto il sindaco - è che nella relazione la diga è definita vetusta svariate volte, e lo si diceva già nel 2005. Oggi sono passati 15 anni e io sono stufo di uscire in paese e sentirmi chiedere della diga dai cittadini, che sono giustamente preoccupati perché sono loro che hanno subito quello che è successo l'anno scorso. Per questo ho chiesto un'assunzione di responsabilità".
L'Ufficio Dighe ha quindi prodotto una relazione dettagliata ed esaustiva, dalla quale - secondo Cassinelli - traspare anche una punta di arrabbiatura: in conclusione vi è infatti scritto che "per tutto quanto esposto, si ritiene che il Sindaco di Dervio Sig. Cassinelli, con la propria lettera del 17/08/2020, abbia annunciato senza reale fondamento un pericolo inesistente presso gli uffici e le autorità pubbliche in indirizzo, suscitando in maniera infondata un grave allarme". Nella relazione, però, l'Ufficio Dighe ha anche assicurato sulla tenuta della diga di Pagnona e ha escluso pericoli per la comunità di Dervio. Tuttavia, a breve partiranno gli interventi necessari per adeguare la struttura, rendendola di fatto meno vetusta di quanto non sia ora.
"L'Ufficio Dighe ha assicurato e verbalizzato che entro il 30 giugno 2021 saranno fatti gli interventi di ammodernamento attesi da 16 anni" spiega Cassinelli. Ma in cosa consistono tali interventi? Nella fattispecie, la diga di Pagnona verrà abbassata di circa 3 metri, facendola diventare un'opera di sbarramento. "Ma la mia impressione è che l'ente gestore (Enel, ndr) abbia sempre messo l'aspetto economico davanti a ogni richiesta di intervento" ha precisato Cassinelli. "L'abbassamento ora non lo fanno per interesse verso Dervio, ma solo per adeguarsi alle attuali norme. Infatti, se la lasciassero alta così com'è ora, avrebbero costi in più, invece abbassandola, e quindi declassandola, avranno meno prescrizioni da dover rispettare. Insomma, loro semplicemente guadagneranno un po' meno rispetto a ora. Facendo alcuni calcoli sommari, dal 1923, quando è stata costruita, Enel ha guadagnato più di 1 miliardo dalla diga di Pagnona, ma al territorio non ha portato nulla. È legittimo che sia così, ma siccome guadagna tanto, Enel deve anche investire, per correttezza nei confronti della popolazione che vive nel territorio che viene sfruttato economicamente. Nella mia lettera all'Ufficio Dighe - ha aggiunto il primo cittadino di Dervio - ho scritto che si guarda di più al risultato economico che non alle opere che sono necessarie, ma quando sotto ci sono 3mila abitanti questa non è una cosa da fare". Ma non è tutto. Nella relazione tecnica, infatti, sono espressi alcuni punti che Cassinelli non esita a definire "preoccupanti".
Nel capitolo intitolato "Il dissesto della galleria di scarico di mezzofondo" si legge infatti che "l'esercizio continuativo della galleria come opera di by-pass delle portate del torrente Varrone ha comportato il passaggio nella galleria di portate con trasporto solido significativo causando numerosi danni alla struttura della galleria con fenomeni di erosione, sfondamento ed asportazione. [...] L'erosione dei piedritti è progredita fino a rimuovere completamente la porzione di muratura in pietrame e malta inferiore di entrambi i piedritti ed a raggiungere i depositi terrigeni retrostanti. Questo ha comportato l'innesco di un fenomeno di erosione progressiva con rimozione di materiale che ha iniziato a 'svuotare' i terreni retrostanti i piedritti con conseguente propagazione verso l'esterno e verso l'alto causando due piccoli sfornellamenti in corrispondenza del versante, la cui evoluzione ha portato alla formazione di una voragine".
Come ribadito più volte dai tecnici, in ogni caso questo non dovrebbe rappresentare un pericolo per la stabilità della diga stessa. C'è però un altro tema che Cassinelli ha voluto evidenziare: il 12 giugno 2019 né il Comune di Dervio né la Provincia di Lecco erano stati avvisati di quello che stava succedendo. Ricostruendo quella drammatica mattinata, infatti, il sindaco ha spiegato che - stando a quanto riportato anche nella relazione tecnica - l'evento di piena è iniziato alle ore 6 del mattino, fino ad arrivare alle 7 allo sfioro dalle luci di scarico e alle 9 al raggiungimento della quota di massimo livello invaso. L'esondazione vera e propria è stata alle ore 10. Cassinelli alle 9 aveva chiamato Fabio Valsecchi della Protezione civile per allertarlo sulla situazione, e alle 9.31 - spiega il sindaco - ha mandato la prima fotografia di inizio esondazione in via Penati e alle 10 una fotografia della diga formatasi con i tronchi d'albero trascinati dalla corrente al ponte della ferrovia. "Nessuna comunicazione era arrivata dalle 6 del mattino al Comune per avvisare della situazione della diga. Chiaramente c'è un problema di avvisi che va a discapito della popolazione".
Inoltre, si è poi appurato che quel giorno l'80% del bacino della diga di Pagnona era pieno di ghiaia e, di conseguenza, poteva contenere molta meno acqua di quello che avrebbe dovuto. Solo alle 17 del 12 giugno 2019 il gestore della diga e i tecnici dell'Ufficio Dighe sono riusciti a raggiungere la diga. "Voglio ringraziare la Procura, la Prefettura, la Provincia e la Regione che, nonostante abbiamo avuto visioni diverse, non hanno mai mancato di rispondere a una telefonata" ha aggiunto "Leggendo i documenti che avevo prima e quelli arrivati il 17 settembre, sono ancora più preoccupato. Io sono ignorante in materia, ma una diga non dovrebbe essere così. In ogni caso l'Ufficio Dighe ha garantito che la struttura non verrà giù. Mi rimangono tuttavia delle perplessità sulle modalità di segnalazione, credo che sarebbe necessario poter mettere delle sirene qua in paese che suonano quando c'è un'esondazione. Anche perché se dovesse cedere, l'onda di piena arriverebbe a Dervio in soli 14 minuti".
Un fiume in piena è anche il sindaco Cassinelli: "Quel giorno mi avevano detto che era solo acqua, ma al ponte della ferrovia si era formato uno sbarramento con i tronchi d'albero. Se fosse stata solo acqua non ci sarebbero stati così tanti problemi. Anche la relazione del geologo di RFI sostiene che quella quantità di acqua non avrebbe provocato l'esondazione al ponte della ferrovia e che il problema sono stati tronchi che l'hanno bloccato. È stata la mancanza di manutenzione del fiume, che dipende da Regione Lombardia, a provocare quello che è successo il 12 giugno 2019. Inoltre - ha aggiunto il borgomastro - il giorno prima il codice di preallarme era solo giallo. C'è solo un pluviometro sull'asse del Varrone, gli altri sono molto lontani".
Un'altra richiesta avanzata all'Ufficio Dighe è che quando verranno fatte le prossime riunioni, dovrà essere invitato anche il comune di Dervio. "Abbiamo chiesto in maniera pressante interventi e risposte per la sicurezza della nostra gente" ha aggiunto Cassinelli. "Rimango preoccupato per tempi degli interventi e per le problematicità evidenziate nella relazione. Non c'è stata una sola riunione in cui io non abbia fatto presente che la sicurezza di Dervio passa dalla sicurezza della diga e dalla rimozione degli alberi dal fiume. Questa amministrazione non accetterà mai restrizioni alla libertà dei derviesi, se l'area di esondazione è determinata dalla sola mancata manutenzione" Il primo cittadino di Dervio non ha risparmiato un'ultima provocazione nei confronti dell'Ufficio Dighe: "Se un sindaco che mette al primo posto la sicurezza dei suoi cittadini è considerato come uno che suscita allarme, aspetto una formale denuncia in merito".
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