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Scritto Venerdì 26 febbraio 2021 alle 08:46

Galbiate: si attende il TAR per l'antenna di Villa Vergano. Intanto potrebbero spuntarne altre due

L'antenna di Villa Vergano
Antenne a Villa Vergano
, ci risiamo. Il prossimo 16 marzo sarà il Tar a mettere il punto al dibattito in merito al «fungo» di una trentina di metri spuntato lo scorso anno all’insaputa di tutti nel territorio della frazione galbiatese e risultato poi di installazione dell’operatore di telefonia Wind. La questione aveva suscitato accesi dibattiti e qualche scontro nell’inverno del 2020 quando l’amministrazione comunale era stata tacciata di mancata trasparenza nei confronti della popolazione durante un incontro pubblico (in periodo pre-emergenziale). Per l’occasione era nato un comitato che aveva in seguito intrapreso le azioni legali del caso, per le quali come detto ancora si attende sentenza. A oggi il comitato - diventato «Associazione Ambiente e Salute a Villa Vergano» - diffonde un comunicato stampa e un pieghevole da distribuire a Galbiate. Motivo? Anzi, motivi? Altre due antenne (e forse qualcuna in più), questa volta Iliad, sulle quali pare che la cittadinanza sia stata di nuovo tenuta all’oscuro. Il gestore di telefonia avrebbe presentato richiesta per installare la tecnologia 5G in due punti del territorio, il Monte Fogliaro e l’area del Centro di raccolta differenziata, quest’ultima rifiutata a monte in quanto Galbiate non farebbe parte dei territori scelti per la sperimentazione per le nuove frequenze, che godranno ufficialmente del «permesso» per essere attivate a partire dal primo luglio 2022. Al momento attuale, a poter usufruire del 5G sarebbero solamente i territori scelti per la campionatura. In seguito al rifiuto da parte dell’Ufficio tecnico dunque, l’azienda installerebbe comunque le apparecchiature nelle aree prescelte ma solo per il 3 e 4G predisponendole eventualmente anche per la tecnologia nuova, in modo che sia «pronta a partire» nel momento di concessione della licenza, presumibilmente nell’estate dell’anno venturo: la frequenza richiesta per il 5G sarebbe di 700mH. C’è da aggiungere che ad oggi la questione riguarderebbe solo l’area del Fogliaro, in quanto la zona della via Bergamo nella quale sarebbe prevista la seconda installazione presenterebbe difficoltà di tipo tecnico che impedirebbero di procedere. Al di là delle incertezze a riguardo delle ricadute sulla salute delle frequenze (cosa sulla quale esistono pareri discordanti a tutti i livelli), l’Associazione di Villa Vergano lamenta innanzitutto il poco rispetto per il paesaggio, non tutelato in nessuna delle fasi di questa vicenda e la mancata comunicazione ai cittadini. Ad aggiungersi a questo, ci sarebbe la revoca dell’ordinanza sulla moratoria del 5G attuata dall’amministrazione Montanelli in seguito al Decreto «Semplificazioni» che di fatto impediva ai sindaci di opporsi all’installazione, e la mancanza di un «Piano Antenne» chiesto a gran voce dal comitato (ma non solo) e mai attuato da chi di dovere. A complicare le cose al momento sarebbe la «vacanza» del Sindaco dopo la sfiducia alla Giunta Montanelli alla fine del 2020. L’associazione però, si porta avanti: tra gli obiettivi esposti nel comunicato e rivolti come richieste al Sindaco che verrà,  la tutela della salute dei cittadini e la trasparenza comunicativa, oltre alla stesura dell’agognato «Piano Antenne».
«La nostra associazione – spiega Natale Mozzanica, presidente – è nata per far fronte a una gestione errata del problema, condotta senza che la cittadinanza fosse coinvolta. Mancano pochi giorni alla sentenza del Tar e purtroppo non abbiamo interlocutori in Comune, data la situazione. Quello che per noi è più irritante è la posizione dell’Amministrazione nel dibattito, espressa tramite l’avvocato, che sostiene che noi cittadini in quanto parte del popolo non siamo in diritto di poter esercitare azioni legali. Non è finita: hanno detto che la nuova antenna permette a chi abita qui di prendere meglio le frequenze Wind, cosa non vera, perché le frequenze scavalcano l’abitato di Villa Vergano andando a scontrarsi con quelle che vengono dalla parte opposta, rendendo così difficile la ricezione proprio del segnale di quella compagnia». L’opposizione sollevata dagli abitanti della frazione, tendeva a puntare il dito in particolare contro lo scempio del paesaggio attuato dall’installazione: «La risposta della controparte – ribatte Mozzanica -  è stata che l’antenna si sarebbe mimetizzata con la natura circostante. Dovremmo piantare le sequoie però per raggiungere un risultato simile: con gli alberi di casa nostra la vedo difficile mimetizzare un affare alto 30 metri! Pensiamo a chi ha comprato casa qui, anche per l’ubicazione, la natura, il posto. Dovessimo un giorno rivendere gli immobili risulterebbero svalutati. Io stesso, se ci fosse stata l’antenna non avrei scelto di vivere qui: invece ce la siamo trovata dopo, a sorpresa». Poco lontano oltretutto, sul Monte Crocione, svetta già l’antenna di Radio Cristal, che avrebbe potuto e dovuto essere utilizzata come base per dei nuovi ripetitori secondo le stesse disposizioni comunali: «Towernet all’epoca ha scartato quest’ipotesi preferendo costruire dal nuovo adducendo motivazioni tecniche: però di fatto la costruzione è posizionata in ambito del comune di Colle Brianza, sul versante opposto a Galbiate, il che vuol dire che la copertura che volevano non l’avranno mai». A destare preoccupazione inoltre è in particolare lo «spuntare» e il moltiplicarsi delle richieste degli altri operatori: «Di nuovo non siamo stati informati, dopo tutto quello che è successo, dopo tutto quello che è stato detto e fatto. Anche in vista della campagna elettorale bisogna fare una riflessione perché adesso non è più solo un problema della nostra frazione, è un problema di tutta Galbiate. Stiamo distribuendo il nostro materiale per informare la cittadinanza, perché questa cosa adesso ci coinvolge tutti. Per il resto aspettiamo le decisioni del Tar: temiamo che se passa questa, poi possano cominciare a piovere le richieste da parte di tutti. Galbiate si ridurrebbe a una nuova Valcava e noi questo non lo vogliamo».
A.I.
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