
Avrebbe definito i suoi alunni “scemi, stupidi, somari, asini e caproni”, colpendoli sulla testa con le nocche delle dita, tirando loro i capelli e le orecchie, gettando anche a terra diari ed astucci per poi obbligare i bambini a raccoglierli. Ma non si sarebbe fermato a questi, già gravi, fatti un insegnante di religione, in servizio nel 2017 alle scuole primarie di Esino Lario e di Dervio, nei cui confronti venerdì mattina in Tribunale a Lecco si è aperto un procedimento penale per "violenza privata", come da articolo 610 del codice penale. Il giovane maestro, classe 1990, originario di Caserta, avrebbe - secondo la tesi accusatoria, ancora tutta da provare in sede dibattimentale - fatto anche di peggio. Il capo d’imputazione illustra infatti altri supposti pesanti episodi, che sarebbero avvenuti nel corso delle sue ore di lezione: l’insegnante avrebbe chiesto ad una sua alunna di dare uno schiaffo alla sua compagna di banco, colpevole di aver avuto un comportamento irrispettoso, bloccando alla bimba presa di mira le braccia così da impedirle di coprirsi il volto con le mani; avrebbe anche abbassato il cappuccio della felpa sul viso di alcuni scolari, costringendoli a stare in quella posizione per diversi minuti, premendo loro contemporaneamente il viso contro il banco; avrebbe stretto le sue mani sulle spalle dei alcuni ragazzini provocando loro dolore e, da ultimo, avrebbe intimorito i discenti minacciandoli di note e voti bassi.
Sarà l’istruttoria ad accertare l’eventuale responsabilità in capo all’insegnante: inizierà il prossimo 8 giugno, come da rinvio disposto dal giudice titolare del fascicolo, il dr.Manzi. Nell’udienza di venerdì, fissata solo per la comparizione delle parti, il difensore - l’avvocato Cerreto - ha eccepito al giudice diverse nullità, tra cui la costituzione delle parti civili - gli avvocati Bordeaux e Monti, che assistono i genitori di alcuni alunni- e per il capo d’imputazione, definendo quest’ultimo “troppo generico” in merito ai luoghi e ai tempi dei fatti ascritti al suo assistito. Nullità a cui si sono opposte le altre parti con il Vpo Mascaro e che il giudice ha infine rigettato dopo una breve camera di consiglio. Si torna dunque in Aula, per l'escussione dei primi di un corposo elenco di testimoni.
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