E’ stata riaperta alla normale viabilità via Ghislanzoni, nel tratto compreso tra l’incrocio con via Amendola ed il ponte ferroviario presso via Como. La chiusura era stata resa necessaria per i lavori di demolizione di fabbricati esistenti sul perimetro del vecchio scalo ferroviario Piccola Velocità merci.

Il muro "cicatrizzato" sul perimetro dell'area della Piccola Velocità ferroviaria
L’edificio che ospitava la centrale operativa dello scalo, con la direzione, uffici amministrativi e tecnici, ed altri servizi accessori, è stato completamente abolito. La demolizione è avvenuta anche per la casetta del custode, all’ingresso tra via Ghislanzoni e via Amendola. Il vuoto lasciato dalla demolizione della direzione è stato già riempito da apposito nuovo tratto di muro perimetrale della vecchia area ex Piccola Velocità.

Via Ghislanzoni tornata alla regolare viabilità, nel tratto antistante il polo universitario
Via Ghislanzoni era l’antica via dell’Unione dell’unità d’Italia, che prese il nome del noto autore del libretto dell’Aida, di Giuseppe Verdi, dopo la sua scomparsa avvenuta a Caprino Bergamasco il 16 luglio 1893. La lunga via cittadina, che parte da viale Dante per terminare in piazza Frà Cristoforo nella manzoniana Pescarenico, rischiò la mutilazione nel 1936/1937, per essere dedicata all’ufficiale pilota medaglia d’oro Salvatore Sassi. Si parlò, infatti, di dedicare all’ufficiale dell’Arma Azzurra il primo tratto di via Ghislanzoni, da viale Dante all’attuale via Amendola, che allora non portava ancora tale denominazione. Il motivo era da ricercarsi nel fatto che il giovane Salvatore Sassi avesse studiano nell’istituto tecnico “Giuseppe Parini” nel palazzo scolastico della via. Venne, però, deciso dal podestà di dedicare a Salvatore Sassi una piazza centrale della città e la scelta cadde sull’attuale esistente tra piazza Diaz e l’incrocio con via Carlo Cattaneo e via Marco d’Oggiono.
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