55 denunce per
violenza sessuali in capo a un anno. Due in più della precedente rilevazione. Ben 8 oltre le 47 di quella ancora prima. Un trend agghiacciante (ma agghiacciante è già ogni singolo episodio), quello che emerge dal rapporto diffuso quest'oggi dalla
Procura di Lecco prendendo in esame il così detto anno giudiziario e dunque i 12 mesi a cavallo tra il primo luglio 2019 e il 30 giugno 2020, periodo dunque sono in parte condizionato dagli effetti (devastanti, dentro e fuori le mura domestiche) della pandemia.
38 le supposte violenze iscritte a carico di soggetti noti, ben 17 a carico di persone al momento non ancora identificate (33 + 19 nel 2018-2019). Inutile nascondere che la gran parte degli abusi abbia quale cornice un quadro di violenza domestica. Spesso infatti il rapporto sessuale imposto è solo l'apice di un clima di tensione (o sudditanza) all'interno della coppia, con le denunce per violenza spesso associate dunque al reato di
maltrattamenti in famiglia, verso la partner o verso i figli, “che hanno giustificato l'adozione di misure cautelari custodiali e non, quali il divieto di avvicinamento o il divieto di dimora” è scritto nella relazione firmata quale Procuratore capo facente funzioni dal dr. Pieto Basilone, in prestito a Lecco dalla DDA di Milano. Complessivamente il numero dei
reati commessi all'interno della famiglia ha fatto registrare un allarmante
+25%.In aumento – altro dato raccapricciante - anche i procedimenti per pedofilia e pedopornografia (di competenza poi distrettuale): cinque i fascicoli aperti nell'ultimo anno in esame, due in più rispetto a quello precedente, con un indagine a carico di soggetto ignoto. Sempre nell'ambito sessuale, ma cambiando tema, nel 2019-2020 si è registrata anche una contrazione – forse complice anche il lungo periodo di lockdown che ha fermano i movimenti sospetti che solitamente portano a accendere riflettori sul tema – del numero di fascicoli aperti per sfruttamento della prostituzione (da 11 a 4 iscrizioni).
Sono diminuite anche le notizie di reato per "stalking", passate dalle 91 del periodo precedente a 80, così come hanno subito un crollo i procedimenti per violazione degli obblighi di assistenza familiare, passati, nel giro di due anni da 79 a 50 agli attuali 37.
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