
Concluso il 2020, anno che rimarrà nella storia per i molteplici effetti negativi che ha avuto la pandemia nel mondo, è possibile confrontare quanto il Covid abbia appannato
l'economia nella provincia di Lecco, prendendo in considerazione i livelli che la cassa integrazione ha raggiunto negli ultimi 12 mesi rispetto all'intero 2019. Come ogni mese, l'assist arriva dalla
Uil del Lario che nelle scorse ore ha pubblicato il 12esimo e ultimo rapporto sui livelli degli ammortizzatori sociali richiesti nel Lecchese (e nel Comasco) su tutto l'arco dell'anno.
Il rapporto rileva
una diminuzione della richiesta di ore di cassa integrazione da parte delle imprese lariane nel mese di dicembre 2020 rispetto al mese prima, a seguito della parziale riapertura delle attività produttive. Il confronto tra il 2020 e il 2019, però, secondo la Uil evidenzia ''l'orribile situazione economica'' che hanno vissuto, in tempo di pandemia, i nostri territori. A Lecco le ore di cassa integrazione richieste in 12 mesi sono state
il 1.225% in più rispetto al 2019 (26.547.584 nel 2020 contro le 2.003.587 che erano state concesse nel 2019).
Aprile 2020 è stato
il mese più nero sia per Lecco che per Como, con rispettivamente 8.517.493 e 11.860.805 ore. Dicembre 2020 su dicembre 2019 ha visto un aumento notevole a Lecco (+2.906,2%), più contenuto a Como (+453%). Nel 2020 i lavoratori che sono stati in cassa integrazione sono stati 13.014 a Lecco, 22.171 a Como. Tutti i settori hanno subito le conseguenze dell'emergenza sanitaria Covid-19, con ripercussioni però molto più negative per l'artigianato e il commercio.
''L’anno appena concluso è stato un terremoto economico da proporzioni apocalittiche i cui effetti si faranno sentire per molti anni'' il commento di
Salvatore Monteduro, segretario generale CTS Uil del Lario. ''Purtroppo, anche il nuovo anno non è iniziato bene per la chiusura di molte attività produttive del settore del commercio e servizi alla persona a seguito dell’assegnazione in zona rossa della Lombardia. È essenziale uscire velocemente dall’emergenza sanitaria per una ripresa strutturale, in attesa di ciò diventano fondamentali i sussidi per la cassa integrazione, il divieto ai licenziamenti e i contributi e liquidità alle imprese per evitareche si perdano posti di lavoro. Un ulteriore contributo alla ripresa potrà arrivare dai progetti legati alle risorse della Next Generation EU''.
Scarica qui il rapporto completo della Uil del Lario.
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