
La sede della Zincofuoco in due immagini
tratte dal sito della società
Il processo avrebbe dovuto aprirsi quest'oggi con l'escussione del funzionario dell'Agenzia delle Entrate che ha svolto gli accertamenti all'origine del fascicolo. Ma potrebbe estinguersi ancora prima di entrare nel vivo. E' questa la richiesta formulata dai difensori degli imprenditori Giuseppe Maggi (classe 1936), Corrado Maggi (classe 1967) e Giovanni Maggi (classe 1963) a giudizio quali legali rappresentanti della Zincofuoco Bergamasca srl, società con sede a Calolzio, attiva nel settore della zincatura a caldo, costituita nel febbraio del 1969 e cancellata dal registro delle imprese nel luglio del 2017 dopo la fusione in altra società. Proprio l'incorporazione dell'impresa nella Maggi Group (riconducibile alla stessa famiglia ma con organi differenti a partire dal cda) è posta alla base della richiesta degli avvocati Mauro Bussani (per Giovanni Maggi, ex presidente di Confindustria Lecco) e Ruggero Panzeri (in sostituzione del collega Roberto Tropenscovino, per l'altro fratello e il padre). Ai tre viene infatti contestato l'articolo 10 bis della legge sui reati tributari e dunque l'omesso versamento di ritenute dovute o certificate: la data di commissione è fissata nel 31.10.2017, scadenza ultima per i pagamenti, così come da DPCM del luglio dello stesso anno che aveva prorogato i termini. In quella data però, hanno sottolineato i legali, la Zincofuoco già era stata cancellata, a seguito per l'appunto, della fusione mediante incorporazione in data 18 luglio nella Maggi Group che avrebbe dovuto assorbire anche il debito tributario. 288.000 euro la cifra in ballo, tra l'altro già inclusa in un altro fascicolo aperto proprio a carico del legale rappresentante della controllante che ha già presentato opposizione a quattro distinti decreti penali di condanna, sempre per omessi versamenti, per gli anni d'imposta 2014 – 2015 – 2016 e 2017, così come asserito in Aula dall'avvocato Panzeri.
Il viceprocuratore onorario Mattia Mascaro, rappresentante quest'oggi della pubblica accusa, ha chiesto di differire la valutazione dell'istanza all'esito dell'istruttoria. Il giudice si è riservata. La decisione, se andare avanti o meno con il processo, è prevista per il prossimo 23 febbraio.
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