
Paolo Lozza al suo banco al mercato
Ha attraversato tutta l'Italia la
"protesta" degli ambulanti, che nella giornata di oggi, martedì 6 aprile, si sono riuniti in piazze e strade da nord a sud per chiedere di poter tornare a lavorare, e nello specifico a vendere i loro
prodotti non alimentari nuovamente "banditi" dalle aree mercatali in concomitanza con l'entrata in vigore della
"zona rossa".
"Siamo gli unici ancora fermi: chi siamo, i nemici sociali?" hanno denunciato alcuni commercianti riunitisi in Piazza Duca d'Aosta a Milano, davanti alla Stazione Centrale, minacciando di bloccare anche le tangenziali se a breve non arriveranno risposte e ristori. A condividere le ragioni della mobilitazione, seppur a distanza, anche il sindaco di Vercurago
Paolo Lozza, di professione ambulante e titolare di un negozio di abbigliamento in paese, nonchè rappresentante locale di Confesercenti.
"L'auspicio è quello di
ripartire al più presto, nei mercati all'aperto ma anche nelle nostre attività, che con tutti i protocolli in essere sono più che sicure: di certo non sono responsabili dei contagi, considerando che questa ennesima chiusura non sembra aver influito positivamente sulla curva dell'infezione" ha commentato. "Mi rendo conto di quanto sia difficile prendere decisioni in un senso o nell'altro, ma è ora di fare qualcosa perchè gli ambulanti sono in affanno: molti lavorano insieme a un coniuge, ai genitori o ai figli, con il risultato che intere famiglie non sanno più come andare avanti".
Un altro tema, a tal proposito, è quello dei
ristori, che ancora tardano ad arrivare dal Governo centrale. "Un problema correlato è quello legato ai requisiti per beneficiarne, tra cui un calo del 30% del proprio fatturato" ha spiegato ancora Paolo Lozza. "Nei mesi scorsi moltissimi commercianti si sono rimboccati le maniche al massimo per provare a recuperare quanto perso nei periodi precedenti, al punto che ora non possono richiedere nessun aiuto: quasi un paradosso, visto che ora siamo fermi un'altra volta e che per la seconda primavera consecutiva non abbiamo potuto vendere nulla, "bruciando" un'intera stagione come se niente fosse".
"Qui non siamo a Milano o in una grande città, in cui è facile vedere assembramenti" ha concluso il vercuraghese, riportando la questione sul nostro territorio. "Già lo scorso anno la riapertura dei mercati all'aperto era stata gestita in maniera ottima, con attenti controlli e protocolli accurati: non vedo perchè non lo si possa fare ancora, per il bene di tutti".
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